Migliori agenzie di comunicazione in Italia: perché affidarsi ai professionisti

La comunicazione strategica è oggi una leva indispensabile per il successo aziendale. In un panorama globale sempre più digitale e interconnesso, le aziende devono saper trasmettere i propri valori, prodotti e servizi in modo efficace, coinvolgente e autentico, costruendo relazioni solide e durature con il proprio pubblico di riferimento.

Affidarsi a un’agenzia di comunicazione professionale significa poter contare su esperti che conoscono le dinamiche del mercato, padroneggiano le tecnologie più innovative e hanno la competenza per sviluppare strategie personalizzate, mirate a massimizzare il ritorno sugli investimenti.

Ma come orientarsi nella scelta? In questo articolo scopriremo perché è essenziale collaborare con una rete di professionisti e quali caratteristiche distinguono le migliori agenzie di comunicazione in Italia.

Cos’è un’agenzia di comunicazione e perché è essenziale per le aziende

L’agenzia di comunicazione può essere definita come un partner strategico che supporta le aziende nel progettare e implementare piani efficaci per promuovere il proprio brand, i prodotti o i servizi. Grazie a un team di professionisti dalle competenze diversificate, offre soluzioni su misura per rispondere alle esigenze specifiche di ogni cliente.

Cosa fanno le agenzie di comunicazione?

Le agenzie di comunicazione sono composte da specialisti altamente competenti e si occupano di un’ampia gamma di attività, come: 

    • Branding: consiste nella creazione o nel restyling dell’identità visiva e del messaggio aziendale per rendere il brand unico e riconoscibile.
    • Gestione dei social media: comporta la pianificazione, creazione e pubblicazione di contenuti sui principali canali social per costruire una community e migliorare l’engagement.
    • Pubblicità online e offline: implica l’ideazione e creazione di campagne pubblicitarie su Google Ads, social media, stampa e altri media tradizionali e digitali.
    • Pubbliche Relazioni (PR): è la costruzione e gestione delle relazioni con media, influencer e stakeholder per aumentare la visibilità e rafforzare la reputazione.
    • Content Marketing: si chiama in questo modo la creazione di contenuti di valore come news, blog e video per attrarre e fidelizzare i clienti.

 

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Perché affidarsi a un’agenzia di comunicazione professionale?

Le aziende che scelgono di collaborare con un’agenzia di comunicazione professionale beneficiano di numerosi vantaggi: 

  • Risparmio di tempo e risorse: esternalizzare le attività di comunicazione permette alle imprese di concentrarsi sul core business senza sacrificare la qualità delle strategie promozionali.
  • Accesso a competenze specializzate: le agenzie mettono a disposizione un team multidisciplinare aggiornato sulle ultime tendenze e tecnologie del settore.
  • Strategie mirate e data-driven: grazie all’analisi dei dati, i professionisti delle agenzie sviluppano piani di comunicazione personalizzati, ottimizzati per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
  • Monitoraggio e misurazione dei risultati: le agenzie monitorano le performance delle campagne in tempo reale, apportando eventuali modifiche per garantire il massimo ritorno sull’investimento.

Per tali ragioni, affidarsi agli specialisti della comunicazione andrebbe considerato tanto una scelta di business strategica quanto un investimento a lungo termine per costruire un brand forte, chiaro e con una presenza coerente e distintiva sul mercato.

I rischi del fai-da-te nell’ambito della comunicazione

Per alcune aziende, il “fai-da-te” in ambito comunicazione può sembrare inizialmente una soluzione conveniente. Tuttavia, nasconde insidie che rischiano di compromettere la crescita del brand. 

Gestire in autonomia strategie complesse spesso porta a errori strategici, come una scarsa comprensione della target audience o una comunicazione incoerente, che possono tradursi in un’inefficace allocazione di risorse e nella perdita di preziose opportunità di mercato. Un altro rischio è legato alla mancanza di un approccio strutturato: senza le competenze necessarie, è facile cadere nella trappola di decisioni non supportate da dati concreti, puntando su tattiche che non generano risultati tangibili. Infine, la gestione autonoma richiede un notevole investimento di tempo e risorse, spesso distogliendo l’attenzione dal core business dell’azienda.

Al contrario, affidarsi ai professionisti significa accedere a un approccio strategico e ben calibrato. Le migliori agenzie di comunicazione in Italia utilizzano strumenti e metodologie basate sul dato per analizzare il mercato, comprendere il comportamento del target e sviluppare piani ad hoc che si fondano su informazioni precise. In tal modo, ogni azione è mirata al raggiungimento degli obiettivi concordati con il cliente.

Inoltre, i professionisti della comunicazione sanno unire creatività e strategia: oltre a produrre contenuti d’impatto, sviluppano campagne che riflettono l’identità del brand e parlano direttamente al pubblico desiderato. La loro esperienza consente anche un monitoraggio continuo delle performance, con la possibilità di apportare modifiche tempestive per massimizzare i risultati.

Caratteristiche delle migliori agenzie di comunicazione in Italia

Le migliori agenzie di comunicazione in Italia si distinguono per un insieme di qualità che le rendono partner strategici insostituibili per aziende di ogni settore. 

Una delle caratteristiche fondamentali è la loro capacità di innovare e innovarsi continuamente. Operare in un settore in costante evoluzione come quello della comunicazione richiede infatti un aggiornamento costante su tendenze, tecnologie e strumenti, così da garantire approcci sempre all’avanguardia e risultati concreti.

Un altro elemento distintivo delle migliori agenzie di comunicazione in Italia è la composizione del team: professionisti con competenze diverse e complementari, tra cui creative designer, copywriter esperti, Digital Strategist e Data Analyst. Tale multidisciplinarità consente di affrontare ogni progetto da prospettive diverse, assicurando soluzioni complete e integrate.

La capacità di personalizzare le strategie è un ulteriore punto di forza. Le migliori agenzie si impegnano a comprendere le esigenze specifiche di ogni cliente, sviluppando piani di comunicazione su misura che rispecchiano gli obiettivi aziendali e il contesto di mercato.

Infine, il valore di un’agenzia di comunicazione si misura attraverso le sue esperienze pregresse. Un portfolio ricco di case study documenta la capacità dell’agenzia di raggiungere risultati tangibili per clienti di diversi settori, poiché offre una prova concreta della qualità del suo lavoro.

