Nuovi fondi per PMI e liberi professionisti, arriva il Bando Microcredito

E’ stato annunciato un nuovo bando per PMI e lavoratori autonomi presenti sul territorio lombardo. La dotazione finanziaria complessiva prevista dal bando è di € 24 mln per agevolare la promozione dello start-up di impresa con il coinvolgimento diretto degli operatori di microcredito convenzionati con Regione Lombardia.

La domanda dovrà essere presentata sulla piattaforma Bandi e Servizi dalle ore 10.30 del giorno 15 gennaio 2024.

Per saperne di più sui nuovi incentivi continua a leggere a leggere il blog!

 

Di che cosa si tratta?

Il bando in questione si rivolge a Piccole medie imprese e lavoratori autonomi con Partita IVA presenti sul territorio lombardo. Questo bando mira ad agevolare la promozione dello start-up di impresa con il coinvolgimento diretto degli operatori di microcredito convenzionati con Regione Lombardia.

 

Chi può partecipare al bando?

Come precedentemente accennato, i soggetti che possono partecipare al bando si suddividono principalmente in due:

  • Piccole Medie Imprese
  • Lavoratori autonomi con Partita IVA

 

Nello specifico:

a) Le PMI così come definite all’Allegato 1 del Regolamento (UE) n. 651/2014 del 17 giugno 2014 e s.m.i. in possesso dei seguenti requisiti:

  1. Siano regolarmente costituite, iscritte e attive da massimo 5 anni nel Registro delle Imprese (come risultante da visura camerale) alla data di presentazione della domanda di partecipazione all’avviso attuativo;
  2. Abbiano una sede legale e/o operativa oggetto dell’intervento in Lombardia (rilevabile nella visura camerale) al momento della presentazione della domanda di partecipazione all’avviso attuativo;

 

b) I lavoratori autonomi con partita iva individuale non iscritti al Registro delle Imprese in possesso dei seguenti requisiti:

  1. Abbiano dichiarato l’inizio attività da massimo 5 anni alla data di presentazione della domanda di partecipazione all’avviso attuativo ad uno degli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate ovvero ad un ufficio provinciale dell’imposta sul valore aggiunto della medesima Agenzia come previsto dall’art. 35 del D.P.R.26/10/1972, n. 633 “Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto” e s.m.i. secondo le modalità ivi previste e abbiano la partita IVA attiva;
  2. Abbiano il domicilio fiscale in Lombardia come risultante dall’Anagrafe Tributaria presso l’Agenzia delle Entrate e come definito all’articolo 58 del D.P.R. 29/09/1973, n. 600 “Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi”.

 

Sia le PMI che i lavoratori autonomi di cui al punto precedente devono aver ottenuto al momento della presentazione della domanda di partecipazione all’avviso attuativo, una delibera di finanziamento di un’operazione di microcredito da uno degli Operatori di Microcredito convenzionato con Regione Lombardia ai sensi della D.G.R. 8 maggio 2023, n. XI/258, da presentare secondo il format che sarà previsto nello stesso avviso attuativo.

 

Quali sono le caratteristiche dell’agevolazione?

La dotazione finanziaria complessiva è di € 24 mln provenienti da  risorse dell’Asse I del PR FESR 2021-2027 di Regione Lombardia.

L’agevolazione sostiene complessivamente il 100% ed equivale ad un massimo di 75.000 € e un minimo di 15.000 €.

Qualora il soggetto beneficiario sia una Società a Responsabilità Limitata l’ammontare massimo dell’agevolazione potrà essere esteso ad un massimo di 100.000 €.

 

Il finanziamento regionale ha le seguenti caratteristiche: 

– importo pari al 40% delle spese ammissibili con un minimo di € 6.000 ed un massimo di euro 30.000, elevabile a € 40.000 nel caso di società a responsabilità limitata

– durata compresa tra un minimo di 8 semestri ed un massimo di 10 semestri, incluso il periodo di preammortamento fisso di 4 semestri ed escluso il preammortamento tecnico per arrivare alla prima scadenza fissa di rimborso

– rimborso a quota capitale costante con rate semestrali a scadenza fissa (25 marzo, 25 settembre)

– tasso fisso pari a 0%.

 

Il finanziamento dell’operatore di microcredito ha le seguenti caratteristiche:

– importo: pari al 60% delle spese ammissibili con un minimo di € 9.000 ed un massimo di € 45.000, elevabile a € 60.000 nel caso di società a responsabilità limitata

– durata compresa tra un minimo di 8 semestri ed un massimo di 10 semestri, incluso l’eventuale periodo di preammortamento massimo di 4 semestri ed escluso l’eventuale preammortamento tecnico per arrivare alla prima scadenza di rimborso

– rimborso a rata costante con rate mensili o trimestrali

– tasso fisso con TAN (Tasso Annuale Nominale) pari al massimo al 9%, determinato sulla base delle valutazioni di merito creditizio.

 

Come si partecipa al bando?

I partecipanti al bando possono presentare domanda per nome e per conto del singolo soggetto richiedente, esclusivamente online sulla piattaforma Bandi e servizi a partire dalle ore 10.30 del 15 gennaio 2024.

 

Dove posso trovare maggiori informazioni?

Per informazioni più dettagliate puoi consultare il documento ufficiale del bando, invece se hai bisogno di assistenza puoi direttamente rivolgerti ai contatti:

 

 

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Marketing, Social Media e SEO: tendenze per il 2024

Introduzione

L’evoluzione incessante del panorama digitale impone alle aziende di rimanere all’avanguardia, adattandosi alle nuove dinamiche del marketing, dei social media e dell’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO).

Nel 2024, diverse tendenze emergeranno come protagoniste chiave, delineando un futuro in cui tecnologia, esperienza utente e sostenibilità convergeranno, andando a definire in modo centra le strategie di comunicazione per le aziende e i brand.

In questo articolo cercheremo di andare a individuare gli aspetti chiave di 3 macro-concetti che, da sempre, sono fondamentali nel digital marketing di marchi e aziende:

 

  • SEO: la Search Engine Optimization, ovvero la creazione di contenuti realizzati per soddisfare gli utenti e, nel contempo, per andare incontro alle richieste dei motori di ricerca, per risultare meglio indicizzati e più facilmente individuabili dalle persone, grazie a ricerche con specifiche parole chiave.
  • SMM: il Social Media Marketing, ovvero le attività di promozione di contenuti, prodotti e idee, portate avanti sui canali social, tramite la produzione di contenuti (testuali, audio, video-fotografici) concepiti per risultare appropriati, accattivanti e stilisticamente in linea con quanto richiesto dalle piattaforme e dai loro (sempre più numerosi) utenti.

 

 

La SEO e le tendenze per il 2024

  

Pensare la SEO per il Web Semantico (o Web 3.0)

La transizione verso il Web Semantico, noto anche come Web 3.0, sta rivoluzionando la SEO. Oltre all’ottimizzazione basata su parole chiave, il focus si sposta sull’interpretazione del contesto e dell’intento dell’utente.

Nel 2024, le strategie SEO si evolveranno verso un linguaggio universale, considerando non solo la pertinenza ma anche la risonanza con le intenzioni degli utenti.

La profonda comprensione della semantica e dei modelli di dati diventa cruciale, trasformando il modo in cui le aziende si connettono con il pubblico attraverso le ricerche online.

 

SEO e User Experience (UX) con l’utente al centro

User Experience (UX) e SEO, una volta considerati mondi separati, convergono nel panorama digitale.

La crescente consapevolezza del ruolo fondamentale dell’esperienza dell’utente nell’indicizzazione dei motori di ricerca porta a una ridefinizione delle pratiche di design e architettura dell’informazione.

Nel 2024, per avere successo sarà richiesto un impegno crescente nel bilanciare contenuto di qualità, performance tecnica e design intuitivo.

Il tutto, per creare un ecosistemi digitale nei quali, al loro centro, vi sarà l’utente.

 

Voice Search: fare SEO per chi cerca con la voce.

Con l’aumento dell’interazione vocale tramite dispositivi intelligenti, la Voice Search emerge come una delle tendenze più disruptive del 2024.

Oltre alla comodità, la ricerca vocale richiede un ripensamento della strategia SEO. Infatti, non sarà più sufficiente ottimizzare le proprie piattaforme web per parole chiave specifiche. Sarà, invece, essenziale essenziale comprendere e anticipare le intenzioni degli utenti attraverso un’analisi dettagliata che, tra le varie cose, dovrà prendere in considerazione le seguenti porzioni di dati:

  • Le ricerche che appartengono alla “long tail”
  • Lo studio e l’impiego di keyword di nicchia
  • Lo studio delle query semantiche

La sfida, duplice, sarà quella di adattarsi alla nuova modalità di ricerca e, insieme, di garantire la facilità di comprensione dei contenuti per gli assistenti vocali.

 

Contenuti interattivi, ottimizzati per ogni dispositivo.

Infografiche animate, video a 360 gradi, realtà aumentata e realtà virtuale aumenteranno sempre più il coinvolgimento dell’utente, influenzando positivamente il tempo trascorso nel Web 3.0 (su un sito, nel caso della SEO, ma anche in ambienti che, probabilmente, saranno sempre più diffusi, come metaversi o piattaforme social sempre più evolute… ma delle previsioni per il social media marketing nel 2024 ne parliamo dopo!)

Per aziende e brand decisi ad ottenere sempre più visibilità nel 2024, la chiave sarà ottimizzare in modo impeccabile questi contenuti dinamici per l’indicizzazione sui motori di ricerca, rendendoli facilmente accessibili da ogni dispositivo: smartphone, sicuramente, così come tablet e computer e, perché no, anche visori di AR e VR.

La convergenza tra interattività delle piattaforme e ottimizzazione dei contenuti rappresenterà una delle frontiere più affascinanti e complesse della moderna SEO.

 

SEO e privacy: contenti mirati, ma dati riservati.

Nel 2024, la tensione tra “personalizzazione dei contenuti e degli annunci” e “privacy degli utenti” raggiunerà l’apice della SEO.

La personalizzazione di messaggi, contenuti, comunicazioni (resa possibile dai dati dettagliati ottenuti sul pubblico di riferimento), permetterà contenti veramente mirati. Tuttavia, aziende e brand dovranno proteggere i dati sensibili degli utenti, assicurando loro privacy e riservatezza.

Il dilemma, per la SEO, sarà dunque poter garantire messaggi personalizzarti (che miglioreranno l’esperienza utente) senza, però, compromettere la riservatezza dei dati.

La trasparenza e l’etica diventano elementi chiave per operare in questo intricato scenario, dove le leggi sulla protezione dei dati imporranno standard sempre più elevati.

 

Le tendenze sui Social Media per il 2024

Il Social Media Marketing (SMM) del 2024 si configura come una leva cruciale per il successo aziendale, dove la pertinenza si erigerà a chiave d’accesso per ottenere una relazione con il proprio pubblico. Allineare le campagne di SMM alle esigenze dei clienti, di fatti, diventerò prioritario per le aziende e i brand che vorranno intessere relazioni con il proprio pubblico.

 

Live Streaming e Shopping

Lo shopping in-stream e il live-streaming emergono come trend trainanti, semplificando il processo di acquisto direttamente dai post e offrendo un’esperienza coinvolgente e in tempo reale.

Facebook – con la sua ambizione di rendere gli acquisti online più realistici attraverso la tecnologia AR/VR – e X (ex Twitter) – con l’ipotesi di acquisti in-streaming tramite post – anticipano un futuro di interazioni più fluide e immediate, e apriranno la strada a questo tipo di approccio, per il 2024.

 

Il marketing e le sue cause

Il marketing orientato alla causa si farà strada, indicando una spostamento verso strategie autentiche, che saranno in perfetta sintonia con gli ideali, le esigenze e le preoccupazioni sociali dei consumatori.

Basti pensare a tematiche come il Climate Change o i Gender Studies, sempre più presenti nelle menti delle persone e, di conseguenza, sempre più presi in considerazione da brand e aziende, che decidono e decideranno di assorbire e di farne parte della loro Value Proposition.

 

Il futuro marketing poggerà sul passato

Analogamente, il richiamo alla nostalgia offre un modo efficace per stabilire connessioni emotive più forti, capitalizzando sulle esperienze passate in un mondo che cambia rapidamente.

In un contesto dove il cambiamento è la costante, la nostalgia si rivela un potente strumento di connessione emotiva. Il richiamo al passato, implicito nel trend del marketing nostalgico, offre alle aziende l’opportunità di stabilire legami profondi con il pubblico. Nel 2024, la scommessa sulle esperienze passate diventa un veicolo per creare una narrativa coinvolgente e autentica. A celebrare la storia, le imprese possono catturare l’attenzione del consumatore, capitalizzando sul desiderio di familiarità in un mondo sempre più dinamico. Attraverso il rinnovo di elementi retro, le aziende possono trasmettere un senso di continuità, affiancato alla promessa di innovazione. La chiave sta nel bilanciare l’antico e il moderno, creando un ponte tra la nostalgia e l’aspettativa di un futuro raffinato e stimolante.

 

Brevi, ma intensi. Il futuro su TikTok e Instagram.

La crescente preferenza per contenuti più brevi è evidente, con TikTok e Instagram che guidano il trend dei reel.

In questo scenario, la sfida per le aziende sarà creare messaggi chiari e coinvolgenti entro una finestra di attenzione media di 8 secondi.

L’era digitale del 2024 è caratterizzata da una crescente preferenza per la brevità e l’intensità, con piattaforme come TikTok e Instagram che guidano il trend. Contenuti più brevi si rivelano essenziali per catturare l’attenzione di un pubblico sempre più orientato alla fruizione veloce. La popolarità dei reel su TikTok e Instagram sottolinea l’efficacia di messaggi immediati e coinvolgenti, condensati in pochi secondi. In questo panorama, la sfida per le aziende è creare messaggi chiari e accattivanti entro una breve finestra di attenzione media di 8 secondi. Il futuro del marketing sociale si dipana attraverso contenuti che siano non solo sintetici ma capaci di suscitare un impatto emotivo duraturo, aprendo un nuovo capitolo dove la brevità diventa un’arte nella narrazione di brand e storie coinvolgenti.

 

Le Tendenze Globali dei Consumatori nel 2024

Oltre quanto sopra descritto circa le future tendenze di SEO e SMM per il 2024, riportiamo qui di seguito una serie di tendenze globali, che riguarderanno più direttamente i consumatori e il loro comportamento su tutte le piattaforme digitali (e non).

Il panorama delle Tendenze Globali dei Consumatori offre una prospettiva affascinante sulle dinamiche che guideranno il comportamento dei consumatori nel 2024.

Questi pilastri chiave riflettono una società sempre più influenzata dalla tecnologia e dall’incertezza, delineando sfide e opportunità per le aziende in un ambiente in costante mutamento. Queste previsioni per il 2024 costituiscono un’ottima base sulla quale ottimizzare le strategie della propria azienda e rendere le competenze sopra espresse, ancora più funzionali e di successo.

 

Il marketing porrà gli esseri umani al centro

In un mondo saturo di algoritmi, l’importanza delle competenze umane e delle emozioni emergerà come un faro guida.

Nel 2024, le aziende che comprenderanno e integreranno questo aspetto nell’interazione con i consumatori avranno un grande vantaggio competitivo.

La personalizzazione dei servizi, l’empatia e l’interconnessione umana saranno valori fondamentali per conquistare la fiducia dei consumatori e rendere sempre più forti i valori di brand e aziende.

 

L’umanità, oltre il denaro.

La rivalutazione di ciò che è veramente importante influenzerà i desideri e le necessità dei consumatori, ridefinendo il concetto di valore.

Nel 2024, le aziende dovranno andare oltre il semplice aspetto monetario e concentrarsi su elementi significativi per i consumatori, quali:

  1. sostenibilità
  2. etica aziendale
  3. impatto sociale

Questi criteri diventeranno determinanti nella percezione del valore di brand e aziende da parte dei consumatori. Per questo motivo, dedichiamo ad ognuno di essi un paragrafo di approfondimento, qui di seguito:

  1. Sempre più green (senza washing): L’integrazione della sostenibilità diventerà sempre più una priorità essenziale, poiché consumatori e aziende si confronteranno con la necessità di dover sopravvivere in un contesto climatico in evoluzione. Nel 2024, le imprese dovranno affrontare la sfida di adottare pratiche sostenibili in modo tangibile, non solo come strategia di marketing, ma come parte integrante delle loro operazioni. La responsabilità ambientale sarà centrale nella percezione e nelle scelte dei consumatori.
  2. Accrescere il valore della cooperazione: Il 2024 vedrà marchi e consumatori collaborare in nuovi modi per affrontare l’incertezza, cercando soluzioni positive. La co-creazione e la partecipazione del consumatore diventeranno ancora più rilevanti. Aziende orientate al futuro dovranno sviluppare strategie di coinvolgimento che incoraggino un dialogo aperto, coltivando relazioni di fiducia e trasparenza. In un panorama digitale in costante evoluzione, l’adattamento a queste tendenze diventerà cruciale per il successo a lungo termine, richiedendo una costante riflessione e una certa prontezza nell’affrontare e nell’abbracciare il cambiamento. Elementi chiave, in questa prospettiva, saranno:
    • l’attenzione al valore
    • la costruzione di relazioni significative
    • l’adozione di prospettive positive
      Tutto questo aiuterà brand e aziende a guidare il proprio successo nel corso del 2024.
  3. Le relazioni vivranno il loro Rinascimento: L’abuso degli schermi e la crescente virtualizzazione della vita quotidiana spingeranno i consumatori a cercare nuove forme di intimità per il loro benessere fisico e mentale. Per questo motivo, le aziende che promuoveranno esperienze autentiche e relazioni significative prospereranno. Nel 2024, l’accento sulla qualità delle interazioni, sia online che offline, sarà cruciale per rispondere a questo bisogno umano fondamentale.

 

Anticipa le tendenze del 2024: scegli il partner giusto

Nel panorama dinamico e sempre in evoluzione del marketing digitale, le tendenze del 2024 delineano un futuro in cui la tecnologia, l’esperienza utente e la sostenibilità convergono, ridefinendo le strategie aziendali. Dal Web Semantico alla SEO incentrata sull’utente, dalle sfide della privacy all’innovazione nel Social Media Marketing, il 2024 sarà un anno cruciale per l’adattamento.

Se navigare attraverso queste nuove dinamiche sembra un’impresa ardua, ricorda che Naxa è qui per guidarti. Gli specialisti di Naxa sono pronti ad offrire supporto esperto nella comunicazione e nel marketing, aiutandoti a cogliere al meglio le opportunità offerte dal futuro digitale.

Customer Service e Chatbot: un’accoppiata vincente

Chatbot per Customer Service: a che cosa serve e perché è utile?

