Perchè fare content marketing

Perché è importante per un’azienda fare Content Marketing

Aziende, Pmi e professionisti si sono ormai accorte da tempo che il web è una risorsa di fondamentale importanza. Per far crescere la presenza di un’azienda sul web può essere fondamentale impostare una corretta strategia di content marketing

Perché scegliere il content marketing?

Una strategia di Content marketing ben studiata può essere un ottimo trampolino di lancio per tutte le aziende dal momento che:

  • Il web è conversazione: il tuo potenziale cliente non cerca pubblicità martellanti, ma vuole qualcosa in grado di legarlo alla tua azienda o al tuo brand e desidera poter interagire con te e sentirsi parte attiva delle conversazioni.
  • Con il content marketing i tuoi clienti ti possono conoscere davvero, fidelizzandosi. Se ti fai conoscere dai tuoi clienti raccontandomi sarà più difficile che ti abbandonino per un altro brand.
  • Il tuo pubblico non vuole essere colpito ma attratto. Siamo passati dalle tecniche pubblicitarie di tipo interruttivo a strategie meno invasive e martellanti che cercano il permesso della tua audience potenziale: il content marketing è in grado di calamitare il tuo cliente;
  • Con il content marketing la dimensione della tua azienda è relativa: l’essere coinvolgenti non equivale ad avere a disposizione grossi budget.
  • Con il content marketing puoi creare ambassador del tuo brand. Se crei una storia coinvolgente e stimoli i giusti punti di attenzione i tuoi clienti condivideranno e promuoveranno in totale autonomia il tuo brand e da semplici consumatori possono trasformarsi in tuoi alleati.

Cos’è l’inbound marketing? Come funziona?

Diamo subito alcune definizioni:

Outbound marketing: è il marketing tradizionale, quello che si basa sull’acquisto di elenchi di contatti per le fiere, il telemarketing, gli eventi, pubblicità su riviste e giornali.

Inbound marketing: è invece quel ramo del marketing che si occupa di creare contenuti interessanti che possano attirare i potenziali clienti sul nostro sito.

L’inbound marketing è caratterizzato da tre aspetti fondamentali:

  • L’individuazione di contenuti in grado di ottenere l’interesse del nostro target
  • La creazione dei contenuti online, come blog, post, pagine web ecc.
  • La pianificazione di una strategia di condivisione

Le 4 fasi dell’inbound marketing:

  1. Attirare

Ogni giorno le ricerche effettuate su Google sono milioni, è per questo che un’azienda deve essere presente online. Gli utenti che navigano, nel 78% dei casi, effettua ricerche sui motori di ricerca. Sempre più spesso gli utenti oltre che da desktop effettuano ricerca da dispositivi mobili e per questo motivo è fondamentale avere un sito responsive.
Per attirare il traffico e gli utenti, in questa fase è molto importante avere un blog e aggiornarlo costantemente con contenuti interessanti scritti utilizzando le keywords giuste. Questi contenuti potranno essere pubblicati sui social per avere ancora più visibilità.

  1. Convertire

Per avere un ritorno occorre convertire le tue visite in leads. Per fare questo dovrai creare delle landing page con all’interno delle call to action.
Un landing page efficace deve avere contenuti di qualità e deve essere semplice e intuitiva. I contenuti devono avere così tanto valore per l’utente da renderlo disposto a premere il bottone della call to action e a lasciarci i suoi dati.

  1. Trasformare

Ora che hai raccolto i dati delle tue lead e sai a cosa sono interessati puoi procedere con l’invio di DEM o contenuti specifici e mirati per gruppi di utenti.

  1. Fidelizzare

La parola d’ordine è: rimanere in contatto con i tuoi clienti. Per mantenere vivo e duraturo il rapporto con i tuoi clienti dovrai mettere in atto delle azioni che ti permettano di rendere il vostro rapporto meno virtuale, come ad esempio eventi, mail personalizzate per il compleanno o offerte dedicate.

Novità Google: Analytics 360 Suite per il web marketing

Il 15 marzo 2016 il più famoso motore di ricerca, Google, ha annunciato un’importante novità: l’arrivo di Google Analytics 360. Lo ha fatto però senza rivelare troppe informazioni riguardo a queste funzioni premium.

Poco più di un mese fa, il guru di Google Analytics Justin Cutroni ha parlato dell’imminente arrivo di nuovi strumenti di analisi dei dati web: software in grado di cambiare in modo drastico la misurazione e la presentazione dei dati. Tutto a vantaggio dei Web Marketing Specialist: musica per le nostre orecchie!