 

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Come scegliere l’agenzia di comunicazione giusta per la tua azienda

Se, da un lato, individuare l’agenzia di comunicazione ideale è talvolta una sfida per le aziende, seguendo un approccio strutturato è possibile identificare il partner giusto per raggiungere i propri obiettivi. 

Ecco i nostri consigli in merito. 

Analizza i tuoi obiettivi e le tue necessità

Il primo passo è avere una visione chiara di ciò che vuoi ottenere. Stai cercando di rafforzare la tua identità di brand? Aumentare la visibilità online? Espandere il tuo pubblico? Conoscere gli obiettivi specifici della tua impresa ti aiuterà a comunicare le tue esigenze in modo chiaro e a capire se l’agenzia ha l’esperienza necessaria per soddisfarle.

Valuta le competenze dell’agenzia

Ogni agenzia ha i propri punti di forza. Esamina quindi i servizi che offre e verifica se si allineano alle tue priorità. Un esempio? Alcune agenzie sono specializzate in strategie digitali e in servizi prettamente tecnici come la SEO (Search Engine Optimization), altre in branding o PR. Non dimenticare inoltre di accertarti che il team possieda competenze aggiornate sulle ultime tendenze e tecnologie del settore.

Verifica le esperienze pregresse dell’agenzia di comunicazione

Un buon modo per valutare un’agenzia di comunicazione è esaminare il suo portfolio e i case study: cerca progetti simili al tuo o relativi al tuo settore e analizza i risultati ottenuti. Suggeriamo anche di leggere testimonianze e recensioni di altri clienti per comprendere meglio la qualità del lavoro e il livello di soddisfazione.

Poni le domande giuste durante i primi incontri

Durante i primi contatti con l’agenzia, non esitare a fare domande per chiarire ogni aspetto della collaborazione. Eccone alcune di utili:

  • Qual è il vostro approccio alla definizione di una strategia di comunicazione?
  • Come misurate il successo delle vostre attività?
  • Che tipo di supporto potete offrirmi durante e dopo l’esecuzione delle attività?

Grazie a un’analisi chiara delle tue necessità e una valutazione attenta delle competenze, siamo certi che potrai avviare una collaborazione proficua e duratura.

 

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Naxa: chi siamo e perché sceglierci

Naxa è un’agenzia di comunicazione e marketing digitale che combina creatività, strategia e tecnologia per aiutare le aziende a raggiungere i loro obiettivi. Grazie a un approccio basato sull’analisi dei dati, ogni progetto viene sviluppato su solide fondamenta strategiche, garantendo decisioni mirate e misurabilità dei risultati.

Il team di Naxa è composto da professionisti con competenze diversificate, che lavorano in sinergia offrire soluzioni integrate, innovative e personalizzate. L’esperienza consolidata in numerosi settori, la qualità del lavoro – dimostrata da un ampio portfolio di successi – e il focus sulla customizzazione delle strategie rendono la nostra agenzia un partner affidabile per le imprese che desiderano crescere e differenziarsi sul mercato.

Desideri supporto per la tua strategia di comunicazione? Inizia a costruire il tuo successo oggi stesso: contattaci per parlare del tuo progetto!

AI Generativa: quali sono le più utilizzate, a cosa servono, in cosa differiscono

Negli ultimi anni, l’Intelligenza Artificiale Generativa si è guadagnata un ruolo di primo piano nell’innovazione digitale e ha trasformato radicalmente il modo in cui le aziende progettano, ottimizzano e personalizzano i loro processi. Grazie alla capacità di creare contenuti originali come testi, immagini, video e codice, questa tecnologia segna una svolta strategica per le imprese strutturate che cercano soluzioni avanzate per rimanere competitive.

Per le grandi aziende, l’AI Generativa è un vero e proprio asset strategico che permette di accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti, migliorare l’esperienza del cliente, ottimizzare i processi interni e generare valore su larga scala. Di riflesso, non stupisce scoprire che la sua adozione si sta rapidamente affermando in settori chiave come il marketing, l’assistenza clienti, la ricerca e sviluppo e l’automazione dei processi.

In questo articolo, analizzeremo come integrare l’AI Generativa in una visione aziendale a lungo termine, massimizzandone il potenziale innovativo.

 

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Cos’è l’AI Generativa e perché è rilevante per le aziende

L’AI Generativa è una sottocategoria dell’apprendimento automatico (Machine Learning) che si distingue per la capacità di creare contenuti nuovi e originali a partire da dati di input. Tali contenuti possono essere testi, immagini, video, musica, codice o persino modelli 3D. Basandosi su reti neurali avanzate, come le reti generative avversarie (GAN) o i modelli pre-addestrati (es. GPT), l’AI Generativa simula la creatività umana, ma con la velocità e scalabilità tipiche delle macchine.

Per le aziende strutturate, l’AI Generativa è una leva decisiva per affrontare le sfide di mercati complessi e altamente competitivi. I principali vantaggi includono:

  • Ottimizzazione dei processi: riduzione dei tempi e dei costi legati a compiti creativi e ripetitivi, come la generazione di contenuti o la progettazione di prototipi.
  • Personalizzazione su larga scala: creazione di esperienze iper-personalizzate per i clienti, ad esempio tramite chatbot avanzati o contenuti su misura per campagne marketing.
  • Innovazione nei prodotti e servizi: sperimentazione rapida e low-cost di nuovi concept da un lato, miglioramento delle soluzioni esistenti e sviluppo di idee innovative dall’altro.

L’impatto strategico dell’AI Generativa per le grandi aziende

L’adozione dell’AI Generativa si inserisce perfettamente nei processi di Digital Transformation, confermandosi un pilastro fondamentale per i piani di crescita e innovazione aziendale. Tra gli impatti più significativi vale la pena menzionare: 

  • Accelerazione dell’innovazione: l’intelligenza artificiale permette alle aziende di rispondere più rapidamente ai cambiamenti di mercato, introducendo soluzioni creative e adattive.
  • Rafforzamento della competitività: offre strumenti unici per differenziarsi, sia attraverso prodotti innovativi sia grazie a strategie di comunicazione avanzate.
  • Supporto decisionale data-based: l’AI Generativa può essere integrata con sistemi di analisi predittiva per migliorare la qualità delle decisioni strategiche.