Nell’era digitale in cui viviamo, l’uso dei Chatbot per il Customer Service sta rivoluzionando il modo in cui le aziende interagiscono con i propri clienti. Ma cosa accade quando i clienti si sentono insoddisfatti dei servizi offerti dai Chatbot?

Una recente ricerca – basata su 35.000 interazioni con Chatbot di servizio presso un’azienda di telecomunicazioni – ha rivelato che molti consumatori si ritengono insoddisfatti del servizio fornito da questi sistemi autonomi (un punteggio di soddisfazione di 1 su 5), nonostante il loro sempre crescente utilizzo.

Questo articolo esplorerà il mondo dei Chatbot per il Customer Service, esaminando perché sono diventati così diffusi e come le aziende possono migliorare l’esperienza del cliente attraverso l’implementazione strategica dei Chatbot. Prima, però, dedicheremo un po’ di spazio al Customer Service, esplorandone il valore e la centralità all’interno delle aziende.

 

Indice:

 

Il ruolo cruciale del Customer Service nel business

Nel mondo degli affari, la soddisfazione del cliente è una priorità.

Il Customer Service svolge un ruolo cruciale in questo processo, poiché è responsabile dell’assistenza e del supporto ai clienti.

L’avvento delle tecnologie digitali ha ampliato il modo in cui le aziende affrontano il Customer Service.

Oltre ai tradizionali canali di comunicazione telefonica e via email, oggi le aziende si affidano sempre più ai social media. Piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram sono diventate non solo veicoli per la promozione del brand, ma anche canali vitali per l’interazione diretta con i clienti.

Al di là dei social media, altre tecnologie emergenti hanno contribuito a migliorare il Customer Service: i sistemi di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) consentono alle aziende di tracciare e analizzare interazioni passate con i clienti, fornendo un quadro più completo delle esigenze e delle preferenze individuali.

A tutto questo, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, si sono affiancati i Chatbot: intelletti sintetici con i quali le persone possono chattare, chiedendo loro informazioni, spiegazioni, delucidazioni sui prodotti e sulle loro esperienze di acquisto.

Proprio a questi ultimi dedicheremo l’intero articolo, cercando di capire che cosa sono, perché sono utili, e in che modo possono aiutare le aziende. Parlando proprio di “aiuto alle aziende”, la prima considerazione da fare riguarda l’insoddisfazione che alcuni hanno manifestato, nei confronti dei Chatbot (le abbiamo menzionate nel primo paragrafo). Infatti, affinché il servizio Chatbot sia soddisfacente, bisogna fare in modo che queste entità siano quanto più possibile ricettive, precise e capaci di dialogare con le persone. Strumenti automatizzati, banali (perché offrono sempre le solite 3 soluzioni) o incapaci di comprendere un problema sono solo ostacoli spiacevoli, sia per le aziende, sia per le persone che, anziché trovare in essi una soluzione, vi scorgono soltanto l’ennesimo problema.

 

Cosa sono i Chatbot per il Customer Service?

In questo paragrafo, esamineremo in dettaglio cosa sono i Chatbot per il Customer Service. Descriveremo come funzionano e come sono integrati nelle strategie di assistenza al cliente. Iniziamo, però, da una definizione semplice e chiara di Chatbot, in modo da definire ciò che intendiamo:

 

Chatbot: una definizione

Un Chatbot è un programma informatico alimentato da intelligenza artificiale (IA) che simula una conversazione umana attraverso l’uso di chat o testo. La loro implementazione nel contesto del Customer Service mira a offrire risposte immediate e soluzioni a domande comuni o richieste di assistenza.

 

Chatbot: migliorare il Customer Service in quattro mosse

Ora che abbiamo chiarito ciò che intendiamo, possiamo subito elencare alcune modalità per migliorare l’interazione tra Chatbot e clienti, così da contrastare l’insoddisfazione rilevata dall’analisi citata all’inizio.

Quindi, proviamo a delineare alcune strategie per ottimizzare l’efficacia dei Chatbot e trasformarli da entità digitali considerate un “problema” in una “soluzione aziendale”, in grado di potenziare la relazione tra brand e clienti.

Risposte rapide e migliori, grazie all’Intelligenza Artificiale

I progressi nei modelli di linguaggio avanzati (come GPT-4, Bard, e tanti altri, ai quali abbiamo anche   dedicato un articolo) consentono ai Chatbot di offrire servizi più veloci ed efficaci rispetto agli operatori umani. Le aziende possono addestrare i Chatbot su grandi quantità di dati proprietari, consentendo loro di rispondere con maggiore precisione e soddisfare le esigenze dei clienti in tempi più brevi.

 

Condividere benefici economici con i clienti

Condividere i benefici economici dell’automazione del servizio con i clienti può migliorare la percezione dei Chatbot. Questa condivisione può assumere molte forme, dalla concessione di sconti agli utenti che utilizzano il canale dei Chatbot, all’assegnazione di punti fedeltà o l’offerta di vantaggi esclusivi. Il tutto può avvenire anche direttamente all’interno della chat, in modo del tutto automatizzato (e sicuramente gradito da parte di chi, oltre a ricevere soluzioni al proprio problema, ottiene graditi benefici in termini economici).

 

Investire sui compiti nei quali i Chatbot possono eccellere

Concentrarsi su compiti che i Chatbot possono gestire in modo significativamente migliore rispetto agli operatori umani è fondamentale. Le aziende dovrebbero evitare l’automazione di compiti in cui i Chatbot possono solamente eguagliare le prestazioni umane e concentrarsi su compiti più semplici e ben definiti. In questo modo, i brand potrebbero presentare servizi eccellenti e palesemente di alto livello, rendendoli utili, graditi e ammirevoli per gli utenti.

 

Lavorare su interazioni basate su un linguaggio più umano

Rendere i Chatbot più “umani” nella loro interazione con i clienti è essenziale. I Chatbot che adottano uno stile conversazionale simile a quello umano, infatti, possono aumentare la soddisfazione del cliente e migliorare l’immagine del marchio. Questo perché, per quanto siano ammirevoli, i Chatbot possono costituire – per alcune persone – entità sospette, nelle quali non riescono a riporre fiducia. Un linguaggio umano consente, invece, di creare relazioni solide e affidabili, perché basate su modalità di interazione molto, molto simili a quelle che intercorrono tra gli esseri umani.

 

Rivoluziona il Customer Service: porta i Chatbot in azienda

Quanto abbiamo scritto sopra è chiaro ed evidente, e molti di noi, probabilmente, hanno avuto un’esperienza di comunicazione con un Chatbot. Questo perché i Chatbot per il Customer Service stanno rivoluzionando il modo in cui le aziende affrontano le esigenze dei clienti e si stanno diffondendo (specialmente se costruiti in modo efficace, nel rispetto della soddisfazione dei clienti).

Se implementati in modo strategico all’interno del Customer Service, i Chatbot possono migliorare notevolmente l’efficienza del supporto, lasciando agli operatori umani più tempo da dedicare ad interazioni più complesse e problematiche di più alto livello. Tutto questo, inutile dirlo, porta ad un rafforzamento della soddisfazione dei clienti, con una positiva ricaduta su aziende e brand che hanno deciso di investire in questa tecnologia.

 

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Per avere maggiori informazioni sul mondo dei Chatbot, o per esprimere le tue richieste nello sviluppo di un Customer Service avanzato, contattaci. Saremo lieti di ascoltare le tue richieste e di individuare la soluzione più adatta per la tua azienda.

Marketing: nascita e sviluppo della più grande influenza del nostro tempo

Benvenuti in un viaggio attraverso il misterioso passato e l’affascinante futuro del marketing.

In questo articolo, esploreremo le radici mitiche del marketing, le sue prime evoluzioni nel marketing moderno e ci immergeremo nelle quattro aree principali del marketing, da un focus sui prodotti all’attenzione ai valori umani. Ma non ci fermeremo qui. Guarderemo avanti, verso il Marketing 5.0: un mondo di automazione, intelligenza artificiale e personalizzazione estrema.

Quello che abbiamo delineato in queste righe vuole essere un racconto di come il marketing sia cresciuto in passato e di come cambierà nel corso del tempo. Un’opportunità per comprendere meglio il domani grazie a tutto quello che il passato ha ancora da raccontare. Ma iniziamo dalla domanda più importante: quando nasce il marketing?

Orologio da taschino sopra una mappa storica

Una storia molto difficile da raccontare

Raccontare la storia del marketing è complesso, perché le fonti sono disparate, talvolta concordi, talvolta in totale disaccordo. Inoltre, in un ambito affascinante come questo, non mancano leggende, miti, escatologie fantasiose e narrazioni che i marketer amano esibire, durante i convegni o nel mezzo di un workshop, per generare stupore nel loro pubblico.

Nonostante questo, abbiamo cercato di reperire le fonti più interessanti e più ricche di informazioni utili, per proporvi questo articolo che, speriamo, potrà risultare denso ma anche utile, ricco di informazioni e foriero di nuove e vincenti ispirazioni per il futuro.

Monte fuji in Giappone

Il passato mitico (e inesplorabile) del Marketing

Il passato del marketing è avvolto da un alone di mistero e leggenda. Spesso, siamo tentati di considerarlo una disciplina moderna, ma in realtà ha radici profonde che affondano nei secoli. In questo paragrafo, faremo un viaggio indietro nel tempo per esplorare le origini mitiche e inesplorate del marketing.

Le storie sulle origini del marketing ci portano al Giappone del 1636, quando un giovane quattordicenne di nome Mitsui Takatoshi si trasferì nella vivace Edo, l’odierna Tokyo, per lavorare nel negozio di tessuti di suo fratello. In quel momento, Takatoshi non poteva certo immaginare che avrebbe dato il via a un’incredibile avventura imprenditoriale che avrebbe portato, nel 1673, alla fondazione del negozio di tessuti Echigoya (ancora attivo oggi sotto il nome Mitsukoshi).

Questo fu il primo passo verso la creazione del Mitsui Group, una delle multinazionali giapponesi più longeve e potenti. La sua visione imprenditoriale lo portò a un’innovazione fondamentale: intervistare i potenziali clienti per comprendere le loro reali esigenze. Questo modello pionieristico stabilì il principio fondamentale del marketing moderno: i prodotti devono soddisfare le esigenze dei clienti.

È per questo motivo che, secondo Peter Drucker (considerato il padre del management) Mitsui Takatoshi è riconosciuto come l’inventore del marketing.

Non possiamo sapere con certezza se quella di Takatoshi sia una storia vera o una leggenda. Ma sappiamo per certo che è una di quelle storie che fa bene al cuore e dona coraggio a chi, oggi, decide di fare impresa. E, anche per questo, ci piace.

Nel prossimo paragrafo, esploreremo la nascita del marketing moderno negli Stati Uniti durante il periodo tra il 1910 e il 1930, concentrandoci sulle prime associazioni di marketing e sul contributo dell’economista italiano Giancarlo Pallavicini.

Grattacieli visti dal basso

Il marketing moderno

Ora che abbiamo esplorato le affascinanti origini mitiche del marketing, spostiamo la nostra attenzione sulla sua evoluzione verso la modernità.

In questo secondo paragrafo, analizzeremo il periodo che va dal 1910 al 1930, quando il marketing moderno iniziò a prendere forma negli Stati Uniti. Vedremo, inoltre, come le prime associazioni di marketing e l’economista italiano Giancarlo Pallavicini abbiano contribuito a plasmare questa disciplina.

Nel periodo tra il 1910 e il 1930, negli Stati Uniti, si assistette alla nascita delle prime associazioni di marketing, composte da accademici, professori e studiosi. Questi pionieri riconobbero la crescente importanza di applicare principi scientifici e organizzativi alle attività commerciali. In questo contesto, il marketing stava emergendo come una disciplina organica e scientifica.

Tra gli aspetti più interessanti che si possono menzionare, in questa parte della storia del Marketing, figurano sicuramente quattro momenti, che sono stati parte della storia dai primissimi anni del Novecento (il 1910, per la precisione) fino agli anni Cinquanta.

Nello specifico (e abbastanza in breve, perché ogni parentesi della storia del Marketing dedicherebbe un libro a parte, se non addirittura uno specifico percorso di approfondimento), ecco i quattro momenti della storia del marketing moderno che meritano di essere approfonditi:

 

1910: La nascita del marketing

Il 1910 segna il punto di partenza del marketing moderno. Questo movimento ha le sue radici negli Stati Uniti, in cui emersero le prime istituzioni legate al settore. La più antica tra queste è la National Association of Teachers of Advertising, costituita da professori e studiosi che riconobbero la crescente importanza di applicare principi scientifici e organizzativi alle attività commerciali.

 

1929: Un nuovo approccio al commercio

Il 1929, oltre ad essere un anno cruciale per la storia umana e finanziaria a causa della Grande Depressione, ha anche segnato un cambiamento nell’approccio al marketing. Questo periodo vide l’emergere di un nuovo modo di pensare al consumo, noto come l’American Way of Life, che promuoveva una visione più etica e sostenibile. Inoltre, fu il momento in cui iniziarono gli studi scientifici sulla grande distribuzione, anche se inizialmente erano incentrati principalmente sulla ricerca di mercato.

 

1935: National Association of Teachers of Advertising

Nel 1930 venne fondata l’American Marketing Society, la prima associazione dedicata al marketing che comprendeva sia accademici che professionisti del settore. Il marketing stava diventando sempre più scientifico, basato su analisi, confronti e test. Nel 1934, con la fondazione della National Association of Marketing Teachers, il marketing si distaccò dalla pubblicità come disciplina di studio e ricerca. Nel 1935, la National Association of Marketing Teachers propose una definizione di marketing che lo definiva come:

“L’insieme delle attività d’impresa realizzate al fine di governare e indirizzare il flusso di beni e servizi da chi produce a chi consuma.”

 

1950: Gli anni del boom

Salendo di 15 anni nel futuro, arriviamo al 1950, un periodo di boom economico noto come gli anni del secondo dopoguerra. In questo contesto, il consumo divenne un fenomeno di massa e si affermò la consapevolezza della necessità di strutturare una disciplina che organizzasse in modo sistematico la produzione, la distribuzione e la promozione. È in questo periodo che il marketing verticale prese piede: le aziende cercavano un flusso di comunicazione diretto con i propri clienti, concentrandosi principalmente sui prodotti e mirando a un pubblico pressoché indifferenziato. In questi anni, il marketing identificò i principi fondamentali su cui si basa l’approccio odierno, orientato a identificare e soddisfare i bisogni del pubblico attraverso prodotti e servizi.

Alla fine degli anni Cinquanta, poi, vi fu un altro, interessante contributo (significativo e meritevole di un approfondimento), poiché fu fornito dall’economista italiano Giancarlo Pallavicini.

 

I fondamenti del marketing management secondo Pallavicini

A partire dal 1959, Pallavicini intraprese studi approfonditi sulle ricerche di mercato, sottolineando l’importanza di comprendere il mercato e le esigenze dei clienti come fondamentale per il successo aziendale. Le sue idee e ricerche tracciarono i fondamenti del marketing management, che divennero essenziali per il marketing moderno.

L’approccio di Pallavicini è ben riassunto nella seguente citazione – tratta proprio da giancarlopallavicini.it – nella quale sono espresse le definizioni di marketing date dall’italiano. Concetti fondamentali che, in seguito, furono presi in considerazione anche da Kotler (L’elenco puntato e il corsivo sono nostri; il contenuto è stato conservato invariato, così come presente alla fonte: http://www.giancarlopallavicini.it/economia/marketing):

“Le origini del “concetto di marketing” si possono far risalire all’economista italiano Giancarlo Pallavicini, che nel 1959 sviluppò approfondimenti sulle ricerche di mercato, costituenti, di fatto, i primi strumenti di quello che divenne poi il marketing moderno, ripresi e sviluppati in un secondo tempo da Philip Kotler.”

 

Giancarlo Pallavicini introduce le seguenti definizioni:

 

“Il marketing viene definito come quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori.”

“Il marketing management consiste invece nell’analizzare, programmare, realizzare e controllare progetti volti all’attuazione di scambi con mercati-obiettivo per realizzare obiettivi aziendali.”

“Esso mira soprattutto ad adeguare l’offerta di prodotti o servizi ai bisogni e alle esigenze dei mercati-obiettivo ed all’uso efficace delle tecniche di determinazione del prezzo, della comunicazione e della distribuzione per informare, motivare e servire il mercato.”

 

Nel prossimo paragrafo, esamineremo il ruolo cruciale di Philip Kotler nel definire le diverse ere del marketing, concentrandoci su quattro fasi chiave che hanno segnato l’evoluzione di questa disciplina.

Robot in fabbrica

Le Quattro Ere del Marketing

Dopo aver esaminato la nascita del marketing moderno grazie alle prime associazioni di marketing e alle ricerche di Giancarlo Pallavicini, è fondamentale comprendere come questa disciplina sia evoluta nel corso del tempo.

In questo terzo paragrafo, esploreremo le quattro ere principali del marketing, ciascuna caratterizzata da approcci distinti e da un diverso orientamento verso i clienti e i valori aziendali.

Il marketing ha attraversato quattro ere principali, ognuna delle quali ha contribuito a ridefinire il modo in cui le aziende si rapportano ai propri clienti e promuovono i loro prodotti e servizi.

 

Marketing 1.0 – Focus sul Prodotto

Questa era iniziale del marketing ha dominato fino agli anni ’90 del secolo scorso, caratterizzata da una produzione di massa. Durante questo periodo, l’attenzione era principalmente rivolta al prodotto stesso.

La comunicazione di marketing si concentrava sulle caratteristiche tecniche, le specifiche del prodotto e le funzionalità. L’obiettivo era soddisfare le esigenze di base dei consumatori attraverso una comunicazione di massa che utilizzava mezzi come giornali, radio e televisione. In questa fase, il prodotto veniva creato prima e poi si cercava un pubblico per venderlo.

Un esempio iconico di questa era è rappresentato dal Maggiolino della Volkswagen, un prodotto di massa ben noto.

 

Marketing 2.0 – Focus sui Bisogni dei Clienti

Con la nascita del World Wide Web nel 1991 e la diffusione di Internet alla fine degli anni ’90, il marketing ha subito una trasformazione epocale. Internet ha dato ai consumatori il potere di cercare rapidamente informazioni sui prodotti e i servizi.

La comunicazione di marketing si è spostata online, dando vita a un’era in cui il cliente è al centro. I prodotti sono stati studiati e costruiti per soddisfare i desideri dei clienti, e la comunicazione di marketing è diventata più individuale e bidirezionale. Prima del prodotto, ora viene il cliente.

L’accesso a Internet ha reso possibile la ricerca, il confronto e la discussione dei prodotti, inizialmente nei forum e successivamente sui social media.