Grazie a Google Analytics 360 sarà possibile integrare la presentazione di dati e statistiche in modo davvero semplice e completo: a partire dai “micro-momenti” offline e online alla visione complessiva della customer journey. Scopriamone i dettagli.

Cos’è Google Analytics 360?

Facciamo una premessa per inquadrare l’argomento: Google Analytics 360 sostituirà Google Analytics Premium, lo strumento con cui sinora gestivamo in modo rapido enormi quantitativi di dati online, fornendo in più l’innovativa possibilità di personalizzarne la misurazione e analizzare anche i dati degli utenti da tutti i touchpoint, anche offline. Analytics 360 [https://searchengineland.com/google-analytics-360-suite-launch-audience-dmp-244713] sarà il nuovo fulcro della Suite di Google, e si servirà del supporto degli altri sistemi e strumenti dello stesso motore di ricerca: Google AdWords, Google Search Console, Google Trends.

Per scoprire tutte le funzionalità di esperienza integrata della Suite Google Analytics 360 dovremo aspettare i prossimi mesi, mentre per ora possiamo limitarci a una panoramica sulle novità degli strumenti disponibili, e capire come potremo piacere a Google d’ora in poi.

I nuovi strumenti di Google Analytics 360: utilità per il web marketing

Google Analytics 360 Suite porterà con sé una serie di strumenti di analisi dei dati assolutamente utili per il Web Marketing, poiché consentirà di tracciare un quadro completo del comportamento dei consumatori e offrirà le giuste informazioni a chi è alla ricerca di statistiche, report e insight precisi, che non parlino soltanto il linguaggio dei numeri ma che consentano anche di comprendere profondamente il pubblico di riferimento (e strutturare messaggi pubblicitari su misura sempre più precisi).

Vediamoli nel dettaglio gli strumenti di analisi del nuovo Google Analytics 360 Suite:

  • La nuova piattaforma Google Audience Center 360 consentirà di organizzare e gestire i dati di DoubleClick e AdWords, integrandoli con quelli provenienti da piattaforme di terze parti. Questo consentirà di raggiungere le persone giuste nel momento giusto, attraverso un canale adeguato. Lo strumento migliore, per un web marketing che spinge sempre più in una direzione one-to-one.
  • Lo strumento di gestione centralizzata Google Tag Manager 360 per gli script di monitoraggio garantirà una più facile raccolta dei dati e una maggiore precisione attraverso alle API rafforzate.
  • Il software Google Optimize 360 permetterà di esaminare i contenuti del proprio sito web (funnel e layout) senza modifiche al codice e su determinati target di utenti. Il risultato sarà un’ottimizzazione verso le pagine, per un miglior internet surfing in base al dispositivo di accesso e al comportamento di navigazione degli utenti abituali.
  • Lo strumento di visualizzazione dati e reporting Google Data Studio 360 consentirà di presentare i dati in modo chiaro e di semplice lettura anche per i non addetti ai lavori.
  • Il sostituto di Adometry sarà Google Attribution 360. Sarà utile per analizzare i flussi di conversione dei siti web, incrociandoli con dati provenienti da altre piattaforme di analisi (canali TV, giornali etc).

Che ne dite di Google Analytics 360? Ci aiuterà a fare previsioni SEO 2016?

Guida per principianti: i contenuti del digital marketing

Negli ultimi dieci anni il marketing ha avuto un’evoluzione sia nella forma che nell’approccio. Ecco un rapido riassunto:

Marketing tradizionale + Tecnologia = Digital Marketing

Digital Marketing + Audience Insights = Digital Content Marketing

In questa evoluzione i contenuti di marketing sono al centro di uno spostamento verso le esperienze di marketing personalizzate e su una comunicazione più centrata sul pubblico. Questo tipo di approccio centrato sul cliente è chiamato Inbound Marketing: questa tipologia di marketing attira i clienti in modo organico e vuole stupire i consumatori.

Il content marketing è perfettamente in linea con questo cambiamento ed è diventato uno strumento fondamentale e molto redditizio per le aziende di tutto il mondo. Cerchiamo di capire meglio di che cosa si tratta.

Che cos’è il marketing di contenuti o content marketing?

Prima di tutto diamo una definizione: il content marketing è qualsiasi strategia di marketing che preveda la creazione, la pubblicazione e la condivisione di contenuti per raggiungere segmenti specifici di pubblico. L’obiettivo è quello di informarecoinvolgere e, infine, fornire contenuti rilevanti che riescano ad attrarre il pubblico. Ecco i tre passaggi fondamentali che stanno dietro a dei contenuti marketing di successo e che sono parte di una strategia di Inbound Marketing:

Fase 1: Conoscere il pubblico

È fondamentale conoscere il proprio pubblico.
Questo è ciò che differenzia la commercializzazione di contenuti digitali dal marketing tradizionale: il marketing, in questo caso, si deve basare sul contenuto e deve capire il pubblico a cui si sta rivolgendo.  La conoscenza del proprio pubblico è possibile attraverso la ricerca e la segmentazione del mercato.
Ci sono diversi modi per poter effettuare questo tipo di ricerca: l’obiettivo è identificare i modelli di comportamento e gli stili di vita dei proprio clienti, o potenziali acquirenti, così da poter dividere un pubblico vasto in gruppi più piccoli.