Questa rivoluzionaria tecnologia va quindi considerata un’opportunità concreta per le aziende strutturate di ridefinire i propri processi e consolidare la propria leadership in un contesto economico sempre più globale.

 

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Le AI Generative più utilizzate: un’analisi dei leader di mercato

Le soluzioni di AI Generativa oggi disponibili sono paragonabili a un ecosistema diversificato che risponde alle esigenze specifiche di diverse aree aziendali. Tra i leader di mercato, emergono tuttavia alcune piattaforme che hanno rivoluzionato settori come la comunicazione, il design, l’informatica e la creatività, offrendo strumenti avanzati per innovare e ottimizzare i processi.

GPT di OpenAI: una “powerhouse” nella generazione di contenuti testuali

GPT (Generative Pre-trained Transformer), sviluppato da OpenAI, è uno dei modelli più avanzati per la generazione di testi. Grazie alla sua capacità di comprendere e replicare il linguaggio naturale, Chat GPT viene utilizzato in contesti Enterprise per sviluppare chatbot che migliorano l’esperienza del cliente, creare script personalizzati per campagne di marketing e produrre contenuti di alta qualità in modo scalabile.

DALL·E: creatività visiva per il design e il marketing

DALL·E, sempre di proprietà di OpenAI, è una piattaforma pensata per generare immagini a partire da descrizioni testuali. Ideale per team creativi, consente di sviluppare visual altamente personalizzati per il design di prodotti, il branding e le campagne pubblicitarie. Rispetto ad altre soluzioni simili, DALL·E si distingue per la qualità delle immagini generate e la capacità di interpretare in modo dettagliato anche descrizioni complesse

Stable Diffusion: flessibilità e scalabilità decentralizzata

Stable Diffusion si posiziona come alternativa particolarmente apprezzata per la creazione di contenuti visivi e la simulazione di scenari complessi. La sua struttura open-source offre maggiore flessibilità rispetto a soluzioni centralizzate, consentendo alle aziende di personalizzare il modello in base alle proprie esigenze. Una applicazione tipica è l’impiego di Stable Diffusion in ambito R&D per simulare ambienti visivi e prototipi virtuali, accelerando i processi di innovazione senza dipendere da soluzioni proprietarie.

MidJourney: il partner creativo per le arti digitali

MidJourney si è affermata come uno strumento imprescindibile per i professionisti del settore artistico e creativo. Con una particolare attenzione alla resa estetica, questa piattaforma è utilizzata per la produzione di illustrazioni, concept art e visual design che combinano qualità tecnica e valore artistico. La sua capacità di generare immagini emozionali e visivamente accattivanti la rende unica rispetto ad altri strumenti, e la colloca come potente alleato per studi creativi e artisti digitali.

Codex di OpenAI: l’automazione al servizio della programmazione

Codex, un altro modello di OpenAI, è progettato per assistere i team IT e gli sviluppatori di software. Grazie alla sua capacità di comprendere il codice e generare soluzioni pratiche, Codex viene utilizzato per automatizzare attività ripetitive, migliorare la scrittura del codice e accelerare i tempi di sviluppo. Un esempio significativo di applicazione di Codex consiste nella sua integrazione in un team IT per generare automaticamente script e algoritmi di base, riducendo gli errori e migliorando l’efficienza complessiva del processo di sviluppo.

Gli strumenti sopraelencati sono vere eccellenze nell’attuale panorama dell’AI Generativa, ciascuno in virtù delle sue caratteristiche distintive e applicazioni specifiche. La loro implementazione strategica consente alle grandi aziende di massimizzare il potenziale creativo e operativo, adattandosi in modo più resiliente alle sfide di un mercato in continua evoluzione.

Le applicazioni strategiche dell’AI Generativa nei contesti Enterprise

Marketing e comunicazione aziendale

L’AI Generativa sta ridefinendo il panorama del marketing e della comunicazione poiché offre strumenti avanzati per produrre contenuti su larga scala e con un alto grado di personalizzazione. Le aziende possono generare newsletter, articoli di blog e materiali per campagne pubblicitarie in modo rapido ed efficiente, mantenendo un elevato standard qualitativo.

Oltre ai testi, le piattaforme di AI come DALL·E e MidJourney permettono la creazione di immagini e visual accattivanti, ideali per rafforzare l’identità di brand e catturare l’attenzione del pubblico in maniera innovativa.

Ecco un esempio pratico: la piattaforma di account engagement 6sense ha implementato una soluzione di email conversazionale basata sull’AI nelle comunicazioni con i prospect, contribuendo per il 10% alla generazione di nuovi flussi di lead da account marketing-engaged.

 

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Ricerca e sviluppo (R&D)

In ambito R&D, l’AI Generativa sta accelerando i cicli di innovazione. Grazie alla sua capacità di progettare prototipi virtuali e simulazioni avanzate, le aziende possono oggi testare idee e concetti in tempi ridotti, riducendo al minimo i costi associati ai test fisici.

BMW, in collaborazione con Accenture, ha utilizzato l’AI Generativa per sviluppare una piattaforma che migliora la produttività e il decision-making, integrando l’AI nei processi aziendali per ottimizzare la progettazione e la produzione.

Customer experience e supporto clienti

L’esperienza cliente è un altro ambito cruciale in cui l’AI Generativa può fare la differenza. Chatbot avanzati, alimentati da modelli come GPT, offrono oggi un’assistenza rapida e precisa, migliorando la soddisfazione del cliente e riducendo i tempi di attesa. l’Intelligenza Artificiale permette inoltre di personalizzare i touchpoint digitali con contenuti e interazioni su misura per le esigenze specifiche di ogni cliente: ciò contribuisce a fidelizzare e aumentare il valore percepito del brand. 

Un esempio di applicazione pratica di questo approccio è quello di Amdocs, che ha implementato l’AI Generativa per automatizzare il servizio clienti, migliorando l’efficienza e la qualità delle interazioni con gli utenti.

Processi interni e automazione

L’ottimizzazione dei processi interni è un ulteriore ambito in cui l’AI Generativa mostra il suo formidabile potenziale. 