 

Marketing 3.0 – Focus sui Valori Umani

Nel 2010, Philip Kotler ha introdotto il concetto di Marketing 3.0, noto come “From Products to Customers to the Human Spirit.” Questa era ha portato un cambiamento radicale nel modo in cui le aziende affrontano il marketing. L’obiettivo è diventato creare un benessere multidimensionale in un’ottica win-win, coinvolgendo mente, cuore e spirito dei clienti. Le aziende sono chiamate a produrre beni e servizi che non solo soddisfino le esigenze dei clienti ma che siano anche sostenibili ed etici.

In questa fase, il contatto con le aziende si è spostato dalle logiche razionali del cervello alle emozioni, con un’enfasi crescente sulla missione, la visione e i valori aziendali.

 

Marketing 4.0 – Focus sulle Relazioni Connesse

Nel 2017, Philip Kotler ha introdotto il Marketing 4.0, che rappresenta l’integrazione totale tra il marketing offline e il mondo digitale. Il cliente oggi interagisce con l’azienda attraverso numerosi punti di contatto reali e digitali, rendendo essenziale un’attenzione minuziosa a tutte le forme di comunicazione e interazione con i clienti e i potenziali clienti. Il viaggio del cliente può iniziare sui social media, passare attraverso il sito web del brand, le recensioni online e le interazioni fisiche in negozio. Questo rende il marketing altamente soggettivo e potenzialmente infinito.

Nel prossimo paragrafo, esploreremo il futuro del marketing con l’emergere del Marketing 5.0, che integra tecnologie avanzate come l’automazione, l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata, aprendo nuove opportunità e sfide per le aziende.

Grafica che rimanda a un gruppo di persone stilizzate

Marketing: una storia, quattro orientamenti

Per correttezza bisogna dire che la visione delle Quattro Ere non costituisce l’unica modalità di descrivere e approfondire la storia del Marketing.

Tra le varie teorie e le posizioni di chi ha voluto spiegare un po’ meglio l’evoluzione di questa disciplina umana – così recente, eppure già così ricca di un passato – vi sono anche quattro diverse tipologie di “orientamento” che, appunto, cercando di rendere più chiaro ed esplicito in che modo, nel corso della sua storia, il Marketing abbia deciso di indirizzarsi (e di indirizzare le aziende, e i mercati, e il commercio) in approcci differenti, appunto.

Quattro direzioni che è utile approfondire, perché ognuna di esse contribuisce a renderci ancor più colti sul tema, ma soprattutto più consapevoli del percorso compiuto dal marketing, passato dalla produzione al prodotto, dalle vendite alle persone.

 

Orientamento alla produzione

Questa fase, che si estese dalla Rivoluzione Industriale fino alla Grande Depressione, era incentrata sulla massimizzazione della produzione e del profitto. Le aziende si concentravano sulla produzione su larga scala di prodotti standardizzati senza tener conto dei bisogni o della soddisfazione del consumatore.

 

Orientamento al prodotto

In questa fase, in cui c’era un aumento della concorrenza, le aziende iniziarono a differenziare i loro prodotti concentrandosi sulle caratteristiche e sulla qualità. Tuttavia, non tenevano ancora conto dei bisogni effettivi dei consumatori.

 

Orientamento alle vendite

Con la saturazione dei mercati e l’aumento della concorrenza, le aziende si sono concentrate sulla massimizzazione delle vendite e del fatturato. Questa fase ha visto l’uso di strumenti di marketing quali:

  • i prezzi
  • i sistemi di distribuzione
  • la comunicazione finalizzata alla stimolazione delle vendite.

Strumenti molto importanti, ma ancora distanti dall’ultimo e più importante aspetto: l’orientamento del cliente e, quindi, la sua importanza, la sua centralità, il suo essere fulcro, perno e motore centrale del marketing moderno.

 

Orientamento al cliente

L’evoluzione successiva – come abbiamo anticipato – ha portato all’orientamento al cliente, in cui le aziende hanno iniziato a comprendere e soddisfare i bisogni dei consumatori. Questa fase ha richiesto, tra le varie cose, una serie di attività e di azioni tipiche della modernità:

  • ricerche di mercato
  • segmentazione
  • targetizzazione
  • posizionamento

Da questo momento della Storia del Marketing è nato un momento di sempre maggior legame tra il mercato e le persone. Il legame tra gli individui e le attività del marketing è divenuto centrale.

Persona che utilizza un tablet virtuale

Il Futuro e la Quinta era del Marketing

Mentre abbiamo esaminato le quattro ere principali del marketing che hanno segnato la sua evoluzione, è importante guardare avanti verso ciò che il futuro potrebbe riservare a questa disciplina. Nel quarto paragrafo, esploreremo il Marketing 5.0, una fase emergente che incorpora tecnologie avanzate e comportamenti dei consumatori sempre più complessi.

Il Marketing 5.0 rappresenta il futuro del marketing e incorpora una serie di tecnologie avanzate e nuovi comportamenti dei consumatori. Questa fase è caratterizzata da una maggiore integrazione delle tecnologie digitali nelle strategie di marketing e dalle profonde connessioni tra le aziende e i consumatori. Ecco alcune delle tendenze e degli elementi chiave che definiranno il Marketing 5.0:

  1. Automazione: L’automazione delle attività di marketing sta diventando sempre più diffusa. Gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale consentono alle aziende di automatizzare processi come la segmentazione dei clienti, l’invio di messaggi personalizzati e la gestione delle campagne pubblicitarie.
  2. Bot e Intelligenza Artificiale: I chatbot e l’intelligenza artificiale stanno trasformando l’interazione tra le aziende e i clienti. Questi strumenti possono rispondere alle domande dei clienti in tempo reale, offrire assistenza personalizzata e persino gestire vendite e prenotazioni.
  3. Realtà Aumentata: La realtà aumentata sta diventando una parte sempre più importante del marketing. Le aziende utilizzano questa tecnologia per consentire ai clienti di “provare” i prodotti virtualmente prima di acquistarli, come ad esempio l’uso di applicazioni per la prova di mobili o vestiti.
  4. Big Data e Analisi: La raccolta e l’analisi dei dati sono diventate fondamentali per comprendere meglio i comportamenti dei clienti e adattare le strategie di marketing di conseguenza. Il marketing 5.0 si basa su dati accurati e analisi avanzate per prendere decisioni informate.
  5. Monitoraggio e Social Media: I social media continuano a svolgere un ruolo centrale nel marketing 5.0. Le aziende monitorano attentamente le conversazioni online per comprendere i sentimenti dei clienti e rispondere in modo proattivo alle loro esigenze e preoccupazioni.
  6. Personalizzazione Estrema: I consumatori si aspettano un’esperienza altamente personalizzata. Il marketing 5.0 si basa sulla capacità di offrire contenuti, prodotti e servizi altamente mirati e rilevanti per ciascun cliente.

Il Marketing 5.0 rappresenta un’opportunità entusiasmante per le aziende di adattarsi a un mondo in continua evoluzione.

Il ruolo del marketing oggi è quello di comprendere il contesto in continua evoluzione e di creare relazioni più profonde e personalizzate con i clienti, tenendo conto delle dinamiche sociali e tecnologiche.

L’orientamento contemporaneo del marketing va oltre il semplice “orientamento al cliente” ed è incentrato sull’individuo, la sua sfera emotiva e psicologica, e il dialogo digitale personalizzato.

Tuttavia, comporta anche sfide legate alla privacy dei dati, alla concorrenza sempre più feroce e alla necessità di rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie e tendenze del settore.

 

Entra nell’Era del Marketing Naxa

Se vuoi portare la tua azienda nel futuro del marketing, se questa Quinta Era ti esalta (o ti spaventa), parlarne con dei veri professionisti potrà fare la differenza.

Vieni a trovarci e raccontaci le tue esigenze. Metteremo la nostra esperienza nell’ambito del marketing al servizio del tuo business.

Web Marketing: strategie per far crescere le PMI

Da un po’ di tempo a questa parte, il web marketing è diventato una componente essenziale per il successo delle piccole e medie imprese (PMI) nell’era digitale. Al punto che, ormai, un’affermazione come questa non fa più notizia.

Eppure, se è vero che oggi il web marketing è ben noto a PMI e imprenditori, è altrettanto vero che meno della metà delle PMI fanno uso delle risorse e degli strumenti che il digital mette a disposizione.

In questo blog – dedicato agli imprenditori e alle PMI che vogliano sfruttare al massimo la potenza del digital e, in particolare, i risultati che il web marketing può portare – esploreremo alcune delle migliori strategie di web marketing che è possibile adottare per aumentare la visibilità online, generare lead qualificati e far crescere il proprio business.

In particolare, dedicheremo un paragrafo di approfondimento ad ognuno dei contenuti elencati di seguito. Per ogni argomento elencheremo i vantaggi, una breve lista di best practices da mettere subito in pratica e (vista la complessità dei temi) forniremo link ad approfondimenti e contenuti più specifici e dedicati.

  • L’importanza del sito web, della sua ottimizzazione, dei contenuti di valore e delle attività di Search Engine Optimisation (SEO)
  • La centralità delle campagne di online advertising e il Search Engine Advertising come strumenti per far incontrare più facilmente la domanda del pubblico con l’offerta della tua PMI.
  • Le attività di Social Media Marketing (SMM), ovvero la produzione di contenuti per i social, la gestione di una community
  • Il Content Marketing e la produzione di contenuti coinvolgenti e interessanti per creare e mantenere un legame saldo con il proprio pubblico.
  • Le attività di nurturing e di diffusione di contenuti di valore tramite le mailing list aziendali, ovvero: l’Email Marketing.

A questo punto, non resta che cominciare ad affrontare tutti gli argomenti, dal primo all’ultimo, come fossero gradini di una scala che può portare la tua PMI dall’oggi al futuro. Dalla situazione attuale, al successo. Cominciamo.

 

Indice:

L’importanza di un sito web ottimizzato SEO per le PMI

L’importanza di un sito web ottimizzato SEO per le PMI

Secondo l’analisi condotta da SEMrush nel 2021, solo il 36% delle PMI italiane ha un sito web ottimizzato per i motori di ricerca. Questo dato rappresenta un’opportunità significativa per le PMI di distinguersi dalla concorrenza.

Ma perché è così importante avere un sito web ottimizzato SEO per una piccola o media impresa?

Un sito web ottimizzato è di vitale importanza, infatti può essere la prima impressione che molte persone avranno di te, e se non è ben ottimizzato, potresti perdere potenziali clienti. Ecco alcune ragioni chiave per cui un sito web SEO-friendly è cruciale:

  1. Visibilità online: Un sito web ottimizzato per i motori di ricerca appare più in alto nei risultati di ricerca, aumentando la visibilità della tua impresa. Ciò significa che le persone sono più propense a trovare il tuo sito quando cercano prodotti o servizi simili.
  2. Credibilità: Un sito web ben strutturato e ben ottimizzato trasmette professionalità e credibilità. I potenziali clienti tendono a fidarsi di aziende con una forte presenza online.
  3. Aumento del traffico qualificato: L’ottimizzazione SEO mira a far apparire il tuo sito davanti a persone realmente interessate ai tuoi prodotti o servizi. Ciò significa che il traffico che ricevi è più qualificato e più incline a convertire in clienti.
  4. Concorrenza: Se i tuoi concorrenti hanno siti web ottimizzati, potrebbero attirare clienti che altrimenti potrebbero scegliere te. Per stare al passo o superare la concorrenza, è fondamentale investire nell’ottimizzazione SEO.
  5. Mobile-friendliness: Con sempre più persone che navigano su internet tramite dispositivi mobili, è essenziale che il tuo sito sia ottimizzato per la visualizzazione su smartphone e tablet. Google premia i siti web mobile-friendly nei risultati di ricerca.
  6. Migliora l’esperienza utente: L’ottimizzazione SEO non riguarda solo i motori di ricerca, ma anche l’esperienza degli utenti. Un sito web ben strutturato, con pagine caricate velocemente e una navigazione intuitiva, rende felici i visitatori.

Come ottimizzare il sito aziendale per la SEO?

Ottimizzare il proprio sito aziendale in ottica SEO è qualcosa di complesso, pertanto forniamo solo alcuni piccoli suggerimenti nell’elenco riportato di seguito, in modo che possano fare da rapida checklist per chi volesse avvicinarsi all’argomento e iniziare a capire se il proprio sito necessiti, o meno, di un intervento SEO. Al termine dell’elenco forniremo link di approfondimento a contenuti più specifici sul tema.

  1. Ricerca delle parole chiave: Identifica le parole chiave pertinenti per il tuo settore e utilizzale in modo strategico nei tuoi contenuti. Contenuti che, naturalmente, dovranno essere di qualità e significativi per il tuo pubblico, in modo da attirare la sua attenzione, ma anche per risolvere i loro problemi (risultando, così, molto utili e graditi).
  2. Contenuto di alta qualità: Crea contenuti informativi e di valore per i tuoi utenti. Questo può includere articoli, guide, video e altro ancora.
  3. Ottimizzazione on-page: Assicurati che ogni pagina del tuo sito abbia un titolo, una descrizione e dei tag di intestazione ben ottimizzati. Utilizza URL amichevoli e assicurati che le immagini siano compresse e ottimizzate.
  4. Mobile optimization: Verifica che il tuo sito sia reattivo e che funzioni correttamente su dispositivi mobili.
  5. Link building: Costruisci un profilo di link di alta qualità, con link da fonti affidabili e pertinenti al tuo settore.
  6. Analisi e monitoraggio: Utilizza strumenti come Google Analytics e Google Search Console per monitorare le prestazioni del tuo sito e apportare miglioramenti continui.

Per approfondire l’argomento Search Engine Optimization e scoprire in che modo ottimizzare il sito web in chiave SEO ti consigliamo l’articolo al link. Oppure, puoi contattare il nostro team: saremo lieti di accogliere le tue esigenze e fornirti le soluzioni più adatte per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.Pmi italiane online ads e search engine advertising.

PMI italiane: online adv e Search Engine Advertising (SEA)

Secondo uno studio condotto da Digital360 nel 2021, il 63% delle PMI italiane ha investito in campagne di pubblicità online. Google Ads e social media advertising sono stati identificati come i canali di pubblicità più utilizzati. Ma quali sono i vantaggi che l’online advertising può portare a una PMI e come è possibile 

avviare la prima campagna con successo?

  1. Targeting preciso: Con le piattaforme di advertising online, è possibile definire con precisione il pubblico a cui desideri rivolgerti. Questo ti consente di raggiungere esattamente le persone interessate ai tuoi prodotti o servizi.
  2. Controllo del budget: Puoi impostare un budget giornaliero o mensile per le tue campagne, il che ti permette di gestire in modo efficace le spese pubblicitarie e di ottenere un buon ritorno sull’investimento.
  3. Misurabilità: Uno dei principali vantaggi dell’online advertising è la possibilità di monitorare in tempo reale le prestazioni delle tue campagne. Puoi vedere quanti clic hai ottenuto, quante persone hanno visualizzato i tuoi annunci e quanto hai speso.
  4. Flessibilità: Puoi apportare modifiche alle tue campagne in qualsiasi momento in base ai risultati e alle tendenze emergenti. Questa flessibilità ti consente di adattarti rapidamente alle esigenze del mercato.
  5. Brand awareness: Le campagne online possono aiutarti a costruire la consapevolezza del tuo brand. Anche se le persone non effettuano un acquisto immediato, possono ricordarsi del tuo marchio per il futuro.

Search Engine Advertising: come iniziare?

Quello della SEA (Search Engine Advertising) è un argomento complicato: richiede competenze teoriche, ma anche anni di pratica, che consentono di configurare e ottimizzare al meglio le proprie campagne pubblicitarie su network quali, ad esempio, Google Ads.

Qui di seguito riportiamo qualche suggerimento molto sintetico e, al termine dell’elenco, link per chiunque volesse approfondire maggiormente questo argomento:

  1. Definisci gli obiettivi: Prima di iniziare, stabilisci chiaramente gli obiettivi della tua campagna. Vuoi aumentare le vendite, generare lead o aumentare la consapevolezza del brand? Gli obiettivi chiari ti aiuteranno a misurare il successo.1
  2. Conosci il tuo pubblico: Ricerca e comprendi il tuo pubblico di riferimento. Quali sono i loro interessi, le loro abitudini di navigazione e le loro esigenze? Queste informazioni ti aiuteranno a creare annunci più mirati.
  3. Scegli le piattaforme giuste: Seleziona le piattaforme di advertising online più adatte al tuo pubblico. Ad esempio, se il tuo target è presente su Facebook, concentrati su social media advertising; se stai cercando un pubblico più ampio, considera Google Ads.
  4. Crea annunci efficaci: Scrivi annunci accattivanti con una chiara call-to-action. Utilizza immagini di alta qualità e testa diverse varianti per vedere quali funzionano meglio.
  5. Monitora e ottimizza: Continua a monitorare le prestazioni delle tue campagne e apporta modifiche quando necessario. Puoi sperimentare con diverse parole chiave, budget e creatività per migliorare i risultati.
  6. Impara dalle analisi: Utilizza i dati raccolti per prendere decisioni informate. Identifica cosa ha funzionato e cosa no, e usa queste informazioni per migliorare le tue future campagne.

Puoi approfondire l’argomento online advertising con gli articoli gratuiti che puoi trovare al link. Altrimenti, puoi contattare gli specialisti Naxa che saranno lieti di supportarti e di rispondere alle tue domande.

Il social media marketing (SMM) e l’importanza dei social network per le PMI.

Il social media marketing (SMM) e l’importanza dei social network per le PMI

Secondo un’indagine condotta da We Are Social nel 2023, il numero di utenti regolarmente attivi sui social media è in continuo aumento: notiamo infatti una crescita del 3,0% tra il 2022 e il 2023. Questo dato mette a tacere quelle voci di “morte prossima” dei social media riconfermandole come scusa per fare clickbait. Inoltre, secondo l’analisi di Kantar nel 2021, il 57% delle PMI italiane ha affermato di utilizzare i social media per promuovere i propri prodotti o servizi. Questi dati testimoniano l’ampia diffusione dei social media in Italia e sottolineano l’importanza crescente di una presenza online strategica per le piccole e medie imprese.

Il social media marketing, tuttavia, offre numerosi vantaggi alle PMI italiane e, proprio per questo, è bene che ogni azienda prenda in considerazione i benefici di una strategia SMM (li elenchiamo nell’elenco seguente) e valuti i primi passi per dare inizio alla propria strategia di Social Media Marketing (alcuni consigli per cominciare sono contenuti nell’elenco successivo): 

I vantaggi del Social Media Marketing per le PMI

  1. Aumento della visibilità: I social media offrono un’ampia platea di potenziali clienti. Utilizzando piattaforme come Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn, le PMI possono aumentare significativamente la loro visibilità online.
  2. Coinvolgimento del pubblico: I social network consentono alle PMI di interagire direttamente con il proprio pubblico. Questo coinvolgimento può creare legami più stretti con i clienti e migliorare la fedeltà al brand.
  3. Comunicazione diretta: Le PMI possono utilizzare i social media per comunicare direttamente con i clienti, rispondere alle domande e risolvere i problemi. Questo livello di servizio clienti personalizzato può fare la differenza nella fidelizzazione dei clienti.
  4. Promozione a basso costo: Le campagne pubblicitarie sui social media possono essere accessibili anche per le PMI con budget limitati. È possibile raggiungere un pubblico mirato senza dover investire grandi somme di denaro.
  5. Analisi e monitoraggio: Le piattaforme di social media forniscono strumenti di analisi avanzati che consentono alle PMI di monitorare le prestazioni delle loro campagne e adattarle in tempo reale.