Facciamo un esempio: se il nostro mercato di riferimento è composto da donne tra i 25 e i 34 anni, occorre trovare all’interno di questo vasto gruppo un segmento di mercato più piccolo che può essere scelto includendo almeno una variabile aggiuntiva, come ad esempio l’impiego lavorativo o l’istruzione.
Lo stesso vale per il B2B. Se il mercato principale si compone di produttori di cosmetici, si potrebbe scegliere un segmento più specifico andando a segmentarli per tipologia di azienda, se pubblica o privata, o per dimensioni.
È importante segmentare il pubblico in modo da creare dei modelli di clienti facilmente identificabili, così che sia più facile capire quali strategie attuare per il successo di una campagna di content marketing. I contenuti marketing devono cambiare a seconda del segmento di mercato a cui vi state rivolgendo, poiché ogni cliente, o potenziale cliente, è diverso da un altro ed è importante capirne esigenze e stile di vita.
Importanti strumenti di ricerca per la definizione del proprio pubblico sono:  • Analytics (social media, motori di ricerca, sito web) • Google Alert• Indagini sui clienti e interviste • Monitoraggio dei social media • Testare i contenuti, sottoponendo agli utenti diverse variazioni dello stesso contenuto• Ricerca di parole chiave • Strumenti di analisi dati di mercato

Fase 2: Creare contenuti pertinenti

Una volta deciso il nostro segmento di pubblico, è il momento di creare contenuti web di qualità in base alle esigenze dei nostri potenziali clienti.

Se ad esempio sappiamo che il nostro segmento di pubblico utilizza Instagram e lavora in città, creeremo campagne su misura per il cellulare e per chi ha uno stile di vita frenetico: il contenuto sarà molto diverso da quello utilizzato, per esempio, per un segmento che utilizza Facebook e che vive in campagna.

Anche se entrambi i segmenti appena indicati condividono un’affinità per la nostra marca, si tratta di due diverse tipologie di persone, ovvero gruppi di pubblico differenti che hanno stili di vita diversi, e che quindi richiedono forme diverse di contenuti.

Identificare i vari segmenti di pubblico ci permette di capire quali sono i motivi che li spingono all’acquisto, quali sono i contenuti che preferiscono (blog, video, newsletter, case history, grafica) e dove cercano le informazioni.

Fase 3: Analisi dei risultati

Non sempre il marketing raggiunge i propri obiettivi e il suo pubblico di riferimento: questo è il prezzo da pagare per essere aperti a continue prove, ma anche a nuove scoperte.

Un contenuto che non ha avuto il risultato atteso non è necessariamente scorretto: al contrario, è probabile che a non essere corretti o troppo ampi i gruppi di destinatari a cui ci si rivolgeva. Quindi, se i risultati della prima strategia di content marketing non sono andati come previsto, la prima cosa da fare è rivedere il proprio pubblico di riferimento: più precisi sono i segmenti di mercato, più i contenuti potranno essere affini alle esigenze dei vostri futuri clienti.

Avrete così modo di creare non solo contenuti accattivanti, ma anche prevedere il loro comportamento e raggiungere l’obbiettivo desiderato.

Markup semantici: cosa sono e come si usano

C’è una linea sottile che separa il web design e la programmazione dall’ottimizzazione per i motori di ricerca. Questa linea è diventata particolarmente esplicita nel momento in cui si è verificato il cosiddetto Mobilegeddon – ossia a partire da quando, esplicitamente, Google ha considerato la mobile responsiveness come parte fondamentale dell’algoritmo di ranking

Tuttavia, questa nozione non è stata interiorizzata appieno da tutti i web developer e neppure da tutti i professionisti del SEO. Troppe volte, un SEO applicato senza la dovuta attenzione ai corretti aspetti dell’HTML porta i siti a non posizionarsi come teoricamente dovrebbero

Altrettanto spesso, i motori di ricerca non riescono a comprendere di cosa parli esattamente il sito perché i contenuti, di per sé, possono convogliare sì le informazioni, ma solo fino a un certo punto. L’altro protagonista di un corretto posizionamento lavora infatti dietro le quinte, nella forma di markup semantico

Cos’è il markup semantico?