Le aziende possono utilizzarla per supportare la documentazione tecnica, generando manuali e guide personalizzate con estrema precisione. Inoltre, l’automazione dei flussi di lavoro – come la creazione automatica di report e la gestione dei dati – permette di liberare risorse umane per attività più strategiche, migliorando efficienza e produttività. 

Secondo quanto emerso da casi studio di settore, la standardizzazione e creazione automatizzata di descrizioni delle mansioni a livello globale attraverso l’AI Generativa migliora l’efficienza amministrativa e garantisce maggiore coerenza nella definizione dei ruoli all’interno delle organizzazioni.

Differenze tra le AI Generative: come scegliere la migliore per la propria azienda

In ambito Enterprise, la scelta di una soluzione di AI Generativa dipende da diversi fattori, tra cui gli obiettivi di business specifici, l’infrastruttura aziendale, la necessità di personalizzazione, i costi e le risorse richieste. Analizziamo quindi i criteri principali per orientarsi verso la decisione più strategica.

Dal punto di vista dello scopo e della personalizzazione, bisognerà considerare che ogni AI Generativa è progettata per rispondere a esigenze specifiche, che spaziano dalla generazione di testi a quella di immagini e video, fino all’assistenza agli sviluppatori nella scrittura e automazione del codice. La scelta dipende quindi dal tipo di contenuto richiesto e dall’area aziendale in cui l’AI verrà implementata.

Un’altra differenza chiave riguarda l’infrastruttura su cui opera l’AI Generativa:

  • Cloud: le soluzioni basate su cloud, come quelle offerte da OpenAI, garantiscono accessibilità, scalabilità e aggiornamenti continui, ma richiedono una connessione stabile e possono sollevare dubbi sulla gestione dei dati sensibili.
  • On-premise: le soluzioni on-premise offrono maggiore controllo sui dati e sulla sicurezza, risultando quindi ideali per settori regolamentati, ma comportano costi più elevati per implementazione e manutenzione.

Vi è poi l’aspetto della personalizzazione: la possibilità di adattare il modello AI alle esigenze aziendali è infatti fondamentale per ottenere un valore strategico.

  • Customizzazione avanzata: Stable Diffusion permette di modificare il modello in base ai propri dataset grazie alla sua natura open-source.
  • Soluzioni preconfigurate: GPT o DALL·E sono meno personalizzabili, ma offrono risultati di alta qualità “out of the box,” che, a conti fatti, abbattono i tempi di implementazione.

Un’azienda che opera in un mercato di nicchia potrebbe dunque preferire modelli personalizzabili, mentre un’impresa con esigenze generiche potrebbe trarre vantaggio da soluzioni standard.

Infine, l’adozione di un modello di AI Generativa comporta un’analisi del rapporto costo-beneficio.

  • Costi diretti: sono relativi a licenze, infrastrutture e manutenzione.
  • Costi indiretti: sono le risorse necessarie per l’integrazione, la formazione del personale e l’eventuale adattamento del modello.

In tal senso, è possibile che aziende che necessitano di grandi volumi di contenuti possano giustificare investimenti iniziali significativi grazie ai risparmi a lungo termine.

Ad oggi, sono già numerosi i grandi brand che forniscono ottimi esempi di come scegliere e implementare soluzioni di AI Generativa: il colosso Unilever ha integrato Chat GPT per ottimizzare la creazione di contenuti multilingua per le sue campagne globali, riducendo i tempi di produzione; Nike ha utilizzato DALL·E per prototipare il design delle sue scarpe, accelerando il processo creativo e migliorando la collaborazione tra i team; Goldman Sachs ha infine scelto una soluzione on-premise basata su AI Generativa per l’analisi di dati finanziari, a garanzia di massima sicurezza e personalizzazione per il settore bancario.

In definitiva, la scelta della AI Generativa più adeguata deve essere guidata dalla capacità del modello di allinearsi alle esigenze specifiche dell’impresa, assicurando risultati concreti e sostenibili nel tempo.

 

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Limiti e considerazione strategiche nell’adozione dell’AI Generativa

L’adozione dell’AI Generativa richiede comunque un’attenta analisi dei limiti e delle sfide che possono emergere durante la sua implementazione. 

Uno dei principali rischi riguarda l’etica e i bias insiti nei modelli generativi, che possono riflettere pregiudizi presenti nei dati di addestramento. Tale criticità potrebbe tradursi in contenuti non appropriati o discriminatori, con potenziali ripercussioni sulla reputazione aziendale. È quindi fondamentale monitorare sempre gli output e intervenire tempestivamente per garantire che rispettino i valori del brand.

Un altro aspetto critico è la dipendenza tecnologica dai fornitori di AI. Le aziende che affidano processi chiave a piattaforme esterne si espongono a rischi operativi, legati a cambiamenti nei termini di servizio o all’interruzione del supporto. Per mitigare tali criticità, può essere utile investire in competenze interne e diversificare le soluzioni adottate.

Nonostante l’alto livello di automazione, l’AI Generativa non può inoltre prescindere dalla supervisione umana. Un controllo adeguato è indispensabile per verificare che i contenuti generati siano di qualità, coerenti con gli obiettivi aziendali e adatti al contesto specifico. Non dimentichiamo infatti che è proprio il giusto equilibrio tra automazione e intervento umano a consentire di sfruttare al meglio il potenziale della tecnologia!

Infine, la gestione dei dati rappresenta una sfida significativa, soprattutto per le normative come il GDPR in Europa o il CCPA negli Stati Uniti, che impongono rigidi standard di protezione. Le aziende devono dunque adottare soluzioni in grado di garantire la conformità normativa, come l’uso di modelli on-premise o tecniche di anonimizzazione, per proteggere la privacy dei dati sensibili.

Affrontare tutti questi aspetti in modo strategico permette alle aziende di integrare l’AI Generativa in maniera responsabile, massimizzandone i benefici e minimizzandone i rischi.

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SEO per siti e-commerce: il calcolo del ROI potenziale

Nel panorama ormai altamente competitivo degli e-commerce, la SEO (Search Engine Optimization) è irrinunciabile per attirare traffico qualificato e convertirlo in vendite. Con l’incremento esponenziale degli acquisti online registrato negli ultimi anni, essere adeguatamente posizionati sui motori di ricerca è più che mai una necessità per qualunque business digitale.