Dar vita a una strategia di social media marketing efficace

Ecco da dove cominciare per avviare la strategia di Social Media Marketing per la propria PMI. Se sei interessato ad approfondire l’argomento, trovi link e approfondimenti al termine dell’elenco: 

  1. Definisci gli obiettivi: Prima di iniziare, stabilisci obiettivi chiari per la tua strategia di social media marketing. Vuoi aumentare il traffico al sito web, generare lead o migliorare la consapevolezza del brand? Gli obiettivi chiari ti guideranno nella pianificazione delle tue attività.
  2. Conosci il tuo pubblico: Ricerca e comprendi il tuo pubblico di riferimento. Quali sono i loro interessi, le loro esigenze e i loro comportamenti sui social media? Queste informazioni ti aiuteranno a creare contenuti mirati.
  3. Scegli le piattaforme giuste: Non è necessario essere presenti su tutte le piattaforme di social media. Concentrati su quelle che sono più adatte al tuo pubblico e ai tuoi obiettivi. Ad esempio, se il tuo target è prevalentemente B2B, LinkedIn potrebbe essere la scelta migliore.
  4. Crea contenuti di valore: Pubblica contenuti interessanti, informativi e coinvolgenti. Usa immagini di alta qualità e scrivi testi accattivanti.
  5. Mantieni una frequenza costante: Mantieni una presenza costante sui social media. Pianifica un calendario editoriale e cerca di pubblicare in modo regolare per mantenere il tuo pubblico coinvolto.
  6. Interagisci con il pubblico: Rispondi ai commenti, alle domande e ai messaggi privati in modo tempestivo. Il coinvolgimento diretto con il pubblico è fondamentale per costruire relazioni solide.
  7. Monitora e misura i risultati: Utilizza gli strumenti di analisi per monitorare le prestazioni delle tue campagne. Cosa ha funzionato meglio? Cosa può essere migliorato? Usa queste informazioni per ottimizzare la tua strategia nel tempo.

La centralità del Content Marketing per le PMI italiane.

La centralità del Content Marketing per le PMI italiane

Secondo uno studio condotto da Content Intelligence nel 2021, solo il 28% delle PMI italiane ha una strategia di content marketing strutturata. Tuttavia, l’importanza di una strategia di content marketing ben definita non può essere sottovalutata per le piccole e medie imprese italiane.

Ecco alcuni vantaggi chiave che una strategia di content marketing può portare alle PMI italiane:

  1. Aumento della visibilità: Creando contenuti di alta qualità e rilevanti per il tuo pubblico target, puoi migliorare la tua visibilità online. I motori di ricerca come Google tendono a premiare i siti web che forniscono contenuti informativi e utili.
  2. Generazione di lead: Il content marketing può aiutarti a catturare potenziali clienti interessati ai tuoi prodotti o servizi. Offrendo contenuti di valore, puoi incoraggiare i visitatori del tuo sito web a fornire informazioni di contatto.
  3. Posizionamento come esperto del settore: Creando contenuti informativi e autorevoli, puoi dimostrare la tua competenza nel settore. Questo può aiutarti a guadagnare la fiducia dei clienti e a posizionarti come leader di mercato.
  4. Fidelizzazione dei clienti: Il content marketing può mantenere i clienti impegnati e fedeli al tuo brand. Puoi fornire loro informazioni utili e consigli per utilizzare i tuoi prodotti o servizi in modo più efficace.
  5. Condivisione sociale: Contenuti interessanti e condivisibili possono essere ampiamente diffusi sui social media, aumentando la tua visibilità e raggiungendo un pubblico più ampio. 

Come fare Content Marketing per una PMI

Se i vantaggi elencati sopra hanno stuzzicato la tua curiosità, ecco alcuni consigli per avviare una strategia di content marketing in autonomia (e, dopo l’elenco, link utili per saperne di più e per approfondire l’argomento):

  1. Identifica il tuo pubblico: Prima di tutto, comprendi chi è il tuo pubblico target. Cosa cercano online? Quali sono le loro esigenze e i loro problemi? Queste informazioni ti aiuteranno a creare contenuti pertinenti.
  2. Scegli i formati di contenuto appropriati: Crea e condividi contenuti di valore, come articoli sul blog, guide pratiche, video tutorial e infografiche. Diversificare i formati di contenuto può attirare un pubblico più ampio.
  3. Focalizzati su argomenti rilevanti: I contenuti devono rispondere alle domande e ai bisogni del tuo pubblico. Concentrati su argomenti rilevanti per il tuo settore e la tua azienda.
  4. Utilizza le parole chiave: Per migliorare la visibilità sui motori di ricerca, utilizza parole chiave pertinenti nei tuoi contenuti. Ricerca le parole chiave più adatte e incorporale in modo naturale nei testi.
  5. Pianifica un calendario editoriale: Crea un piano editoriale per organizzare la produzione e la pubblicazione dei contenuti. Stabilisci una frequenza regolare per mantenere il tuo pubblico coinvolto.
  6. Promuovi i tuoi contenuti: Non limitarti a pubblicare i tuoi contenuti e sperare che siano trovati. Promuovili attraverso i social media, l’email marketing e la condivisione con influencer del settore.
  7. Misura e adatta: Utilizza strumenti di analisi per monitorare le prestazioni dei tuoi contenuti. Cosa funziona meglio? Cosa può essere migliorato? Usa queste informazioni per ottimizzare la tua strategia nel tempo.

Se vuoi approfondire l’argomento e sei in cerca di altri consigli su come creare una content marketing efficace per la tua PMI, prova a contattare il nostro team. Saremo lieti di accogliere le tue richieste e di fornirti tutte le informazioni necessarie per iniziare a ottenere il massimo dal web marketing.

PMI e Email Marketing in Italia.

PMI e Email Marketing in Italia

Secondo l’analisi di MailUp nel 2021, l’email marketing è uno dei canali più efficaci per le PMI italiane. Tuttavia, solo il 48% delle PMI italiane utilizza attivamente l’email marketing per comunicare con i propri clienti. Questo sottolinea il grande potenziale inutilizzato che l’email marketing può offrire alle piccole e medie imprese italiane.

Questi sono alcuni dei vantaggi direttamente legati alle attività di Email Marketing: 

  1. Comunicazione diretta: L’email marketing consente alle PMI di comunicare direttamente con i propri clienti, senza intermediari. Questo permette un dialogo personalizzato e un rapporto più stretto con il pubblico.
  2. Fidelizzazione dei clienti: Gli sforzi di email marketing possono essere mirati a mantenere i clienti attuali impegnati e fedeli. Invia aggiornamenti, offerte speciali e contenuti interessanti per mantenere viva l’interazione.
  3. Generazione di lead: Le campagne di email marketing possono essere utilizzate per catturare nuovi potenziali clienti. Ad esempio, puoi offrire un incentivo, come uno sconto o un ebook gratuito, in cambio dell’iscrizione alla tua lista email.
  4. Promozione di prodotti/servizi: Le PMI possono utilizzare l’email marketing per promuovere prodotti o servizi specifici. Questo è particolarmente utile per il lancio di nuovi prodotti o l’annuncio di offerte speciali.
  5. Misurabilità: Una delle principali vantaggi dell’email marketing è la possibilità di monitorare in modo dettagliato le prestazioni delle tue campagne. Puoi vedere chi ha aperto le email, chi ha cliccato sui link e altro ancora.

Ora che vantaggi sono chiari, potresti chiederti: “Come faccio a cominciare? Da dove inizio?”… se ti stai ponendo queste domande, trovi alcune best practices nell’elenco successivo e, al termine, link di approfondimento e fonti specifiche sul tema:

  1. Costruisci una lista di contatti: Raccogli indirizzi email di clienti attuali e potenziali. Chiedi l’iscrizione alla tua lista in modo trasparente e rispetta le leggi sulla privacy.
  2. Scegli una piattaforma di email marketing: Utilizza un servizio di email marketing affidabile che ti consenta di creare, inviare e monitorare le tue campagne. Alcune opzioni popolari includono MailChimp, Constant Contact e MailUp.
  3. Crea contenuti di valore: Scrivi email che siano rilevanti e interessanti per il tuo pubblico. Offri informazioni utili, notizie, offerte speciali o altro materiale che possa interessare ai tuoi destinatari.
  4. Personalizza le email: Utilizza il nome del destinatario e segmenta la tua lista in base alle preferenze e ai comportamenti. Le email personalizzate sono più coinvolgenti.
  5. Testa e ottimizza: Conduci test A/B per sperimentare con oggetti, messaggi e layout diversi. Usa i risultati per migliorare le prestazioni delle tue email.
  6. Rispetta le leggi sulla privacy: Assicurati di conformarti alle leggi sulla privacy, come il GDPR in Europa, e includi un link per la disiscrizione in ogni email.
  7. Misura i risultati: Utilizza gli strumenti di analisi della tua piattaforma di email marketing per monitorare il successo delle tue campagne. Fai attenzione ai tassi di apertura, di clic e di conversione.

Per approfondire il tema ti rimandiamo a questo contenuto, dedicato ai sei settori nei quali l’email marketing porta più risultati. Inoltre, ti invitiamo a contattare il nostro team per ricevere consigli dai nostri professionisti. 

Naxa: il digital partner delle PMI italiane

Se hai altre domande o se vuoi conoscere meglio il mondo del web marketing, contattaci

Saremo lieti di ascoltare le tue domande e di raccontarti quello che facciamo, ogni giorno, per aiutare piccole e grandi aziende ad ottenere il massimo dal web. Ti aspettiamo!  

Video Content Strategy: perché è utile e come realizzarla

In questo articolo, dedicato alla creazione di una strategia di contenuti video per il proprio marketing aziendale, analizzeremo una serie di aspetti pratici e teorici.

Daremo una definizione di video strategy e ne definiremo i vantaggi. Quindi, offriremo una guida alla creazione di una strategia di Video Marketing sui propri canali aziendali, andando a definire anche le tipologie di video da usare, i fattori da tenere in considerazione e gli errori che più comunemente vengono commessi, in questo ambito.

Parleremo anche di come produrre video per il marketing e in che modo pianificarne la distribuzione sui canali più appropriati.

Sei pronto ad iniziare il tuo viaggio? Si parte.

Video Marketing e Video Strategy: definizione e vantaggi

Iniziamo con il dare una definizione sintetica, ma esaustiva, di Video Content Strategy o, in italiano, Strategia di Contenuti Video.

In breve, si tratta di un piano che definisce l’approccio di un’azienda alla creazione, distribuzione e misurazione dell’impatto dei contenuti video.

Questo implica:

  • Identificazione del pubblico target
  • Definizione degli obiettivi
  • Selezione dei tipi di video da creare
  • Determinazione dei canali di distribuzione
  • Misurazione dell’efficacia della strategia

Una strategia di contenuto video è, di fatto, una strategia di contenuti (o attività di content marketing) che vede, al centro, contenuti di natura video anziché, per esempio, contenuti di natura testuale. Pertanto, può essere utilizzata per vari scopi e, come ogni attività di marketing, può aiutare la tua azienda ad aumentare la brand awareness, oppure può contribuire a generare lead e, in ultima analisi, guidare le vendite. Il tutto, a seconda delle tipologie di contenuti video prodotti e, prima ancora, degli obiettivi di marketing definiti in fase di ideazione della strategia.

Ad ogni modo, approfondiremo tutte le tematiche sopra menzionate, dedicando ad ogni argomento un apposito paragrafo.

Prima di procedere, però, diamo spazio ai vantaggi intrinseci di una Video Content Strategy e cerchiamo di individuare le ragioni che dovrebbero spingere la tua azienda ad attivarsi in questo senso, oltre che le possibilità di ritorno offerte da attività di questo tipo.

Occorrente per costruire una video content strategy per il marketing.

 

Perché costruire una video content strategy?

Prima di scendere nel dettaglio dei vantaggi offerti da una video marketing strategy, cerchiamo di fornire un quadro generale sulla situazione attuale, per comprendere come si stanno muovendo il mercato e le aziende che vi operano producendo contenuti video.

Riportiamo di seguito alcuni concetti tratti da un lungo e dettagliato articolo, redatto da HubSpot, sul tema. Citeremo, di volta in volta, i punti a nostro avviso più rilevanti, a supporto della nostra argomentazione (qualora fossi interessato ad approfondire, puoi trovare La Guida definitiva al Video Marketing al link fornito). 

Contenuti video: un rapido sguardo alla loro evoluzione

Guardando al Video Marketing dal punto di vista della sua evoluzione e della storia recente, possiamo individuare i seguenti momenti:

  • 2005: tutto ha inizio con il lancio di YouTube.
  • 2009: Google acquista YouTube, integrandolo nel motore di ricerca e tra gli strumenti SEM a disposizione dei marketer. I video ora hanno una rilevanza SEO e costituiscono un canale di advertising profittevole. E continuano a crescere come spazio di produzione contenuti da parte di youtuber e influencer che sempre più spesso scelgono quel formato e quella piattaforma per i propri contenuti.
  • Con smartphone e computer sempre più potenti, realizzare video è sempre più “facile” (anzi, il video diventa un formato accessibile, perché di facile c’è ben poco, altrimenti non staremmo scrivendo questo articolo).
  • Nel 2019 – 2020 la pandemia di Covid19 cambia tante cose, compreso il nostro modo di vivere internet e di consumare contenuti video. Negli USA il consumo di media online cresce del 215%, secondo uno studio pubblicato da Nielsen.
  • Nel 2022 si stima che il pubblico trascorra almeno 19 ore / settimana (dati forniti da Hubspot in questa pubblicazione) a fruire di video online. Motivo per cui, ignorare questo mondo, questo spazio, questo modo di comunicare… è qualcosa che brand e aziende non possono più fare. Bisogna comunicare con i video, perché i video sono il futuro. Anzi, il presente. 

Video Marketing e social network

Ecco un altro ottimo motivo per scegliere il formato video come supporto per una content strategy aziendale: è il secondo tipo di contenuto più popolare sui social media per aumento dell’engagement.

Basti pensare all’investimento fatto da tante piattaforme, nel recentissimo passato, per andare incontro alla tendenza: YouTube e TikTok sono sempre state incentrate sul formato video, e realtà come Instagram e Facebook hanno fatto molti passi nella medesima direzione, per conformarsi a questa tendenza di mercato.

I video si sono configurati e si stanno consolidando come la principale tipologia di contenuto sui Social Network. E, vista l’importanza che i social network hanno, nel marketing di qualsiasi azienda, è facile comprendere quanto i video meritino di diventare centrali nella tua strategia di comunicazione. 

Video Marketing e SEO (Search Engine Optimization)

Anche la SEO figura tra gli ambiti nei quali il marketing video può portare un miglioramento. In particolare, contenuti video ospitati su siti aziendali e landing page concorrono ad aumentare le conversioni e le vendite:

  • Il 31% dei marketer aggiunge il video alle pagine web per migliorare la SEO (secondo questo articolo di HubSpot). I siti web, infatti, vedono un miglioramento nella loro posizione media nei motori di ricerca quando presentano contenuti video, perché questi contribuiscono ad aumentare il tempo di permanenza medio degli utenti sul sito.
  • In una raccolta delle statistiche di marketing più significative del 2022, redatta da HunSpot, si apprende che più del 60% dei marketer afferma che il costo di acquisizione dei clienti è aumentato. Allo stesso tempo, l’83% dei marketer video afferma che il video li aiuta a generare lead.

Come fare in modo che un video aiuti il proprio sito a performare meglio nei motori di ricerca? La domanda richiede una risposta complessa che, forse, meriterebbe un articolo a sé. Tuttavia, riportiamo qui di seguito un po’ di consigli che possono costituire un buon punto di partenza. Siccome stiamo parlando di video e SEO, i seguenti consigli riguardano video pubblicati sul sito aziendale, su una landing page o su YouTube (sono esclusi, invece, i video caricati sui social network, per i quali valgono regole un po’ diverse):

  • Rendi il video facilmente fruibile su desktop (e laptop), tablet e mobile.
  • Aggiungi titoli, descrizioni, tag e metadati rilevanti (ottimizzati per le parole chiave per le quali vuoi che il video sia indicizzato).
  • Includi una breve trascrizione del contenuto video.
  • Crea video di lunghezza appropriata (a volte dovranno essere brevissimi “tips”, altre volte dovranno essere lunghissime “recensioni”… per chiarirti le idee, esegui una ricerca sui tuoi clienti e sui tuoi competitor, per capire la preferenza dei primi e le strategie messe in atto dai secondi… ad ogni modo, di questo parliamo anche più avanti, nell’articolo).
  • Su YouTube, usa miniature personalizzate che inducano le persone a guardare il video. Invece di permettere a YouTube di selezionare le miniature, utilizza un software di editing video per scegliere i fotogrammi video più appropriati ed editarli in miniature efficaci.
  • Includi una chiara CTA, che sia visibile e facile da comprendere (usa pulsanti interattivi e link nel video e nella descrizione).

Video Marketing per gli utenti mobile: il futuro del video per il marketing.

 

Video Marketing e utenti mobile

Ulteriore aspetto che sembra privilegiare il consumo di contenuti video riguarda l’hardware attraverso il quale, sempre più persone, ne fruiscono. Ovviamente stiamo parlando di smartphone, perché sembra che gli utenti mobile costituiscano una forza trainante per il consumo di video.

  • Secondo uno studio di Statista, il 77% di coloro che hanno partecipato al sondaggio utilizza un dispositivo mobile o un tablet per guardare video online.
  • Facebook afferma che è 1,5 volte più probabile che le persone guardino video ogni giorno su uno smartphone che su un computer. 

Video Marketing: autorevolezza e fiducia

Il marketing video è ottimo per educare e costruire fiducia. Mentre il 91,9% degli utenti sono contenti di guardare qualsiasi tipo di video, il 31,3% vuole video tutorial e il 29,8% vuole video educativi.

Le opzioni sono anche infinite quando si parla di servizi offerti al team o agli esterni. Basti pensare alle seguenti tipologie di video per farsi una chiara idea:

  • video di onboarding
  • video per conoscere il team
  • video di supporto
  • storie di clienti soddisfatti / video recensioni

I dati sono chiari. Per avere successo, la tua azienda ha bisogno di una solida strategia di marketing video. Pertanto, vediamo come puoi fare per realizzare una strategia efficace 

Come creare una Strategia Video sui canali aziendali? 