Il markup semantico potrebbe definirsi come una modalità particolare di scrivere l’HTML

linguaggi di markup come l’HTML (HyperText Markup Language) e l’XML (Extensible Markup Language) sono responsabili della presentazione e dell’organizzazione dei documenti web in elementi diversi come listeparagrafiheader e footer

La semantica è il significato logico e linguistico di un termine e, in senso lato, la scienza dei significati destinati a essere definiti e cristallizzati da parole significanti quando si tratti di nozioni o azioni, e da segnali morfologici quando si tratti di rapporti sintattici. Nel contesto dello sviluppo web, la semantica oltrepassa la mera funzione di presentazione e dona ai singoli elementi di un documento significati distintivi e ben identificabili

Semantica + Markup = Markup Semantico

Il markup semantico esiste da tempo ma solo raramente viene utilizzato al suo massimo potenziale. Perché? Perché esiste una tipica disconnessione tra “presentazione” (il web development) e “contenuto” (l’ottimizzazione per i motori di ricerca)

SEO Specialist si concentrano sui messaggi che il contenuto deve trasmettere, mentre i designer e i programmatori si preoccupano di come questi contenuti appaiono e si comportano

Nella maggior parte dei casi, i tag HTML non semantici hanno lo stesso identico aspetto dei loro omologhi semantici. Ecco qualche esempio:

  • <div></div>
  • <span></span>

Quasi la totalità di un documento web potrebbe forse essere scritto utilizzando solamente questi due tag. Il problema è che essi organizzano il significato ma non lo convogliano: in pratica, al browser non dicono nulla riguardo al contenuto che ospitano

Al contrario, i seguenti tag sono in grado di organizzare in modo efficiente il contenuto dando, al contempo, significato al markup:

  • <article></article>
  • <aside></aside>
  • <footer></footer>
  • <header></header>
  • <main></main>
  • <nav></nav>
  • <section></section>
  • <time></time>

 

Con questo tipo di markup semantici, l’header, il footer e il body di un documento sono esplicitamente definiti. Il tag <nav> potrà anche delineare gli elementi di navigazione come il menu e la paginazione. <article> comunicherà che la pagina contiene un blog post o un articolo della sezione news, mentre i tag <section> divideranno l’articolo in sezioni legate l’una all’altra in modo logico

Perché il markup semantico è importante?

Le ragioni per cui i web developer dovrebbero inserire markup semantici nei loro documenti HTML sono numerose:

  • Best Practices: prima di tutto, il design semantico è uno standard W3C. Se non altro, dunque, sarebbe opportuno uniformarsi a questa best practice perché è ritenuta preferenziale da tutti i browser, le aziende IT e i motori di ricerca. Non solo: il markup semantico migliora il workflow tra gli sviluppatori: se uno di essi riceve una pagina che è già stata identificata semanticamente da un altro developer, comprenderà appieno la funzionalità dell’intero documento e dei suoi componenti individuali
  • User Experience: in alcuni casi, gli elementi semantici hanno un aspetto diverso e garantiscono un’esperienza utente diversa. È dunque più conveniente per i lettori “a schermo” – e anche per i browser – trovarsi di fronte a un contenuto semanticamente strutturato. In questo modo, l’utente potrà identificare più velocemente i vari elementi della pagina. Questo tipo di vantaggio vale anche per i rich snippet, che possono essere mostrati nei risultati di ricerca e producono maggiori percentuali di click-through
  • Buon design significa buon SEO: la semantica è parte integrale dell’ottimizzazione per i motori di ricerca. Si pensi ad esempio della “ossessione” del SEO per le parole chiave, che rappresentano un vero e proprio segnale per i motori: “Ehi Google, questo contenuto è rivelante per determinate query!”. Certamente, questa è una motivazione solo parziale per l’utilizzo di markup semantici. Facciamo però un esempio: marcare un blog post con il tag semantico <article> permette ai crawler dei motori di ricerca di capire che la pagina in questione ospita contenuto editoriale. In questo modo, dunque, un post blog non si posizionerà solo per la query “graphic design” ma anche per long-tail quali “articoli sul graphic design”

In conclusione, i markup semantici permettono a tutti gli attori – dagli sviluppatori ai motori di ricerca, fino agli utenti – di comprendere che il developer sapeva esattamente cosa stava facendo nel momento in cui scriveva il codice. In pratica, l’utilizzo dei markup semantici è simile alla corretta formattazione di una ricerca: il valore di un documento non è solo legato al suo contenuto, ma anche alla forma con cui viene presentato, che gli permette di esprimere il suo massimo potenziale