Tuttavia, investire nella SEO senza una chiara visione dei risultati può portare a decisioni poco strategiche. Qui entra in gioco il ROI, o Return on Investment: un indicatore chiave che misura il rapporto tra i guadagni generati e i costi sostenuti per una strategia SEO. Sapere se gli investimenti in SEO stanno effettivamente producendo un valore economico è essenziale per ottimizzare le risorse e migliorare continuamente le performance.

Per un e-commerce, calcolare il ROI della SEO (ossia il Return on Investment derivante dalla SEO) significa rispondere a domande cruciali: quanto traffico organico si traduce in vendite reali? Qual è il valore medio degli ordini generati grazie alla visibilità online? E soprattutto, quale ritorno economico possiamo potenzialmente aspettarci in futuro da ogni euro investito?

A seguire, esploreremo come calcolare il ROI potenziale per un e-commerce, identificando le metriche chiave da considerare, i metodi più efficaci per stimarlo e le strategie per migliorarlo.

ROI potenziale e ROI SEO: quali differenze?

Il ROI potenziale è una proiezione o una stima del ritorno sull’investimento che un’attività o una strategia potrebbero generare in futuro, basandosi su dati e scenari ipotetici. Nel contesto della SEO, il ROI potenziale rappresenta il valore economico che si potrebbe ottenere implementando o migliorando una strategia di posizionamento organico sui motori di ricerca. È, in sintesi, una previsione utile per valutare l’efficacia di un investimento ancora prima di attuarlo.

Ecco le sue caratteristiche salienti:

  • È stimato: ossia si basa su previsioni calcolate usando dati storici, benchmark di settore e scenari ottimistici o realistici.
  • È non definitivo: a differenza del ROI reale, che misura il risultato ottenuto da una strategia già implementata, il ROI potenziale indica solo ciò che si potrebbe raggiungere.
  • È utile per prendere decisioni strategiche: aiuta a giustificare investimenti in nuove strategie SEO o a stabilire le priorità in base ai possibili ritorni.

Il ROI potenziale stima quindi il possibile ritorno futuro prima ancora che la strategia SEO venga implementata o potenziata e, come base di calcolo, si basa su previsioni basate su dati storici, trend di settore e analisi ipotetiche. Il suo obiettivo è valutare la fattibilità e il potenziale impatto di una futura strategia di posizionamento organico: è quindi utile per convincere stakeholder, pianificare investimenti e impostare obiettivi realisticamente raggiungibili.

Al contrario, il ROI SEO calcola il ritorno effettivo sull’investimento della SEO basandosi su dati reali (come traffico organico generato, vendite, costi sostenuti) e ha l’obiettivo di misurare l’efficacia e la redditività di strategie già attive. Viene di norma utilizzato per monitorare o ottimizzare strategie SEO già operative.

Gli elementi chiave che influenzano il ROI SEO negli e-commerce

Riassumendo, il ROI SEO rappresenta il guadagno netto ottenuto rispetto all’investimento fatto per ottimizzare la visibilità organica del tuo e-commerce sui motori di ricerca. È dunque un indicatore essenziale per capire se le tue strategie SEO stanno generando un valore tangibile, come un aumento delle vendite o una riduzione dei costi di acquisizione dei clienti.

Per calcolare il ROI SEO in modo efficace, è necessario prendere in considerazione diversi parametri che ne influenzano direttamente il risultato. Ogni variabile gioca infatti un ruolo fondamentale nel determinare l’efficacia e la sostenibilità dell’investimento SEO.

Traffico organico: come misurarlo e comprenderne l’impatto sulle vendite

Il traffico organico è il numero di utenti che arrivano al tuo sito e-commerce attraverso i risultati non a pagamento dei motori di ricerca. Per misurarlo (ossia monitorarne volume e qualità), puoi utilizzare strumenti come Google Analytics o Google Search Console: analizza a tale scopo metriche come le sessioni, la durata media della visita e le pagine più visitate.

Ricorda che un aumento del traffico organico non garantisce automaticamente un incremento delle vendite. È essenziale che questo traffico sia qualificato, ovvero composto da utenti realmente interessati ai tuoi prodotti. In questo senso, posizionarti per parole chiave ad alta intenzione di acquisto può avere un impatto significativo sul tuo fatturato.

Conversion rate: il tasso di conversione medio per e-commerce.

Conversion rate: il tasso di conversione medio per e-commerce

Il tasso di conversione misura la percentuale di visitatori che compiono un’azione desiderata, come un acquisto, rispetto al totale degli utenti che visitano il sito. Tieni presente che anche un piccolo miglioramento del tasso di conversione può generare un significativo aumento del ROI SEO. Ad esempio, ottimizzando le schede prodotto o migliorando la user experience (UX), puoi trasformare un numero maggiore di visitatori in clienti.

Il tasso di conversione medio per un e-commerce varia tra il 2% e il 3%, ma questo valore può cambiare in base al settore e alla tipologia di prodotto.

Costo per Acquisizione (CpA): la relazione tra investimento SEO e acquisizione clienti

Il Costo per Acquisizione indica quanto ti costa acquisire un cliente attraverso una determinata strategia di marketing, in questo caso la SEO. Per calcolarlo, dovrai dividere i costi complessivi sostenuti per la SEO (ad esempio contenuti, link building, consulenze) per il numero di nuovi clienti acquisiti dal traffico organico in un determinato periodo.

Un CPA più basso rispetto al valore medio degli ordini (AOV) è un segnale positivo per il tuo ROI SEO. Per ottenerlo, puoi ottimizzare le campagne SEO e concentrarti su parole chiave con una maggiore probabilità di conversione.

Valore medio degli ordini (AOV): l’importanza di conoscere il valore medio degli acquisti

Il Valore Medio degli Ordini (Average Order Value, o AOV) rappresenta l’importo medio speso da un cliente per ogni ordine effettuato sul tuo sito. Per calcolarlo, dovrai sommare il totale delle vendite generate e dividerlo per il numero di ordini effettuati.