L’importanza di darsi degli obiettivi chiari nel Video Marketing

Prima di iniziare a creare video, è importante definire gli obiettivi del video marketing. Quali risultati si desidera ottenere?

  • Aumentare la consapevolezza del marchio?
  • Generare lead?
  • Vendere prodotti o servizi?

Una volta che si conoscono gli obiettivi, è possibile creare video che siano progettati per raggiungerli. 

Scegliere la tipologia di video marketing

Esistono molti tipi diversi di video marketing che possono essere utilizzati dalle aziende. Alcuni dei tipi più comuni includono:

  • Video di presentazione del prodotto o servizio: questi video sono progettati per fornire informazioni sui prodotti o servizi di un’azienda.
  • Video tutorial: questi video insegnano agli spettatori come utilizzare prodotti o servizi.
  • Video di testimonianze: questi video presentano casi d’uso reali di prodotti o servizi.
  • Video di intrattenimento: questi video sono progettati per divertire e coinvolgere gli spettatori.

Per esplorare le tante, tantissime tipologie di video presenti online al servizio di marketer e aziende, rimandiamo ad un elenco di ben 12 diverse tipologie di video, presente all’interno della Guida Definitiva al Video Marketing realizzata da HubSpot e già citata in precedenza. 

Individuare i canali di video marketing

Dopo aver individuato le tipologie di video migliori per la propria strategia e, naturalmente, dopo aver realizzato di video, bisogna andare a distribuirli sulle piattaforme più appropriate.

Ma, come fare ad individuare le piattaforme? Molto dipende dalla presenza web della tua azienda, dagli obiettivi prefissati, dalla tipologia di pubblico. Di questo scriveremo più avanti, nel dettaglio. Per ora, suggeriamo solo alcune delle piattaforme che potrebbero ospitare i tuoi video, per dare un’idea di massima:

  • Sito web dell’azienda
  • Social media (TikTok, Instagram)
  • Pubblicità programmatica (Video Advertising)
  • Canali di streaming video (YouTube) 

Crea i video e pianificazione la loro distribuzione

Una volta che si conoscono gli obiettivi e i tipi di video che si desidera creare, è possibile iniziare creare i video veri e propri, pianificandone le uscite sui canali più appropriati, creando un Piano Editoriale.

Come per ogni altro tipo di contenuto, anche quando si lavora con contenuti video è importante dedicare del tempo al brainstorming e allo sviluppo di nuove idee creative, tenendo sempre in considerazione aspetti come: il target, gli obiettivi, i messaggi che si ha intenzione di trasmettere, e via dicendo…

Qui di seguito ti forniremo una serie di consigli pratici e suggerimenti per creare una “killer strategy” per i tuoi contenuti video. Per ogni consiglio elencato di seguito forniremo una descrizione dettagliata e, ove necessario, link e fonti per un ulteriore approfondimento.

Donna che elabora una video content strategy.

 

Consigli pratici per creare una Video Content Strategy 

Cerca di capire al meglio il tuo pubblico di riferimento

Solitamente, aziende e marketer hanno un’idea più o meno chiara di quello che può essere il loro “pubblico di riferimento”. Questa consapevolezza, solitamente, è il frutto di esperienze e di interazioni con i clienti, ma è possibile farne qualcosa di ancor più dettagliato e “scientifico”.

Una maggiore comprensione dei “pain points”, delle preferenze, delle abitudini di comportamento del proprio pubblico, infatti, può costituire un grandissimo vantaggio per un’azienda, perché la metterebbe nella condizione di poter creare contenuti sempre più personalizzati e, pertanto, sempre più in grado di influenzare positivamente lead e clienti. Inoltre, comprendere meglio il tuo pubblico ti aiuterà a definire obiettivi più appropriati, nonché modalità di comunicazione (messaggi, tone of voice) sempre più calzanti.

Il nostro consiglio è quello di utilizzare i dati a tua disposizione (e, magari, anche l’aiuto di esperti) per andare a definire le “buyer personas” della tua azienda e, sulla base di queste, produrre strategie (di marketing e di contenuti) realmente “data driven”. 

Definisci gli obiettivi e le metriche (o KPIs)

Impostare degli obiettivi è relativamente semplice. Più complesso è comprendere quali obiettivi possono portare benefici, in che modo possono farlo, e quali parametri possono essere misurati per comprendere se si sta lavorando efficacemente per il raggiungimento dei suddetti obiettivi.

Ecco perché ti consigliamo di definire i tuoi obiettivi utilizzando uno dei modi più popolari: si tratta della metodologia S.M.A.R.T., nata degli Anni ’80 e sopravvissuta (con qualche ritocco) alla prova del tempo.

Questo metodo propone di definire obiettivi che rispettino 5 caratteristiche (ognuna delle quali è rappresentata, in inglese, da una delle 5 lettere dell’acronimo S.M.A.R.T.):

  • Specific (Specifico): un obiettivo, per essere tale, deve essere chiaro e preciso. Niente di generico (es.: fare dei video) è ammesso! Solo obiettivi chiari e dettagliati (es.: realizzare video per raccontare i plus dei nostri servizi).
  • Measurable (Misurabile): gli obiettivi devono poter essere, in qualche modo, misurati. Di solito, insieme agli obiettivi si definiscono anche i KPI: Key Performances Indicator… indicatori quantitativi e numerici in grado di definire se si sta lavorando bene o male, in relazione all’obiettivo che si vuole raggiungere (es.: realizzare 20 video da 30 secondi l’uno per raccontare i 20 benefici che il nostro servizio può portare al nostro pubblico di riferimento).
  • Attainable (Raggiungibile o, se vogliamo sempre usare la lettera A: Abbordabile): un obiettivo deve essere qualcosa di ragionevolmente raggiungibile (es. Realizzare 100 video entro la fine della settimana… non è qualcosa di attainable!).
  • Relevant (Rilevante): un obiettivo, per essere tale, deve essere importante per il progetto e non deve costituire uno spreco di tempo e/o risorse.
  • Time-Bound (Legato al tempo): un obiettivo deve avere una scadenza, una deadline, un momento in cui si dovrà decidere se è stato raggiunto o meno. Nessun obiettivo è eterno! 

Scegli il messaggio di marketing e il tipo di video

Una volta chiariti gli aspetti relativi a “buyer personas” e “obiettivi di marketing SMART” sarà molto più semplice definire il messaggio di marketing (che dovrà essere coerente con quanto definito) e, di conseguenza, sarà più semplice definire il tipo di video, che dovrà adattarsi alla perfezione al tipo di messaggio individuato.

Naturalmente, ogni strategia è una cosa a sé e, in questo caso, è difficile fornire regole generali, che si adattino ad ogni situazione. Tuttavia, proviamo a fornirti degli esempi di messaggi di marketing e di tipologia di video, per aiutarti a farti un’idea delle possibilità.

  • Tipologie di messaggi di marketing:
    • Offri soluzioni a problemi concreti: i contenuti video sono il miglior mezzo per mostrare soluzioni. È ciò che la maggior parte dei potenziali clienti cerca – soluzioni efficaci ai loro problemi. I video devono presentare il tuo brand, il tuo prodotto o il tuo servizio come risolutore di problemi.
    • Evidenzia l’unicità del brand: Il tuo prodotto o servizio non deve essere qualcosa di incredibile, ma deve essere migliore di quanto offerto dalla concorrenza. La tua unicità deve emergere dai contenuti video: ecco perché ti consigliamo di evidenziare “come il tuo prodotto è migliore di quello degli altri”.
    • Umanizza il tuo messaggio di marketing: Aggiungi elementi creativi ed emotivi per rendere il tuo contenuto più attraente per il pubblico. Racconta una storia, anziché mettere in scena un semplice, banale spot pubblicitario. Invoglierai le persone a interagire con il contenuto e li spingerai a creare un legame emotivo con il tuo marchio.
  • Tipologie di video content:
    • Dimostrazioni di prodotto: Video che mostrano il prodotto, le sue caratteristiche, il suo funzionamento.
    • Video esplicativi: Video che spiegano concetti complessi (magari suddividendoli in concetti più semplici e più facilmente affrontabili). Video di questo tipo possono essere guide, how-to, tutorial e possono essere ospitati sul sito come importanti risorse destinate agli utenti del tuo servizio / prodotto.
    • Live Streaming: I video in diretta attirano più spettatori rispetto ai contenuti registrati. I live stream sono più personali, autentici e coinvolgenti. Invita il pubblico a porre domande o commenti sul video per aumentare l’engagement.
    • Social proof e recensioni: Video con testimonianze, recensioni, unboxing mostrano le esperienze di altre persone con il tuo prodotto o servizio. Questo fa sì che altre persone si immedesimino e provino fiducia nei confronti del marchio e dei suoi prodotti.
    • Cultura aziendale: Video di questo tipo sono utili per parlare dell’etica, della filosofia, dei valori ai quali il tuo marchio di ispira. Questo tipo di video concorre a migliorare e a umanizzare il tuo brand.
    • Influencer: collaborare con esperti e influencer aiuta ad aumentare l’esposizione del brand. Questi video sono ideali in contesti advertising e, naturalmente, sui social network. Ovviamente è fondamentale selezionare influencer affini al tuo brand, sia dal punto di vista del settore nel quale operano, sia dal punto di vista dei valori dei quali questi influencer si fanno portatori.

Individua i giusti canali di distribuzione per una strategia di Video Content Strategy Marketing.

 

Individua i giusti canali di distribuzione

Ogni piattaforma ha le sue peculiarità (tecniche e stilistiche). Quindi, in realtà la scelta del canale non è qualcosa che si fa dopo aver realizzato i video. È qualcosa che avviene nel momento in cui si definiscono messaggio e target, perché (soprattutto online) contenuto, forma e canale di comunicazione sono intrinsecamente legati e si condizionano fortemente a vicenda.

Ancora una volta, dunque, di seguito forniamo esempi e spunti di riflessione che possono essere utili in fase di brain-storming, durante la creazione della propria strategia di Video Content Marketing, tenendo presente, come abbiamo detto, che questa scelta deve essere compiuta prima (anzi, contemporaneamente alle altre scelte), e non solo una volta arrivati a questo punto.

  • Dovresti pubblicare video in tutti i luoghi possibili? (Es.: YouTube, Instagram, Landing Page, Sito aziendale…). La risposta a questa domanda può derivare solo da due fattori: l’analisi dei competitor (per capire che cosa stanno facendo gli altri) e la comprensione del tipo di contenuto (che, a seconda della sua natura, sarà più adatto ad alcune piattaforme, piuttosto che ad altre).
  • Hai bisogno di una pagina di destinazione speciale per ospitare il video? (Ancora: dipende dall’obiettivo del video e da come è realizzato… tutorial, spot, how-to e unboxing richiedono “luoghi” diversi, per esistere).

Per rispondere alle domande poste sopra puoi provare così:

  • Come già detto, esegui una ricerca sui competitor: impara da loro, evita di compiere i loro errori e fa’ meglio di loro!
  • Studia il comportamento dei tuoi clienti (per capire che cosa cercano e dove sono più attivi) e dà loro quello che cercano, proprio dove lo cercano. 

Impegnati per essere coerente e costante

Creare un video occasionale non aiuterà a raggiungere gli obiettivi di marketing o gli obiettivi aziendali. Se desideri essere coerente nel tuo impegno di video marketing, devi avere un piano chiaro ed essere costante.

In questo modo, i visualizzatori abitudinari sapranno quando aspettarsi il tuo prossimo video. I motori di ricerca, invece, premieranno il tuo posizionamento medio, valutando la coerenza dei tuoi contenuti come prova dell’autorevolezza del tuo brand per un determinato argomento.

Ecco perché nella tua Video Content Strategy devi definire il numero di video che prevedi di pubblicare settimanalmente o mensilmente, i tipi di video, i canali di distribuzione e le tecniche di promozione… il tutto, nel modo più accurato possibile.

E se pensi di avere bisogno di aiuto, puoi sempre affidarti ad esperti che ti accompagnino in questo viaggio! 

Misura i risultati della tua Video Content Strategy

Evviva! Stai pubblicando i tuoi video su più piattaforme. Sei regolare nella produzione di nuovi contenuti e le idee non ti mancano. Ora, serve solo un’ultima cosa… bisogna capire se tutto questo sta portando risultati, o meno.

Ma come si fa a comprendere se una Video Content Strategy sta ottenendo i risultati sperati? È relativamente semplice: come abbiamo detto sopra, quando parlavamo di obiettivi e KPIs, se avrai fatto per bene il tuo lavoro, saprai con certezza se i video pensati per raggiungere un certo obiettivo (es.: ottenere visualizzazioni per diffondere i valori del marchio) stanno andando nella direzione sperata (es.: aumento delle visualizzazioni… il tuo Key Performance Indicator).

Piuttosto, come puoi fare per raccogliere i dati da sottoporre ad analisi? Questa domanda non ha una risposta univoca, perché piattaforme diverse dispongono di strumenti diversi per la raccolta dei dati. In breve, puoi utilizzare gli strumenti di insights messi a disposizione da LinkedIn, Meta (Facebook, Instagram), YouTube. A questi ultimi puoi affiancare gli strumenti analitici del sito, come GA4, per comprendere meglio come si comportano le persone che visualizzano i video presenti sul tuo sito.

Puoi, puoi incrociare i dati e raffinare le analisi sempre più… con un po’ di tempo e un po’ di esperienza. 

Gli esperti di Video Content Strategy

Il mondo dei video ti affascina, ma ti spaventa anche un po’? Perché non ne parliamo? possiamo affiancarti nelle fasi di creazione, sviluppo e gestione della tua prossima Video Content Strategy? Che ne dici?

Arrivano due nuovi bandi per lo sviluppo delle PMI Italiane

Ottime notizie per le PMI italiane. Sono in arrivo due nuovi bandi che supporteranno le aziende di piccola e media dimensione nel nostro paese.

In questo breve articolo scopriremo insieme due prossimi bandi: Bando Digital Export 2023 e Bando Marchi 2023.

Entrambi i bandi si dedicano al medesimo gruppo di riferimento (Piccole e Medie Imprese), seppur con segmentazione geografica e merceologica differente.

In questo articolo analizzeremo i due bandi e scopriremo:

  • Chi può beneficiare
  • Tipi di spese ammissibili
  • Modalità di erogazione del contributo
  • Modalità di partecipazione

Iniziamo con il primo bando…

Uomo in magazzino che legge sul tablet il Bando Digital Export 2023.

Bando Digital Export 2023

Il Bando Digital Export 2023 arriva in supporto di tutte quelle aziende sul territorio romagnolo che desiderano migliorare o sviluppare da zero la loro componente internazionale con l’ausilio di strumenti digitali.

Chi può beneficiare

Il Bando Digital Export 2023 si rivolge a tutte le micro, piccole e medie imprese con sede operativa e/o legale in Emilia-Romagna in ambito manifatturiero.

Le imprese beneficiarie del contributo, alla data di presentazione della domanda e fino alla liquidazione dell’aiuto, devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • Essere regolarmente costituite e iscritte al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio competente entro il 31.12.2020, senza vincoli di fatturato
  • Avere sede legale e/o operativa in Emilia-Romagna, con esclusione di unità locali qualificate come magazzino o deposito, conformemente a quanto riportato nella visura camerale aggiornata alla data di presentazione della domanda.
  • Essere in regola con il pagamento del diritto annuale della Camera di Commercio di riferimento
  • Appartenere ai seguenti settori di attività economica: classificazione Istat Ateco 2007 – sezione C attività manifatturiere divisioni dalla 10 alle 33. In caso di codice ATECO non aggiornato, dall’oggetto sociale iscritto in visura camerale si dovrà evincere un’attività coerente con i settori ammissibili

Sono escluse: 

  • Imprese beneficiarie di contributi a valere sul Bando “Digital Export – Anni 2021 e 2022” che hanno rinunciato al contributo senza darne comunicazione nelle modalità e tempistiche definite dai rispettivi bandi;
  • Le società strumentali, controllate da Pubbliche Amministrazioni o altri soggetti pubblici.

Interventi e spese ammissibili:

Sono ammessi i progetti volti a realizzazione di operazioni di internazionalizzazione, promozione e commercializzazione presentati dalle singole imprese. I progetti possono essere rivolti ad un massimo di 2 paesi esteri che presentino somiglianze per segmenti target o zona geografica.

Le aziende devono essere conformi ad almeno 2 dei seguenti ambiti:

  • Sviluppo delle competenze interne attraverso l’utilizzo in impresa di T.E.M. e D.E.M.
  • Realizzazione di incontri B2B e B2C in presenza o virtuali a distanza, in Italia o all’estero;
  • Partecipazione a fiere e convegni internazionali;
  • Realizzazione di attività di marketing digitale;
  • avvio e sviluppo della gestione di business on line;
  • traduzione dei contenuti del sito web aziendale nella lingua estera dei Paesi target.
  • potenziamento dei materiali promozionali e di marketing nella lingua estera dei Paesi target.

Più nel dettaglio, sono ammissibili le seguenti tipologie di spesa:

  • Servizi di consulenza
  • Spese per viaggi di lavoro e soggiorni annessi
  • Allestimento e affitto di spazi per scopi promozionali
  • Posizionamento SEO e email marketing
  • Posizionamento su piattaforme virtuali (marketplace, smart payment)
  • Traduzione dei testi per il sito web
  • Revisione e traduzione di materiale promozionale offline

Erogazione del contributo per il Bando Digital Export 2023 per il supporto attività di esportazione.

Modalità di erogazione del contributo

Il contributo minimo andrà da un minimo di 5.000 €, a un massimo di 10.000 €.

L’entità massima dell’agevolazione non può superare il 50% delle spese ammissibili. I contributi sono concessi nell’ambito del regime de minimis e non saranno cumulabili. La dotazione finanziaria totale ammonta a 1.441.880,22 €.

Modalità di partecipazione

Le domande potranno essere inviate a partire dalle ore 12:00 del 9 ottobre 2023 e fino alle ore 14:00 del 27 ottobre 2023 attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco di Infocamere – Servizi e-gov. La procedura di selezione dei progetti proposti sarà di tipo valutativo a graduatoria secondo il punteggio assegnato in base ai criteri indicati nell’appendice 1 del bando.

Bando Marchi+, 2023

Il Bando Marchi+ 2023 mira a favorire la registrazione di marchi comunitari per le aziende italiane. Scopriamo insieme le linee di intervento, i soggetti coinvolti e la totalità della sovvenzione.