Un AOV elevato ha il potenziale di migliorare significativamente il ROI SEO, anche con un tasso di conversione o un volume di traffico moderato. Promozioni mirate e cross-selling possono aiutare a incrementare il valore degli ordini.

Ciclo di vita del cliente (CLV): come il ritorno si estende oltre la prima vendita

Il Customer Lifetime Value (CLV) misura il valore totale che un cliente genera per il tuo business nel corso della sua relazione con il marchio. Perché questo dato va tenuto in considerazione? Perché la SEO non si limita a favorire l’acquisizione di nuovi clienti, ma contribuisce anche a creare relazioni su lungo termine. Per esempio, fornire contenuti utili o inviare promozioni mirate ai clienti già acquisiti può aumentare il CLV e migliorare il ROI complessivo.

Il nostro suggerimento è di ottimizzare i contenuti necessari a fidelizzare i clienti esistenti, come le guide all’uso dei prodotti o gli aggiornamenti sulle nuove collezioni.

Come calcolare il ROI potenziale di un e-commerce sulla base del ROI SEO

Analizza il ROI SEO attuale

Calcolare il ROI potenziale di un e-commerce partendo dai dati del ROI SEO richiede un’analisi proiettata nel futuro, basata su scenari realistici, ottimistici o conservativi. Il processo consiste nell’utilizzare i dati attuali del ROI SEO (effettivo) per stimare quali risultati si potrebbero ottenere migliorando o espandendo le strategie SEO.

La formula base del ROI SEO è la seguente:

Per calcolare il ROI potenziale, dovrai prima di tutto analizzare il ROI SEO attuale al fine di avere una base di partenza. Raccogli quindi i dati relativi a:

  • Entrate attuali generate dal traffico organico (come il totale delle vendite attribuibili alla SEO).
  • Costi sostenuti per la SEO, inclusi quelli di consulenti o agenzie, strumenti utilizzati (es. Google Ads per A/B testing, Ahrefs, SEMrush), creazione di contenuti e campagne di link building.

Facciamo un esempio pratico per rendere queste informazioni più “digeribili”. Se un e-commerce genera €20.000 di entrate grazie alla SEO e il costo totale sostenuto è €5.000, il ROI SEO sarà:

Stima il potenziale di crescita

Successivamente, dovrai stimare il potenziale di crescita. Ciò significa essenzialmente proiettare i risultati attuali su un’ipotesi di miglioramento delle strategie SEO. Per farlo, identifica i fattori che possono essere ottimizzati:

  • Traffico organico: se aumenta del 20%, 30% o 50%, quale impatto avrà sulle entrate?
  • Tasso di conversione (CR): se ottimizzi il sito per migliorare l’esperienza utente, quale incremento delle vendite potresti aspettarti?
  • Valore medio degli ordini (AOV): puoi aumentare il valore medio degli ordini con strategie di upselling e cross-selling?
  • Nuove keyword: quale valore aggiuntivo potrebbe generare il posizionamento organico su nuove parole chiave?

Vediamo ora un esempio di stima potenziale. Se aumenti il traffico organico del 30% (da 10.000 a 13.000 visitatori al mese), mantenendo un tasso di conversione del 2% e un valore medio degli ordini pari a 100 €, le nuove entrate generate saranno: 13.000 × 2% × 100 = € 26.000.

Sottrai a questo punto i costi stimati (ipotizziamo €7.000) per calcolare il ROI potenziale con la solita formula:

Inserisci le variabili di previsione

È il momento di rendere il calcolo quanto più realistico possibile. Per farlo, dovrai considerare diverse variabili tipiche del commercio elettronico. Eccone alcune:

  • Stagionalità: come è noto, un e-commerce può avere picchi durante determinati periodi (es. Black Friday, Cyber Monday, Saldi o Natale).
  • Competitività delle parole chiave: il miglioramento del posizionamento organico potrebbe richiedere maggiori investimenti per keyword competitive.
  • Effetto a lungo termine: considera l’impatto del Customer Lifetime Value (CLV) per includere entrate future derivanti da clienti acquisiti tramite SEO.

Costruisci scenari ipotetici

Ti suggeriamo di creare tre diversi scenari di ROI potenziale per valutare i risultati:

  1. Scenario conservativo: significa considerare un incremento minimo di traffico organico o conversioni.
  2. Scenario realistico: prende in esame una crescita moderata, basata su benchmark di settore.
  3. Scenario ottimistico: prende in considerazione una crescita significativa grazie a forti investimenti SEO e ottimizzazioni efficaci.

Vediamo questi scenari in modo più pratico:

Valuta la sostenibilità del tuo investimento

Infine, confronta i costi stimati per ottenere i risultati desiderati con il ROI potenziale calcolato. Se il ROI potenziale giustifica gli investimenti, la strategia SEO ha una forte probabilità di successo.

Il ROI potenziale è, in definitiva, un’estensione del ROI SEO che ti permette di prevedere i risultati futuri di un investimento SEO, aiutandoti a prendere decisioni più consapevoli e informate. Utilizzando il ROI SEO attuale come base e stimando l’impatto di miglioramenti specifici, puoi costruire scenari realistici per massimizzare il valore generato dal tuo e-commerce.

Il ROI potenziale: la bussola per la crescita del tuo e-commerce

Il calcolo di ROI SEO e ROI potenziale è fondamentale per guidare le strategie di crescita di un e-commerce. Avere un’idea ben chiara di quest’ultimo non va mai interpretato come una mera e teorica proiezione, quanto piuttosto come una modalità per anticipare gli effetti delle tue azioni SEO e pianificare investimenti che generino un impatto concreto. La stima del ROI potenziale ti permetterà infatti di valutare l’efficacia delle nuove strategie prima ancora di implementarle, di prioritizzare attività SEO in base al ritorno economico atteso e di convincere gli stakeholder dell’importanza di continuare a investire nel posizionamento organico.

Grazie al ROI potenziale e al ROI SEO, puoi creare una roadmap di crescita per il tuo e-commerce, puntando su parole chiave strategiche, miglioramenti tecnici e ottimizzazioni mirate, con la sicurezza che le tue scelte porteranno comunque a risultati misurabili.