Chi può beneficiare

Le agevolazioni sono disponibili per microimprese, piccole imprese o medie imprese. Affinché possano beneficiare di queste agevolazioni, queste devono soddisfare i seguenti requisiti di ammissibilità al momento della presentazione della domanda:

  • Deve essere presente una sede legale e operativa in Italia.
  • Devono essere regolarmente costituite, iscritte nel Registro delle Imprese e attive.
  • Devono essere i titolari del marchio oggetto della domanda di partecipazione.

Inoltre ogni azienda beneficiaria deve rispondere alle due seguenti misure:

MISURA A

  • Aver effettuato, a decorrere dal 1° gennaio 2020, il deposito della domanda di registrazione presso EUIPO del marchio oggetto dell’agevolazione e aver ottemperato al pagamento delle relative tasse di deposito;
  • Aver ottenuto la registrazione, presso EUIPO, del marchio dell’Unione europea oggetto della domanda di partecipazione. Tale registrazione deve essere avvenuta in data antecedente la presentazione della domanda di partecipazione;

MISURA B

Aver effettuato, a decorrere dal 1° gennaio 2020, almeno una delle seguenti attività:

  • Il deposito della domanda di registrazione presso OMPI di un marchio registrato a livello nazionale presso UIBM o di un marchio dell’Unione europea registrato presso EUIPO e aver ottemperato al pagamento delle relative tasse di registrazione;
  • Il deposito della domanda di registrazione presso OMPI di un marchio per il quale è già stata depositata domanda di registrazione presso UIBM o presso EUIPO e aver ottemperato al pagamento delle relative tasse di registrazione;
  • Il deposito della domanda di designazione successiva di un marchio registrato presso OMPI e aver ottemperato al pagamento delle relative tasse di registrazione;

Inoltre…

L’azienda deve aver ottenuto la pubblicazione della domanda di registrazione sul registro internazionale dell’OMPI (Madrid Monitor) del marchio oggetto della domanda di partecipazione. La pubblicazione della domanda di registrazione del marchio sul registro internazionale dell’OMPI (Madrid Monitor) deve essere avvenuta in data antecedente la presentazione della domanda di partecipazione.

Quali sono i settori economici di rierimento?

Quali sono i settori economici di riferimento?

b – Estrazione di minerali da cave e miniere

c – Attività manifatturiere

d – Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

e – Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento

f – Costruzioni

g – Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli

h – Trasporto e magazzinaggio

i – Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

j – Servizi di informazione e comunicazione

k – Attività finanziarie e assicurative

l – Attività immobiliari

m – Attività professionali, scientifiche e tecniche

n – Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

o – Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria

p – Istruzione

q – Sanità e assistenza sociale

r – Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento

s – Altre attività di servizi

t – Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico; produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze

u – Organizzazioni ed organismi extraterritoriali

Interventi e spese ammissibili per il bando marchi+ 2023

Interventi e spese ammissibili:

Misura A – Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi dell’Unione europea presso EUIPO:

  1. Progettazione della rappresentazione.
  2. Assistenza per il deposito.
  3. Ricerche di anteriorità.
  4. Assistenza legale per azioni di tutela del marchio in risposta a opposizioni seguenti al deposito della domanda di registrazione.
  5. Tasse di deposito presso EUIPO

Misura B – Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi internazionali presso OMPI attraverso l’acquisto di servizi specialistici.

  1. Progettazione della rappresentazione;
  2. Assistenza per il deposito.
  3. Ricerche di anteriorità.
  4. Assistenza legale per azioni di tutela del marchio in risposta a opposizioni/rilievi seguenti al deposito della domanda di registrazione;
  5. Tasse sostenute presso UIBM o EUIPO e presso OMPI per la registrazione internazionale.

Infine tutte le spese per essere in linea devono:

  1. Risultare da fatture emesse a decorrere dal 1° gennaio 2020 e comunque in data antecedente la presentazione della domanda di partecipazione, intestate all’impresa richiedente l’agevolazione;
  2. Essere state sostenute a decorrere dal 1° gennaio 2020 e comunque in data antecedente la presentazione della domanda di partecipazione dall’impresa richiedente l’agevolazione che deve aver provveduto direttamente al relativo pagamento esclusivamente mediante bonifico bancario o postale, RIBA, carta di credito;
  3. Riguardare attività e servizi effettuati direttamente dagli stessi soggetti che emettono le fatture di cui alla lettera a. che devono essere titolari di partita iva nonché in possesso dei requisiti previsti per ciascun servizio di cui al presente articolo. Non sarà ritenuta in nessun caso ammissibile la spesa fatturata da un soggetto diverso da quello che ha svolto le attività e i servizi;
  4. Qualora le spese siano state effettuate da soggetti diversi dalla impresa richiedente l’agevolazione, dovranno risultare da questa rimborsate al soggetto che le ha effettuate – esclusivamente mediante bonifico bancario o postale, RIBA, carta di credito – prima della presentazione della domanda.

Modalità di partecipazione al Bando Marchi + 2023

Modalità di partecipazione

Se un’impresa intende richiedere l’agevolazione per più marchi, è necessario presentare una domanda separata per ciascuno di essi. Se viene presentata una sola domanda per più marchi, questa sarà considerata inammissibile.

Tuttavia, è possibile presentare una singola domanda che copra entrambe le Misure A e B per lo stesso marchio. La domanda di partecipazione può essere presentata a partire dalle 9:30 del 21 novembre 2023 e fino alle 18:00 del 21 novembre 2023. Inoltre, se ci sono risorse finanziarie residue, è possibile presentare domande aggiuntive dalle 9:30 alle 18:00 nei giorni lavorativi successivi, dal lunedì al venerdì, fino a esaurimento delle risorse disponibili.

Le risorse sono assegnate seguendo un processo valutativo basato sull’ordine cronologico di presentazione utilizzando la procedura informatica.

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Brainstorming: allenare la creatività e trovare idee vincenti.

Immaginate la scena: una ragazza è immobile, alla scrivania, intenta a fissare un punto qualsiasi del monitor che, magari, è persino spento. Un uomo, in un parco, se ne sta su una panchina a fissare lontano, difficile dire quanto lontano… tra le dita ha una penna, con la quale continua a giocherellare. Una signora elegante, in un bar, fissa il vortice bianco e beige del suo caffellatte: una galassia lenta, con bollicine chiare e pianeti di polvere di caffè.

Può sembrare impossibile, ma queste tre persone stanno facendo tutte la stessa cosa. Stanno vagando con la mente, stanno combattendo con i pensieri in cerca di qualcosa. Tutte e tre stanno cercando un’idea. Anzi, una buona idea.

Se le situazioni sopra descritte ti sono familiari, allora sai perfettamente che cosa significa cercare di trovare, nella propria mente, qualcosa di innovativo, unico, diverso. La soluzione ad un problema… anzi, di più: una soluzione alla quale nessuno ha mai pensato prima.

In questo articolo parleremo proprio di questo: delle idee (quelle buone), di come è possibile incentivarne la nascita e, in particolare, di alcune metodologie che ti potranno aiutare nello sviluppo di nuove idee (con particolare attenzione alle tecniche di brainstorming, delle quali avrai sicuramente già sentito parlare, magari senza dare troppo peso a qualcosa che, invece, meriterebbe molta, molta più attenzione).

Prima di cominciare, però, cerchiamo di gettare alcune fondamentali premesse, a partire dalla risposta alla fatidica domanda: “Ma come vengono in mente le idee?”

 

Ma come ti è venuto in mente?

 

Ma come ti è venuto in mente?

Le buone idee sono spesso viste come un dono del cielo, qualcosa che arriva all’improvviso e che non si può controllare. Ma in realtà, il processo di ideazione è più complesso di quanto si possa pensare.

Esistono due teorie principali sull’origine delle idee: la prima sostiene che le idee nascano da un vero sforzo mentale, mentre la seconda afferma che le idee provengano da forze al di fuori del nostro controllo.

  • Da un lato, è vero che le idee possono venire in mente in modo spontaneo, senza che ci sia un reale sforzo mentale. Questo è ciò che accade quando ci troviamo in un momento di relax e di apertura mentale, quando la nostra mente è libera di vagare e di associare liberamente idee e concetti.
  • Dall’altro lato, le buone idee non nascono dal nulla. Esse sono il risultato di un processo di elaborazione e di riflessione, che richiede tempo e impegno.

In questo processo, un ruolo importante lo giocano le nostre esperienze, le nostre conoscenze e le nostre convinzioni. Quando ci troviamo di fronte a un problema, la nostra mente cerca di trovare una soluzione che sia coerente con le nostre conoscenze e convinzioni.

Per questo motivo, è importante essere sempre aperti a nuove esperienze e a nuove conoscenze. Più cose sappiamo, più possibilità abbiamo di trovare idee innovative… anzi, generalizzando ancor di più: più “viviamo”, più aumentiamo la possibilità di avere idee. La creatività, infatti, è spesso descritta come il processo tramite cui si collegano tra loro esperienze, concetti e brandelli di conoscenza raccolti durante le proprie esperienze di vita (passeggiate o letture, film al cinema o chiacchierate con amici). I diversi stadi del processo creativo coinvolgono più parti del cervello e la corteccia prefrontale gioca un ruolo preponderante nella scoperta spontanea e libera di nuove relazioni tra i vari concetti.

Proprio per quanto scritto sopra, vi è chi è convito che, per essere creativi, sia importante essere disposti a sperimentare e a rischiare.  

Ecco alcuni suggerimenti per stimolare la creatività e la produzione di buone idee o, meglio ancora, per creare le condizioni necessarie affinché “la magia” possa compiersi.

  • Cerca di essere il più aperto possibile a nuove esperienze. Non aver paura di provare cose nuove e di uscire dalla tua zona di comfort.
  • Esponiti a nuove idee e conoscenze. Leggi libri, articoli, blog e guarda documentari. Partecipa a corsi e workshop.
  • Sperimenta e rischia. Non aver paura di provare cose nuove e di fallire.
  • Condividi le tue idee con gli altri. Il confronto con gli altri può aiutarti a sviluppare e migliorare le tue idee.

 

Una medicina contro i blocchi creativi

I consigli sopra riportati, per quanto possano sembrare “ovvi”, costituiscono un ottimo viatico per la creatività e una vera e propria medicina per i “blocchi creativi”: quei momenti nei quali, nonostante gli sforzi e l’insistenza, la nostra mente sembra proprio non voler collaborare.

Se ti è mai capitato di provare un “blocco creativo”, saprai quanto può essere frustrante (specialmente se dalle tue idee dipendono le sorti di una campagna pubblicitaria, di un’azienda, o di un nuovo servizio in fase di sviluppo). Per fortuna, oltre ai consigli riportati sopra, sono stati compiuti tanti studi alla ricerca di metodologie e pratiche in grado di aiutare il nostro cervello ad essere creativo e, pertanto, a sviluppare idee innovative.

Nel seguente paragrafo parleremo di una delle tecniche forse più famose, il brainstorming. Prima di vedere di che cosa si tratta, come è possibile adoperare questo metodo e quali sono le sue varianti più popolari, dedichiamo poche righe al suo ideatore.

Brainstorming: una medicina per i blocchi creativi

 

Brainstorming: chi lo ha inventato e come funziona?

Il brainstorming è una tecnica di gruppo usata per generare idee innovative e soluzioni creative ai problemi. Inizialmente ideata dal pubblicitario Alex Faickney Osborn nel 1939, la tecnica è stata successivamente sviluppata e perfezionata. Tuttavia, nel 1939 Osborn iniziò a sviluppare metodi “creativi” che aiutassero a risolvere problemi (creative problem-solving): inizialmente sviluppò il concetto di “organized ideation”, ma i partecipanti delle sue sessioni iniziarono a chiamare quei momenti “brainstorm session”. Un termine molto fortunato, che sarebbe stato destinato a durare nel tempo.

L’obiettivo del brainstorming è quello di creare un ambiente in cui le persone si sentano libere di esprimere idee senza essere giudicate. In una sessione di brainstorming, i partecipanti vengono invitati a esprimere qualsiasi idea che venga loro in mente, anche se sembra poco pratica o irrealizzabile. L’idea è di raccogliere il maggior numero possibile di idee, senza limitarsi.

Il brainstorming può essere svolto in gruppo o individualmente. Nei gruppi, un moderatore guida la sessione, mentre i partecipanti sono invitati a parlare e a generare idee. L’importante è che non ci siano giudizi o critiche alle idee proposte. In seguito, le idee raccolte possono essere valutate e selezionate per essere sviluppate ulteriormente.

Il brainstorming è stato reso popolare dal libro “Applied Imagination” di Alex Osborn, pubblicato nel 1953. Nel libro, Osborn descrive il brainstorming come una tecnica per stimolare la creatività e la generazione di idee innovative. Da allora, la tecnica del brainstorming è stata ampiamente utilizzata in molti campi, tra cui il business, l’istruzione, la psicologia e l’arte.

Naturalmente, il brainstorming è un metodo e, come ogni metodo, è limitato, fallace e non adatto a tutti. Ognuno di noi “funziona” in modo diverso, anche nella produzione di idee creative: per questo ci sono tecniche di brainstorming che funzionano per alcuni ma sono del tutto inefficaci per altri.

In linea generale, però, ciò che il brainstorming si propone di fare è qualcosa di cui tutti potremmo, potenzialmente, beneficiare:

Il brainstorming combina un approccio rilassato e informale alla risoluzione dei problemi con il pensiero laterale. Incoraggia le persone a elaborare pensieri e idee che, a prima vista, possono sembrare un po’ folli. Alcune di queste idee possono essere trasformate in soluzioni originali e creative a un problema, mentre altre possono dar vita a ulteriori idee. Questo approccio aiuta a sbloccare le persone, facendole uscire dai loro soliti modi di pensare.
(Fonte: mindtools.com/brainstm.html)

Ora, però, cerchiamo di capire come funzionava il processo di brainstorming nell’idea originale di Osborn e, poi, parliamo di qualche utile “caso particolare”, per cercare di fare il più possibile nostro questo incredibile strumento creativo.

Come si fa brainstorming? Principi, regole, applicazioni.

 

Come si fa brainstorming? Principi, regole, applicazioni. 

 

I due princìpi base del brainstorming

I due principi del brainstorming, secondo Alex Osborn, sono la sospensione del giudizio e la produzione di una grande quantità di idee.

  • La sospensione del giudizio è fondamentale per stimolare la creatività e permettere ai partecipanti di esprimere idee anche al di fuori dei canoni tradizionali
  • La produzione di una grande quantità di idee massimizza le possibilità di trovare una soluzione innovativa e creativa al problema in questione.

 

Il brainstorming ha solo quattro regole…

Ecco le 4 regole del Brainstorming: 1) Produrre idee in grandi quantità. 2) Sospendere il giudizio critico. 3) Accogliere idee selvagge. 4) Combinare e migliorare le idee prodotte.

 

Brainstorming: un concetto tutto da approfondire

Per approfondire gli aspetti più tecnici del brainstorming, così come questo è stato concepito originariamente, consigliamo di approfondire l’argomento a partire dai link forniti di seguito: 

https://en.wikipedia.org/wiki/Brainstorming

Per avere esempi concreti di come usare il brainstorming, invece, suggeriamo questi due approcci, forniti da Google all’interno di video ufficiali dedicati a questo tema:

https://www.youtube.com/watch?v=z4qRwnS1wms 

https://www.youtube.com/watch?v=eJo-22lvPRI 

 

Perché il brainstorming fa bene alle aziende?

Alla luce di quanto detto fino ad ora, la risposta alla domanda dovrebbe nascere spontaneamente nella tua mente. Però, vogliamo suggerire comunque degli spunti, perché non vada perso nulla del grande potenziale racchiuso nella metodologia di brainstorming. Naturalmente, il nostro elenco è ristretto e ben lontano dall’esaurire tutte le modalità e i contesti di utilizzo del brainstorming.

In un contesto aziendale, il brainstorming può essere utilizzato per:

  • Generare nuove idee per prodotti, servizi o campagne di marketing
  • Risolvere problemi complessi che richiedono soluzioni innovative
  • Migliorare i processi interni dell’azienda
  • Sviluppare strategie di business

Inoltre, il brainstorming può aiutare a migliorare la comunicazione all’interno del team e a creare un ambiente di lavoro più collaborativo e creativo.

In particolare, vediamo in che modo si può utilizzare il brainstorming per trovare nuove idee di marketing. Ecco alcuni suggerimenti:

  • Coinvolgere il team di marketing e altre figure chiave dell’azienda nella sessione di brainstorming
  • Definire chiaramente l’obiettivo della sessione di brainstorming e il pubblico di riferimento
  • Utilizzare tecniche di brainstorming come la produzione di una grande quantità di idee, la sospensione del giudizio e la propensione ad accogliere idee “selvagge” o “estreme”
  • Valutare le idee prodotte e selezionare quelle più promettenti per essere sviluppate ulteriormente
  • Creare un piano d’azione per implementare le idee selezionate

Brainstorming: quale approccio scegliere?

 

Brainstorming: quale approccio scegliere?

Come abbiamo accennato sopra, esistono varie modalità di brainstorming e differenti approcci a questa metodologia. E di continuo si inventano nuovi modi per portare questo “sistema di generazione di idee creative” in contesti sempre nuovi e in ambienti sempre più competitivi.

Qui di seguito, forniamo una breve panoramica di quelle che sono alcune delle possibili modalità di brainstorming. Ancora una volta, l’elenco non pretende di essere esaustivo di un argomento che, come abbiamo visto, è vivo e in costante evoluzione. Qui di seguito, però, troverai degli ottimi spunti e dei buonissimi punti di partenza, per iniziare a muovere i tuoi primi passi in questo affascinante mondo fatto di creatività e nuove, potentissime idee.