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Piano editoriale Instagram: come creare Stories coinvolgenti

Le Instagram Stories sono uno strumento fondamentale per il marketing digitale e la comunicazione sui social, poiché offrono ai brand una vetrina dinamica e immediata per raccontarsi, condividere aggiornamenti e interagire in modo autentico con il pubblico.

La natura temporanea delle Instagram Stories, che restano visibili soltanto per ventiquattr’ore, stimola un senso di urgenza e curiosità negli utenti, portandoli a seguire contenuti aggiornati e coinvolgenti. Per le aziende, ciò si traduce in un’opportunità unica per costruire relazioni, fidelizzare i clienti e aumentare la visibilità del marchio.

In questo articolo, ti forniremo alcuni consigli pratici e strategie efficaci per creare Instagram Stories che catturano l’attenzione, generano interazioni significative e mantengano alto il livello di interesse nel tuo brand. Prima di tutto, però, un po’ di ripasso!

Le Instagram Stories sono contenuti momentanei progettati per condividere momenti fugaci e autentici in modo rapido e coinvolgente. Introdotte per la prima volta nel 2016, le Stories hanno da allora trasformato il modo in cui utenti e brand interagiscono, mettendo a disposizione una piattaforma “veloce” e informale per raccontare la propria quotidianità o aggiornare il pubblico.

Piano editoriale Instagram: come creare Stories coinvolgenti.

Perché le Stories sono importanti nel piano editoriale di Instagram

Le Stories sono uno strumento chiave per creare un legame diretto e autentico con il pubblico su Instagram. La loro natura temporanea e il formato verticale a tutto schermo favoriscono l’immediatezza e il coinvolgimento, creando un’esperienza immersiva per gli utenti. Grazie a questa caratteristica, permettono ai brand di mostrare un lato più umano e genuino, costruendo una relazione più intima e personale con i follower. Inoltre, le Stories consentono di mantenere un flusso di comunicazione costante senza “sovraccaricare” il feed principale.

Secondo i dati di Twicsy, oltre 500 milioni di utenti utilizzano le Stories ogni giorno, una cifra che evidenzia la popolarità e il potenziale di questo formato. Le aziende che integrano le Stories nel loro piano editoriale sono oggi il 36%, prevalentemente con obiettivi di promozione prodotto. I business, da soli, sono responsabili della realizzazione di ben un terzo delle Stories con maggiori visualizzazioni.

Non basta? Le Stories hanno dimostrato di migliorare notevolmente anche il coinvolgimento e la fidelizzazione degli utenti su Instagram. Secondo SEMRUSH, circa il 58% degli utenti dichiara di essere più interessato a un brand dopo averlo visto nelle Stories, segnalando come questo formato sia un efficace strumento di brand awareness. Le Stories con elementi interattivi (come sondaggi, quiz e domande, di cui parleremo a seguire) registrano un tasso di coinvolgimento significativamente superiore, a conferma dell’importanza dell’interazione diretta con il pubblico.

Identificare l’obiettivo delle Instagram Stories

Le Stories possono essere uno strumento flessibile e potente, ma per ottenere il massimo impatto è fondamentale definire obiettivi chiari.

Tra quelli più comuni per le aziende vi sono:

  • Generare traffico: è possibile utilizzare le Stories per indirizzare gli utenti verso un sito web, una pagina di destinazione specifica o un negozio online. Funzioni come il “link in bio” o, per gli account idonei, lo “swipe-up” diretto, facilitano il passaggio dalle Stories ai contenuti esterni.
  • Aumentare la Brand Awareness: le Stories sono ideali per accrescere la visibilità del brand, creando familiarità con il marchio e contribuendo a consolidarne l’immagine.
  • Costruire una community: le Instagram Stories possono rafforzare il senso di comunità tra il brand e il suo pubblico. Attraverso contenuti interattivi come sondaggi, quiz, domande e risposte, il brand può ascoltare direttamente i propri follower, costruendo una connessione più autentica e partecipativa.
  • Educare e informare: si tratta di un obiettivo perfetto per le aziende che desiderano fornire valore aggiunto, ad esempio condividendo tutorial, consigli pratici, informazioni di prodotto o contenuti educativi che possano interessare il loro target.
  • Promuovere eventi o prodotti: infine, le Stories sono uno strumento rapido ed efficace per promuovere offerte speciali, lanci di prodotti, eventi o vendite lampo, perché generano interesse immediato grazie alla loro natura temporanea.

Va ribadito che la scelta degli obiettivi delle Stories deve essere strettamente legata alla strategia del brand e alle aspettative del pubblico. Ad esempio, un brand orientato alla moda e allo stile di vita potrebbe focalizzarsi su contenuti visuali che aumentino la brand awareness, mentre un’azienda che offre servizi professionali potrebbe puntare su Stories educative per costruire credibilità. È comunque sempre fondamentale che ogni Story rifletta i valori del brand e risponda alle preferenze del target di riferimento: tale approccio aiuta non solo a mantenere la coerenza del messaggio, ma anche a garantire che le Stories siano rilevanti e interessanti per il pubblico.

In generale, ricorda che un brand che si allinea con il suo target ottiene maggiore attenzione e instaura anche un legame duraturo e positivo con la propria audience.

La pianificazione delle Stories nel piano editoriale Instagram.

La pianificazione delle Stories nel piano editoriale Instagram

Parliamo ora di calendarizzazione! Per rendere efficace l’uso delle Instagram Stories, è fondamentale pianificarle in anticipo ed evitarne la pubblicazione casuale o improvvisata. La creazione di un calendario editoriale per le Stories permette di garantire un flusso costante di contenuti e di distribuire i messaggi in modo strategico nel tempo. Una buona pratica è pianificare le Stories su base settimanale o mensile, inserendo in calendario contenuti rilevanti come lanci di prodotto, promozioni, eventi o appuntamenti ricorrenti. Ciò consente di anticipare i contenuti, lavorando in modo più organizzato e preparando testi e materiali grafici con cura. Inoltre, la calendarizzazione evita il rischio di sovraccaricare il pubblico con troppe Stories in un breve lasso di tempo o, al contrario, di lasciare la piattaforma sguarnita con lunghi periodi di inattività.

In aggiunta, l’utilizzo di temi ricorrenti e format ripetitivi è una strategia molto utile per semplificare la pianificazione e creare una routine riconoscibile per il pubblico.