  • Nominal Group Technique: I partecipanti scrivono le loro idee in modo anonimo. Un facilitatore raccoglie le idee e il gruppo vota su ciascuna di esse. Le idee vengono distillate attraverso il voto. Le idee più votate possono essere ulteriormente sviluppate in sottogruppi, che poi ritornano al gruppo principale per una classificazione finale. Questo processo di brainstorming è altamente strutturato e richiede un facilitatore esperto.
  • Group Passing Technique: In un gruppo di persone disposte in cerchio, ogni persona scrive una idea su un foglio di carta e lo passa al successivo, il quale aggiunge ulteriori pensieri. Questo processo continua finché ogni persona riceve nuovamente il proprio foglio originale, a questo punto è probabile che il gruppo abbia ampiamente sviluppato ogni idea.
  • Team Idea Mapping Method: Questo metodo si basa sull’associazione. Ogni partecipante genera idee individualmente, che vengono poi combinate in una mappa delle idee comuni. Durante questa fase di consolidamento, i partecipanti possono scoprire un’interpretazione comune del problema e generare nuove idee tramite associazioni. Una volta catturate tutte le idee, il gruppo può stabilire le priorità e/o intraprendere azioni.
  • Directed Brainstorming: Il brainstorming diretto è una variante che funziona bene quando lo spazio delle soluzioni è noto in anticipo. Ogni partecipante riceve un foglio di carta con una domanda specifica e produce una risposta. I fogli vengono poi scambiati casualmente tra i partecipanti, che sono incaricati di migliorare l’idea ricevuta sulla base dei criteri iniziali. Questo processo può essere ripetuto per tre o più round. È stato dimostrato che il brainstorming diretto aumenta notevolmente la produttività dei gruppi.
  • Guided Brainstorming: Il brainstorming guidato prevede una sessione strutturata in cui i partecipanti riflettono su un argomento specifico sotto vincoli di tempo e prospettiva. I partecipanti adottano diverse prospettive mentre contribuiscono alle idee su una mappa mentale centrale. Alla fine della sessione, emergono idee classificate per ulteriori sviluppi, ricerche e azioni future. Questo processo porta a una chiara comprensione di cosa fare dopo.
  • Individual Brainstorming: Il brainstorming individuale coinvolge la generazione di idee in situazioni solitarie. Questo può includere tecniche come la scrittura libera, la libera esposizione delle idee, l’associazione di parole e la creazione di mappe mentali. Il brainstorming individuale è spesso utilizzato in scrittura creativa ed è risultato essere più efficace del brainstorming di gruppo tradizionale.
  • Question Brainstorming: Questo processo coinvolge la generazione di domande anziché di risposte immediate o soluzioni a breve termine. Le risposte alle domande formano il quadro per la costruzione di futuri piani d’azione. Dopo la creazione della lista di domande, è possibile stabilire una priorità per raggiungere la migliore soluzione in modo organizzato.

 

Non solo brainstorming: le quattro fasi del processo creativo

Per concludere questo nostro lungo articolo dedicato al brainstorming vogliamo dare spazio anche ad altre metodologie pensate per agevolare la creatività e migliorare la produzione di idee vincenti. In particolare, vorremmo soffermarci sul lavoro di Graham Wallis, ideatore del “Processo Creativo”, da lui suddiviso in quattro fasi chiave, ciascuna con il suo scopo unico.

Ecco le quattro fasi del processo creativo: 1) Preparazione. 2) Incubazione. 3) Illuminazione. 4) Verifica.

 

Per ognuno di questi quattro stadi forniamo, di seguito, una breve descrizione, affinché tu possa provare, oltre al brainstorming, anche questo approccio alternativo alla produzione di idee.

  • Preparazione: Il primo stadio, la Preparazione, è fondamentale per il successo dell’intero processo creativo. Questa fase inizia con la chiara identificazione dell’obiettivo che stai cercando di raggiungere. Ad esempio, stai cercando di ideare un nuovo slogan accattivante o di guadagnare denaro extra? Una parte essenziale della Preparazione è la definizione di limiti chiari. Chiediti quanto denaro hai a disposizione, quale sia il tuo limite di tempo e a quale pubblico si rivolgerà la tua idea. Questi limiti ti guideranno nella fase di Verifica. Per rendere il probleoncreto, formula domande chiave. Ad esempio, “Come posso guadagnare € 1000 per finanziare due mesi di vacanza?” o “Come posso raggiungere 10.000 nuovi proprietari di gatti con una campagna pubblicitaria per le vacanze?”. Se stai lavorando su un problema aziendale, considera un’analisi SWOT per valutare i vantaggi e gli svantaggi, sia interni che esterni. Inoltre, la ricerca è cruciale in questa fase. Utilizza strumenti come Google, Google Trends, Reddit e Quora per raccogliere informazioni e risposte alle tue domande. Esplora anche soluzioni esistenti per il problema.

 

  • Incubazione: Nel secondo stadio, l’Incubazione, dai alla tua mente il tempo di elaborare l’idea e fare connessioni tra tutti gli elementi raccolti nella fase di Preparazione. Questa fase può avvenire in modo passivo o attivo. Non sentirti in colpa se sembra che non stai facendo progressi durante l’Incubazione. A volte, allontanarsi da un problema per un po’ può portare a connessioni inattese. Consenti alla tua mente di vagare e di riflettere sul problema.

 

  • Illuminazione: L’Illuminazione è il momento “eureka!” in cui una nuova idea inizia a prendere forma. Questo è il culmine del processo creativo, quando vedi un’idea che sembra promettente. Questi momenti di ispirazione possono arrivare all’improvviso, spesso quando meno te lo aspetti. La mente è più propensa a tali ispirazioni quando il lobo frontale non è completamente occupato. Quindi, prenditi il tempo per distogliere la mente da un problema, facendo compiti domestici o altre attività che lasciano spazio alla creatività. Durante l’Illuminazione, cerca di catturare rapidamente le idee che ti entusiasmano. Tieni un diario delle idee a portata di mano o utilizza app dedicate. Non lasciare che queste idee sfuggano, poiché spesso sono passeggere e preziose.

 

  • Verifica: Nella fase finale, la Verifica, metti alla prova le tue idee per assicurarti che soddisfino realmente i requisiti definiti nella fase di Preparazione. Questo stadio richiede oggettività e il coraggio di affrontare domande difficili. Se necessario, elimina le idee che non funzionano o cerca di adattarle per renderle efficaci. Inoltre, esamina come idee simili sono state sviluppate in passato. Impara dagli altri e migliora, se possibile, quello che già esiste. La mancanza di certezza non dovrebbe spaventarti. A volte, le idee più stravaganti possono portare a risultati sorprendenti.

 

Naxa: il tuo partner creativo ti aspetta

Il mondo della creatività e delle metodologie di brainstorming ti affascina, ma ti spaventa? Perché non ne parliamo? Possiamo diventare il tuo partner di fiducia e supportarti nello sviluppo delle tue idee o, perché no, nella ricerca di nuove idee di comunicazione e marketing.

Google Performance Max: fare Adv con l’AI

Introduzione a Google Performance Max

Se lavori in un’agenzia di advertising, sei un marketer o – semplicemente – sei un imprenditore molto attento alle novità e ai nuovi prodotti Google Ads, allora avrai già sentito parlare delle campagne Performance Max di Google Ads.

Si tratta di una nuova tipologia di campagne pubblicitarie in grado di migliorare la tua strategia attraverso la potenza dell’automazione e del machine learning. Di fatto, si tratta di un interessante mix tra lo strumento Google Ads (che continua ad esistere e a funzionare come sempre, per chi lo desidera) e quella che, forse un po’ impropriamente, potremmo definire “intelligenza artificiale” (a questo proposito, abbiamo realizzato un articolo dedicato alle AI e a quello che possono fare… o che già stanno facendo per noi. Se ti interessa, dai un’occhiata!).

Con l’avvento della tecnologia e l’aumento della concorrenza, gli inserzionisti si trovano spesso a dover affrontare il dilemma tra il tempo necessario per gestire le campagne pubblicitarie e la necessità di ottenere risultati. 

In questo scenario, le Performance Max si presentano come una soluzione innovativa che consente di semplificare il processo di pubblicazione degli annunci e di migliorare la performance degli stessi.

Le campagne Performance Max sono state introdotte al Google Marketing Live, nel 2021, con l’obiettivo principale di aiutare i marketer a generare lead, incrementare le vendite online e le visite in negozio. Pertanto, sono campagne fortemente finalizzate al reperimento di contatti e/o alla vendita di prodotti, tramite store fisici o virtuali.

Ma cosa rende le Performance Max così efficaci? Come funzionano e in che modo possiamo sfruttarle al meglio per raggiungere i nostri obiettivi di marketing? In questo articolo, cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando nel dettaglio le caratteristiche delle Performance Max e fornendo consigli pratici su come creare e gestire le campagne.   

Cos’è Google Performance Max?

Iniziamo cercando di spiegare un po’ meglio di che cosa si tratta. In pratica, Google Performance Max è un tipo di campagna che si concentra sul raggiungimento degli obiettivi dell’account.

Grazie a questo nuovo formato di campagne advertising, gli inserzionisti possono aumentare le conversioni utilizzando una singola campagna capace di coprire diversi canali sulla rete di Google, creando un vero e proprio funnel di conversione (per quanto riguarda i canali coperti da Google Performance Max, dedichiamo un paragrafo a questo argomento, più avanti, in modo da elencarli tutti, scendere maggiormente nel dettaglio e fornire un link di approfondimento).

Questa tipologia di campagna è studiata per ottenere più conversioni, ottimizzando costantemente il rendimento degli annunci su tutti i canali utilizzando Smart Bidding: un’offerta automatica basata sull’intelligenza artificiale di Google (la stessa intelligenza della quale potreste aver sentito parlare utilizzando le campagne Shopping… anche a Smart Bidding dedichiamo un paragrafo, di seguito, perché l’argomento merita di essere approfondito).

Questa nuova modalità di campagna si aggiunge alle opzioni già disponibili all’interno di Google Ads, che mantiene tutte le sue funzionalità distintive. In questo modo, i professionisti del marketing hanno la flessibilità di scegliere se avviare ulteriori tipi di campagne o optare per l’approccio Performance Max, in cui l’intelligenza artificiale di Google gestisce una serie di parametri chiave.

Se sei interessato ad approfondire l’argomento Google Ads, ti consigliamo di consultare la pagina dedicata sul nostro sito e, naturalmente, il portale messo a disposizione da Google per comprendere meglio ed adoperare al massimo questo strumento. 

Continua a leggere per conoscere vantaggi e svantaggi di questa tecnologia, prima di creare la tua prima campagna con Google Performance Max!

 

Le reti coperte da Google Performance Max

Uno dei maggiori punti di forza di Performance Max è che ci consente di pubblicare annunci sull’intera Rete di Google a partire da una singola campagna che, adattandosi grazie al machine learning, “sceglie autonomamente” i network potenzialmente più vantaggiosi.

A seconda degli obiettivi da noi impostati la campagna eseguirà degli adattamenti automatici, andando a sfruttare le reti messe a disposizione, cercando di utilizzare quelle più performanti per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ad esempio, qualora stessi promuovendo un e-commerce e puntassi a massimizzare il numero delle vendite, ecco che la campagna tenderà autonomamente a investire maggiormente sulla rete Shopping.

Le reti coperte da Google Performance Max. 1) Display 2) Discovery 3) Shopping 4) G mail 5) YouTube

E la rete di ricerca (o search network) che fine ha fatto?

La rete di ricerca di Google Ads rimane disponibile e utilizzabile come sempre. Tuttavia, con Google Performance Max, la creazione di campagne sulla rete di ricerca differisce, poiché non è consentito l’inserimento manuale di parole chiave, una pratica comune tra i marketer durante la configurazione delle campagne su Google Ads nella rete di ricerca.

Le nuove Google Performance Max, infatti, adoperano l’AI e fanno meno delle parole chiave, poiché queste ultime vengono dedotte da una analisi dei contenuti di: 

  • pagine di destinazione (o landing pages)
  • risorse caricate
  • feed di prodotto (in caso di campagne shopping).

Tramite questa analisi, la AI di Google Performance Max individua le query degli utenti che hanno maggiore possibilità di conversione e – di conseguenza – crea annunci testuali rilevanti, poiché capaci di soddisfare le necessità degli utenti

Ecco perché queste campagne, per quanto basate su parole chiave, differiscono dalle classiche campagne Google Ads su Search Network. 

Per approfondire meglio la tua conoscenza del Google Network, consulta questo link ufficiale, ricco di informazioni e di approfondimenti.

La ricerca che fine ha fatto?

 

Smart Bidding & Smart Creatives

Smart Bidding è una tecnologia avanzata di offerta automatica basata sull’intelligenza artificiale di Google. Questo sistema fa offerte in tempo reale per ogni asta pubblicitaria, riducendo notevolmente la necessità di gestire manualmente le offerte. L’obiettivo è ottenere risultati migliori all’interno del tuo budget.

Smart Creatives è un sistema di pubblicità dinamica che utilizza l’intelligenza artificiale per creare automaticamente annunci personalizzati per i tuoi utenti in tempo reale. Questo significa che, basandosi su informazioni come le preferenze e le attività online dei tuoi utenti, Smart Creatives crea annunci altamente pertinenti che possono aumentare significativamente le tue conversioni.

Queste due tecnologie sono disponibili per le campagne Performance Max e possono lavorare insieme in modo sinergico:

  • Smart Bidding si concentra sull’ottimizzazione delle offerte, garantendo che vengano fatte in tempo reale e siano competitive.
  • Smart Creatives si occupa della creazione degli annunci, adattandoli alle preferenze degli utenti.

Utilizzando entrambe le tecnologie, puoi ottenere annunci altamente pertinenti e offerte competitive simultaneamente. I vantaggi includono:

  • Maggiore efficienza nell’ottimizzazione delle offerte.
  • Precisione nell’individuare il pubblico giusto al momento giusto.
  • Risparmio di tempo e denaro, grazie all’automatizzazione dei processi complessi della pubblicità online.

Inoltre, le tipologie di Smart Creatives includono:

  • Annunci Responsive per Display: Carica i tuoi elementi grafici e le informazioni necessarie, e Google Ads genererà annunci per la rete di display di Google.
  • Annunci di Ricerca Dinamici: Questo formato utilizza il contenuto del tuo sito web per indirizzare gli annunci, aiutando a coprire le lacune delle tue campagne basate su parole chiave.
  • Annunci di Ricerca Responsive: Questi annunci si adattano per mostrare messaggi più rilevanti ai tuoi clienti.

Se desideri ulteriori informazioni su Smart Bidding e Smart Creatives e su come il machine learning di Google Performance Max può migliorare le tue campagne pubblicitarie, puoi consultare una delle guide ufficiali di Google.

Smart Biddding e Smart Creatives.

Vantaggi di Google Performance Max

Come abbiamo già avuto modo di vedere, le Perfomance Max di Google possono portare vantaggi ulteriori rispetto ad altre tipologie di campagne. Li elenchiamo qui di seguito, come promemoria:

  • Automazione: utilizzando Smart Bidding, tutti i processi di offerta e di annunci sono automatizzati e autogestiti direttamente dalla campagna stessa. Lo stesso di può dire, in un certo senso, per le creatività, che ora possono essere gestite da Smart Creatives.
  • Segnali del pubblico: consentono di indirizzare gli algoritmi di machine learning nella giusta direzione, per risparmiare tempo e massimizzare l’efficacia delle campagne.
  • Campagne incentrate sugli obiettivi: per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di marketing.

In poche parole, le campagne Google Performance Max hanno il grosso vantaggio di essere semplici da impostare, richiedono poca gestione e modifiche nel tempo, e in teoria promettono un ritorno sull’investimento grazie alla “gestione automatica” da parte del machine learning di Google.

La documentazione ufficiale di Google, tra i plus di questa nuova tecnologia elenca una serie di aspetti che riportiamo, sintetizzati, qui di seguito. Naturalmente, se sei interessato ad approfondire ti rimandiamo alla documentazione ufficiale, oppure ti invitiamo a contattarci, per ricevere una consulenza dedicata.

I vantaggi di Google Performance Max: 1) Trova più clienti che effettuano conversioni. 2) Incrementa il valore. 3) Acquisisci informazioni dettagliate.

Svantaggi di Google Performance Max

Qui riportiamo alcuni consigli, dedicati soprattutto agli utenti alle prime armi. Questi, non conoscendo il funzionamento di Google Performance Max, potrebbero più facilmente cadere in alcune piccole “trappole”.

  • Impostazione Conversioni: se non hai impostato correttamente le conversioni sul tuo account, Google potrebbe non essere in grado di assicurare prestazioni adeguate.
  • Analisi andamento campagne: non è sempre facilissimo interpretare – e, quindi, sfruttare – tutti i dati che è possibile ottenere dai report. Occorre un po’ di esperienza.
  • Affidarsi troppo all’automazione: bisogna prestare molta attenzione a come vanno impostate le campagne all’inizio, perché il margine di manovra, una volta creata la campagna, è ridotto.
  • Perdita di controllo: essendo campagne automatizzate, potrebbero non piacere a chi ama “mettere le mani nei dati” per ottimizzare autonomamente tutto. Bisogna essere pronti ad accettare che il machine learning “faccia la sua magia”.Come creare una campagna Google Performance Max.

Come creare una campagna Performance Max

Attivare questa tipologia di campagne è abbastanza semplice e veloce. Qui di seguito forniamo una serie di passaggi, arricchiti con consigli e (ove necessario) approfondimenti, per darti una rapida guida (semplificata) all’importazione delle campagne Google Performance Max.

(Attenzione: fai sempre riferimento ai contenuti originali e al composer delle campagne di Google, perché alcune informazioni potrebbero variare, nel corso del tempo.) 

Definizione dell’obiettivo delle campagne

È importante stabilire gli obiettivi di conversione a livello di account, poiché saranno utilizzati da Google Performance Max per stabilire le offerte automatiche e perseguire risultati basati, appunto, sugli obiettivi generali impostati all’inizio.

Se, ad esempio, devi sponsorizzare un’attività locale, selezionerai l’obiettivo “Promozioni e visite ai negozi locali”. Se invece vuoi promuovere le vendite di un e-commerce, selezionerai “vendite”. Sì… sembra semplice e forse lo è, ma è bene prestare attenzione e sapere fin da subito che cosa si vuole ottenere, per evitare di commettere errori in fase di partenza.  

Selezione della campagna Performance Max

Dopo aver selezionato gli obiettivi di conversione, dovrai selezionare la tipologia di campagna “Performance Max” e, qualora volessi attivare una campagna destinata alla vendita prodotti, nella medesima pagina dovrai indicare anche il feed di prodotti di riferimento. 

Impostare budget e offerta delle campagne

Seleziona il budget giornaliero e la strategia di offerta. In un primo momento è sempre consigliabile impostare “conversioni”. Per ottenere maggiori consigli e approfondimenti, a questo proposito, consigliamo di fare riferimento ai link forniti al termine del paragrafo. 

Impostazioni generiche

Come è ovvio, dovrai selezionare anche la lingua della tua campagna e la sua geolocalizzazione (lo spazio geografico all’interno del quale essa sarà attiva, dal momento del lancio). 

Asset Performance Max

A questo punto non bisogna fare altro che completare la propria campagna, andando a caricare gli “asset” necessari, ovvero i link e i contenuti testuali e video-fotografici necessari per realizzare gli annunci veri e propri e per guidare gli utenti verso i propri prodotti, servizi, landing pages, ecc. Qui di seguito, un breve elenco degli asset richiesti:

 

Gli asset di Google Performance Max. 1) Url finale di destinazione. 2) Immagini. 3) Video. 4) Logo. 5) Titoli. 6) Titoli Lunghi. 7) Descrizioni. 8) Nome attività. 9) Estensioni.

 

Come abbiamo già detto, le inserzioni vengono mostrate automaticamente su tutte le reti pubblicitarie di Google, a patto che l’inserzionista carichi le creatività (immagini, testo, video) necessarie per tutte le tipologie di campagna Google Ads. Il mancato caricamento di uno specifico asset comporta, ovviamente, l’impossibilità di far comparire la campagna in determinati network (ad esempio, se non carichi le immagini nel formato 960×1200, la campagna potrebbe non sfruttare appieno le potenzialità delle Discovery).

Per approfondire l’argomento “assets” e capire in che modo il machine learning può aiutarti, creando asset appositi per la tua campagna, consulta il link. 

Indicatori di pubblico

Completiamo la campagna andando a definire l’indicatore di pubblico: il punto di partenza del targeting della campagna. Per andare a compilare gli indicatori di pubblico dovremo combinare una serie di dati. Questo ci permetterà di definire il miglior pubblico possibile al quale rivolgere i nostri annunci. Per andare a definire il pubblico possiamo selezionare anche una sola di queste impostazioni:

  • segmenti personalizzati
  • dati proprietari
  • interessi
  • dati demografici

Per queste campagne, il targeting si basa esclusivamente su indicatori, che verranno presi in considerazione dal machine learning in un primo momento, ma successivamente saranno ottimizzati autonomamente. Quindi, consideriamo questo passaggio come un “primo passo”, destinato a modificarsi e a “crescere” con il proseguimento della campagna. 

Riepilogo e pubblicazione

Concludiamo la pubblicazione della campagna visualizzando il riepilogo finale. Molto utile per verificare, una volta ancora, se abbiamo inserito tutti i dati correttamente e se stiamo creando una campagna Performance Max che davvero risponde alle nostre esigenze e agli obiettivi di marketing prefissati.

Ti basterà cliccare su “pubblica” per attivare la campagna e iniziare a verificarne l’andamento tramite gli strumenti di insight e di analisi dei dati.

Google Partner Premier Naxa

 

Google Performance Max: approfondisci l’argomento

In questo paragrafo forniamo un breve elenco di scenari e di situazioni nelle quali è bene preferire Google Performance Max. Inoltre, ti forniamo un po’ di link ad approfondimenti e a guide ufficiali. 

Quando è consigliato ricorrere a Performance Max?

Le campagne Performance Max sono la soluzione migliore se:

  • Hai obiettivi pubblicitari e di conversione specifici (aumentare le vendite online, generare lead, ecc.).
  • Vuoi massimizzare il rendimento della tua campagna e non hai limitazioni riguardo al canale / network sul quale pubblicare la campagna.
  • Vuoi accedere facilmente a tutti i canali pubblicitari di Google con un’unica campagna.
  • Vuoi guadagnare un valore di conversione e una copertura aggiuntivi oltre a quelli generati dalle campagne sulla rete di ricerca basate sulle parole chiave. 

Performance Max, link e approfondimenti

Per conoscere meglio questo strumento di Google ti consigliamo una serie di link, indicando anche perché potrebbero esserti utili.

 

Cerchi un Google Partner? Sei nel posto giusto!

Se hai bisogno di supporto nella creazione delle tue campagne Performance Max, oppure sei in cerca di qualcuno che possa impostarle e gestirle per te, perché non ci chiami? Il team Naxa sarà lieto di ascoltare le tue esigenze e di fornirti tutto il supporto necessario!

Costruire una strategia CRM di successo

Che cos’è un CRM?

Prima di spiegare perché dovresti implementarlo in azienda, quali sono gli enormi vantaggi e quali i pericoli in agguato durante il percorso, cerchiamo di chiarire che cosa si cela dietro queste tre lettere.

Con la sigla CRM, acronimo di Customer Relationship Manager, si indicano una serie di strumenti e di pratiche che, se messe in atto correttamente, aiutano le aziende a gestire meglio i propri contatti e farne un uso più proficuo

In particolare, come vedremo, i CRM sono utilissimi per coltivare i rapporti con i propri clienti, stabilendo relazioni di valore che, nel lungo periodo, portano enormi vantaggi, non solo in termini di vendite, ma anche di reputazione e di percezione di un marchio. 

Per avere un’idea più chiara di che cosa sia un CRM, per chi volesse meglio comprendere questo termine così “sfumato” – sospeso tra strumento e tecnica, tra teoria e sua applicazione tramite l’uso di software e strumenti – suggeriamo i seguenti link:

perché dovrei implementare un crm

 

Perché dovrei implementare un CRM?

Questa domanda può sembrare superflua o, quantomeno, tendenziosa, dal momento che la risposta potrebbe essere, semplicemente: perché può costituire un vantaggio. Eppure, il “perché” della scelta di un CRM non deve essere inteso solo come ricerca del fine ultimo (aumento del fatturato), ma anche come individuazione di motivazioni intermedie che, se portate a livello consapevole, si possono rivelare davvero determinanti per la riuscita di una strategia di implementazione e di utilizzo di un CRM in azienda.

Ma, quindi, perché dovresti implementare un CRM (e la strategia che sta dietro a questo sistema) all’interno della tua azienda? Sicuramente, per gli indubbi vantaggi che può portare (ai quali dedichiamo un intero paragrafo, più avanti), tra i quali figurano anche le motivazioni economiche. Basti pensare che, secondo uno studio di Forrester, la ROI dell’implementazione di un CRM in azienda può addirittura superare il 200% dell’investimento.

Al di là di questo, però, vi sono anche una serie di “giusti motivi” che devono guidare l’implementazione di un CRM in azienda. Anche a questi dedichiamo un paragrafo nel quale esploriamo una serie di casistiche nelle quali i CRM non portano i risultati attesi, perché implementati per le motivazioni sbagliate, tra le quali figurano:

  1. Obiettivi poco chiari
  2. Scelta di un CRM non “tagliato” per la propria realtà aziendale
  3. Errate motivazioni che portano all’implementazione
  4. Aspettative irrealistiche

Prima di trattare questi argomenti, però, dovresti porti la domanda che dà il titolo al paragrafo successivo: a che cosa serve un CRM?

a che cosa serve un crm

 

A che cosa serve un CRM?

La risposta più breve, essenziale e stringata a questa domanda potrebbe essere:

Un CRM serve a gestire e coltivare le relazioni con i clienti, su larga scala

E, dopo una risposta così, potresti anche chiederti: sì, ok… ma, in che senso? Cerchiamo di fare chiarezza…

Immaginatevi di dover gestire sempre più contatti di un numero sempre più alto di clienti che hanno acquistato i vostri prodotti e che hanno intrattenuto, con il vostro marchio, i rapporti più disparati. Avrete gli entusiasti, quelli che acquistano una volta e scompaiono, quelli che tornano ogni anno, ecc. Ogni cliente con le sue peculiarità, le sue esigenze, le sue abitudini di acquisto.

Avere un CRM aggiornato significa avere un luogo nel quale registrare tutto questo, per farne buon uso. Ad esempio, inviando comunicazioni dedicate ad ogni segmento, così da fornire, ad ogni tipologia di cliente, soltanto le informazioni che saranno più rilevanti e interessanti. Lo stesso vale, ovviamente, per offerte commerciali personalizzate, sconti speciali, promozioni create appositamente per un certo gruppo di clienti.

ll software CRM aiuta a costruire relazioni migliori con i clienti e a migliorare le vendite e la fidelizzazione attraverso conversazioni significative con i clienti attuali e potenziali.

Però… non sempre i CRM hanno successo, no? Certo… come tutte le cose. Ma perché, a volte, l’uso dei CRM non porta i risultati sperati? Abbiamo cercato di riassumere, nel paragrafo successivo, le motivazioni più comuni, per metterti in guardia da situazioni come quelle descritte.

perché e quando un crm non porta i risulatati

 

Perché (e quando) un CRM non porta risultati?

Adottare un CRM in azienda non è sinonimo di successo e di aumento del fatturato. 

Vi sono casi in cui il CRM non porta i risultati sperati e – non spaventarti! – accade molto più frequentemente di quanto immagini. 

Vi sono diversi studi di Forrester che parlando di due marchi su tre che si dicono insoddisfatti del loro CRM dopo soli due anni di utilizzo. Come tutti i dati, però, anche questi devono essere analizzati e contestualizzati, a cominciare dalle ragioni che portano all’insoddisfazione.

Ora, se non hai voglia di leggere i punti che seguono, nei quali esploriamo le motivazioni che portano un CRM a non portare risultati (o a portarne di scarsi), ti forniamo la risposta breve, qui sotto.

Se un CRM non funziona è perché lo stai usando male!

Sì, capiamo che forse è un’affermazione un po’ provocatoria. Ecco perché ti consigliamo di leggere l’analisi che segue… anche se non ne hai voglia! Troverai considerazioni e spunti molto utili, per non commettere errori nelle fasi di scelta, implementazione e uso del CRM all’interno della tua azienda!

 

Strategia errata e nessun obiettivo chiaro

I marchi spesso implementano un sistema CRM senza avere una chiara comprensione di ciò che vogliono raggiungere. Di conseguenza, compiono un grande investimento in un software che dovrebbe aiutarli… senza però avere consapevolezza di come questo possa, effettivamente, aiutarli.

Ad esempio, molte aziende vedono nel CRM un software magico, che “funziona da solo”, e si limitano ad installarlo, anziché studiarne il funzionamento e portare in azienda la “filosofia di nurturing dei clienti”. 

Altro malinteso comune consiste nel vedere il CRM come un’altra parte del software che aumenta l’efficienza, quando in realtà ha come unico scopo quello di rendere più efficiente la gestione delle relazioni con i clienti (e, quindi, aiuta ad efficiente, ma un particolare segmento di uno specifico processo).

Un altro errore consiste nel sottovalutare le potenzialità del sistema e vedersi costretti a far fronte ad un improvviso aumento delle richiesta, senza aver prima preparato il terreno per questa eventualità… sicuramente molto auspicabile, ma anche foriera di non poche difficoltà se imprevista e non programmata.

 

Approccio errato di tipo “one-size-fits-all”

Come accade in molti ambiti, specialmente quando si parla di tools e metodologie, anche per le soluzioni CRM esistono molteplici brand, con un ventaglio di soluzioni molto variegate, che si differenziano per modalità di funzionamento, complessità, funzionalità offerte e via dicendo.

La scelta del CRM più adatto alla propria azienda, in questo scenario così vario, è fondamentale. E, attenzione, la scelta non deve ricadere soltanto sul CRM più adatto a soddisfare le proprie esigenze, ma anche su quello più facile da inserire all’interno dei processi aziendali (processi gestionali, ma anche processi informatici… si pensi, ad esempio, la possibilità di interfacciare tra loro più tools, o più piattaforme web con il suddetto CRM). La sola scelta del CRM è, di per sé, un passo delicato e difficoltoso. Per certi aspetti tanto quanto l’utilizzo del CRM scelto. Commettere un errore all’inizio (illudendosi che “un CRM vale l’altro”) può comportare grossi, grossi problemi nelle fasi più avanzate di implementazione in azienda e di utilizzo dello strumento.

Un altro errore molto comune è quello di individuare un software e di scegliere un “pacchetto standard” nella speranza di risparmiare qualche soldo, salvo poi accorgersi che quel particolare pacchetto è completamente insufficiente per soddisfare le reali esigenze dell’azienda.

C’è molto da considerare prima di scegliere un sistema CRM. Devi tenere in considerazione molteplici fattori, come il tuo budget, gli obiettivi e le specifiche funzionalità che stai cercando. 

Altrettanto importante è considerare le capacità del tuo stack tecnologico. Il tuo CRM dovrebbe essere in grado di integrarsi. Ecco perché non ha senso investire in qualsiasi CRM: hai bisogno di una soluzione personalizzata che si adatti alle tue esigenze. 

 

Implementazione di un CRM, ma per le ragioni sbagliate

Troppo spesso, i CRM vengono utilizzati per l’intelligence aziendale, invece di concentrarsi sul miglioramento delle relazioni con i clienti. Il che, ad essere onesti, è comprensibile. I sistemi CRM presentano così tante funzionalità e metriche diverse, che può essere facile perdere di vista l’obiettivo. Questo rende ancora più cruciale concentrarsi sulla finalità della tua implementazione CRM: costruire relazioni durature con i clienti. Tutto il resto è un extra, ma non è il motivo principale per portare la filosofia CRM nella tua azienda. 

 

Coltivare aspettative irrealistiche

Il panorama dei CRM è cambiato radicalmente dagli anni ’70 (quando il concetto ha fatto la sua prima comparsa nel mondo business). 

Oggi, i sistemi CRM sono impiegati per soddisfare una serie di obiettivi per diversi team (ad esempio IT, marketing, vendite, contabilità). Aspettarsi così tanto dal tuo CRM – o da qualsiasi sistema software per quella materia – porterà solo ad una grande delusione. Perché… il CRM non è una soluzione miracolosa! Il suo obiettivo è aiutarti a rafforzare le tue relazioni con i clienti e, per farlo, richiede studio, impegno e un po’ di fatica. Sforzi che saranno sicuramente ripagati, ma che devono essere – innanzitutto – compiuti, per poter sperare di raggiungere i propri obiettivi.

perché tutti parlano bene dei crm

Perché tutti parlano bene dei CRM?

A questo punto, potresti chiederti “Se un CRM può fallire, richiede impegno, necessità di tanto apprendimento… perché tutti ne parlano così bene?“. E la risposta è semplicissima: “Perché, se usato bene, un CRM porta tantissimi vantaggi!“.

Qui sotto riportiamo i principali benefici che un CRM può portare in azienda. Un elenco breve, che tocca i punti giusti per convincerti ad andare avanti e scoprire, finalmente, che cosa devi fare per portare la filosofia CRM nella tua azienda, in modo che questa si riveli efficace e fruttuosa.

Ancora qualche riga, e poi ci siamo. Ecco qui i principali vantaggi che un CRM può portare. 

 

Un CRM può aumentare il tuo fatturato

Automatizzando le attività, razionalizzando i tuoi processi di vendita e accelerando i tuoi pipeline di vendita, il tuo sistema CRM può aiutare ad aumentare le conversioni e creare le condizioni per aumentare le probabilità di successo del team vendite.

Allo stesso tempo, un sistema CRM può migliorare i risultati degli sforzi di marketing, consentendoti di monitorare e istituire relazioni profonde con i lead, attivare campagne di advertising in modo più efficiente e migliorare la collaborazione tra i team vendite e marketing. 

 

Acquisire (e utilizzare) informazioni preziose sui clienti

Memorizzando i dati dei clienti in un unico luogo, i sistemi CRM ti offrono un facile accesso a informazioni importanti sui tuoi clienti. Utilizzando queste informazioni, avrai una migliore comprensione delle esigenze e delle preferenze dei tuoi clienti. Questo ti aiuterà ad acquisire nuovi clienti, ma anche a mantenere ottimi rapporti con i già clienti, ai quali potrai offrire prodotti e servizi sempre più pertinenti con le loro esigenze. 

 

Il CRM massimizza l’efficienza

I sistemi CRM non solo aiutano a mantenere le relazioni con i clienti, ma rendono anche più efficiente la collaborazione tra i team interni, centralizzando i tuoi dati sui clienti e automatizzando i flussi di lavoro. 

Ciò ti dà più tempo per concentrarti su altre attività di maggiore priorità, rendendo più efficienti i processi interni e di comunicazione verso l’esterno.

crm di successo come implementarlo

 

CRM di successo: come implementarlo?

Finalmente ci siamo. Abbiamo capito che cosa sia un CRM, quali sono gli errori più comuni che le aziende commettono quando decidono di implementarne uno, e quali sono gli interessanti vantaggi che queste tecnologie possono portare.

Finalmente è tempo di capire come implementare, nella tua azienda, un CRM di successo! 

 

Costruisci una strategia chiara e definita

La tua strategia CRM è un piano a livello organizzativo guidato da specifici obiettivi:

  • Relazioni più solide con i clienti
  • Aumento del fatturato
  • Aumento dei profitt

Tieni presente che il CRM non è solo una preoccupazione IT, bensì una priorità a livello esecutivo (tante aziende faticano a comprendere questa cosa, e falliscono nell’implementazione del CRM). La gestione delle relazioni con i clienti è una questione strategica e come tale deve essere trattata. 

 

Seleziona un CRM adeguato alle tue esigenze

Prima di mettersi alla ricerca di un CRM è bene capire che cosa si vuole ottenere, perché i CRM fanno di tutto. Ma tu hai bisogno di un CRM che faccia quello che ti serve davvero

Ricorda: il CRM non può chiarirti le idee. Piuttosto, devi avere le idee per effettuare una scelta ponderata del tuo prossimo software CRM.

Per aiutarti nel processo di chiarimento delle tue idee, prova a porti le seguenti domande. Soltanto trovando le risposte potrai dire di sapere davvero che cosa stai cercando…

  • Cosa stai cercando in un CRM?
  • Come ti aiuterà a raggiungere i tuoi obiettivi?
  • Quali dipartimenti e team lo utilizzeranno?
  • Per quale scopo sarà utilizzato? 

 

Preparati ad investire nel cambiamento

Investi nella formazione, nell’implementazione e nella gestione del cambiamento. Come ogni nuovo sistema, l’implementazione del tuo CRM porterà con sé alcuni cambiamenti organizzativi.

Prima di introdurre un CRM in azienda, assicurarti che i membri del tuo team siano tutti allineati. Organizza un adeguato processo di gestione del cambiamento per aiutare con la formazione e l’onboarding dei tuoi dipendenti. Il cambiamento può essere difficile per molte persone, quindi è importante ricordare ai vari team come un CRM potrà aiutarli nel loro lavoro e in che modo tornerà utile ad ognuno. 

 

Misura le performance

Imposta chiaramente i parametri per misurare le performance dell’implementazione del CRM.

Ci sono molte metriche che puoi utilizzare per misurare le prestazioni. Qui di seguito, ne elenchiamo alcune sulle quali puoi iniziare a porre maggiore attenzione:

  • turnover dei clienti
  • costo di fidelizzazione del cliente
  • engagement dei clienti

Ricordati sempre che le metriche che scegli di misurare (dette anche KPIs: Key Performance Indicators) dovrebbero basarsi su ciò che stai cercando di raggiungere. Per questo è fondamentale avere obiettivi chiari (come abbiamo detto all’inizio di questo paragrafo). 

 

Dai priorità alle relazioni giuste

Utilizza il tuo sistema CRM per identificare i tuoi clienti ad alto valore (quelli più importanti per la tua crescita della tua azienda). Chiaramente, le relazioni con i clienti ad alto valore sono quelle che devi cercare di coltivare e di valorizzare, mantenendo un contatto costante, fornendo loro informazioni, offerte, spunti per continuare ad interagire con il tuo marchio e con ciò che esso ha da offrire. 

 

Chiedi una consulenza su CRM e strategia

Se sei interessato ad attivare una strategia CRM nella tua azienda, ma non vuoi improvvisare, chiedi a dei professionisti. Il team Naxa sarà lieto di offrirti una consulenza e di guidare il tuo business in questo mondo.