Alcune idee?

  • Rubriche ricorrenti: è buona pratica stabilire appuntamenti fissi, come una rubrica settimanale o mensile di consigli o “tip del giorno” per mantenere alta l’attenzione e dare al pubblico un motivo per tornare. Ad esempio, ogni lunedì una Story di ispirazione per iniziare la settimana, o il venerdì una rubrica dedicata ai prodotti in offerta.
  • Approfondimenti e dietro le quinte: suggeriamo di dedicare un giorno della settimana per mostrare il dietro le quinte dell’azienda o insight su prodotti specifici, fornendo contenuti più personali e coinvolgenti.
  • Promozioni a tempo: è possibile integrare nel piano editoriale Stories dedicate a offerte o promozioni a tempo limitato. La temporaneità delle Stories rafforza la call to action, creando un senso di urgenza.
  • Tutorial e contenuti educativi: offrire valore aggiunto attraverso brevi tutorial o consigli pratici è un ottimo modo per informare e attrarre il pubblico. Le Stories possono includere suggerimenti per l’uso di prodotti, guide passo-passo o trucchi specifici per il settore. Questo tipo di contenuto non solo intrattiene, ma educa il pubblico, posizionando il brand come un punto di riferimento autorevole.
  • Recensioni e testimonianze: le Stories sono ideali per condividere esperienze autentiche dei clienti, come recensioni o testimonianze. Includere feedback reali crea fiducia e incoraggia altri utenti a interessarsi ai prodotti o servizi offerti. Le testimonianze, presentate in modo visivo e diretto, trasmettono credibilità e rassicurano i potenziali clienti.
  • Interazione e feedback: consigliamo di inserire periodicamente Stories interattive, come sondaggi, quiz o domande per raccogliere feedback dai follower. Ad esempio, ogni mercoledì si può lanciare un sondaggio su un tema attuale o chiedere opinioni sui prodotti.
  • Contenuti stagionali e festivi: infine, è suggerito integrare nel piano editoriale momenti rilevanti legati a festività, eventi stagionali o trend specifici, come Stories dedicate a eventi come Natale, estate, oppure temi come il mese della sostenibilità o la giornata della salute mentale.

Tutti questi format aiutano a costruire una narrazione coerente, coesa e familiare, che diventa rapidamente parte della routine del pubblico e rende più semplice per il brand mantenere la continuità. La pianificazione strutturata delle Stories, supportata da temi ricorrenti e contenuti variegati, trasforma le Stories in un canale di valore per l’engagement e la fidelizzazione nel contesto – più ampio – del piano editoriale su Instagram.

Gli elementi chiave per creare Instagram Stories efficaci e coinvolgenti.

Gli elementi chiave per creare Instagram Stories efficaci e coinvolgenti

Per catturare e mantenere l’attenzione del pubblico, è utile strutturare le Stories come una narrazione a più parti. Questo approccio consente di sviluppare il contenuto in modo progressivo, mantenendo alti la curiosità e l’interesse.

La struttura di una Story efficace può includere tre elementi chiave:

  • Un inizio intrigante: le prime immagini o video devono catturare immediatamente l’attenzione degli utenti. Usa quindi un’immagine forte o una frase d’impatto per incuriosire e invogliare gli spettatori a continuare a guardare.
  • Un messaggio centrale chiaro: comunica il messaggio principale in modo chiaro e conciso. Questa parte centrale è il “cuore” della Story e dovrebbe focalizzarsi su ciò che si vuole davvero trasmettere, come un prodotto, un consiglio o un annuncio.
  • Una chiusura ingaggiante: concludi la Story con una call to action che stimoli gli utenti a compiere un’azione, come visitare il tuo sito, rispondere a un sondaggio o condividere la Story stessa. Una CTA ben visibile guida il pubblico a interagire, aumentando il coinvolgimento e dando un seguito al contenuto appena visualizzato.

Il secondo fattore per creare Stories coinvolgenti è legato alla creatività e al design grafico: una Story visivamente accattivante è infatti molto più efficace nel mantenere alta l’attenzione del pubblico!

Instagram offre molti strumenti per personalizzare le Stories, al fine di renderle ancora più interessanti e in linea con l’estetica del brand: filtri ed effetti possono allineare la Story al tono del marchio, realizzando un look coerente; i font personalizzati permettono di rendere i messaggi scritti chiari, visibili e facilmente leggibili; GIF e animazioni aggiungono elementi visivi dinamici che intrattengono e stimolano la curiosità.

Infine, l’aspetto dell’interattività. Le Stories interattive hanno il “superpotere” di aumentare il coinvolgimento, perché permettono al pubblico di partecipare attivamente. L’uso di sondaggi, domande, quiz e sticker interattivi invita gli utenti a interagire con il contenuto, trasformando una semplice visualizzazione in un’esperienza partecipativa.

Ecco come sfruttare al meglio questi strumenti:

  • Sondaggi: sono ottimi per conoscere le opinioni del pubblico e capire cosa preferiscono, e favoriscono inoltre un senso di inclusione e dialogo.
  • Domande e risposte: offri al pubblico la possibilità di fare domande o condividere feedback! Questo strumento è utile per costruire un rapporto diretto e rispondere alle curiosità dei tuoi follower.
  • Quiz: sono un modo divertente e coinvolgente per educare gli utenti su un argomento o testare le loro conoscenze sul brand.

Oltre a rendere le Stories più divertenti, gli strumenti interattivi creano un canale di comunicazione bidirezionale, favorendo un legame più stretto e duraturo tra l’azienda e il pubblico.

Vuoi realizzare un piano editoriale Instagram efficace e coerente con i valori del tuo brand? Vieni a parlarne con gli esperti di Naxa!

Account-Based Marketing (ABM): caratteristiche, strategie e vantaggi

Nel complesso segmento del marketing B2B, le strategie si sono evolute rapidamente per rispondere a un’esigenza sempre più centrale: la personalizzazione delle esperienze degli utenti. In particolare negli ultimi anni, la crescente competizione e la necessità di ottimizzare le risorse hanno infatti portato le aziende a concentrare i loro sforzi su approcci più mirati, in grado di raggiungere clienti specifici con contenuti e proposte altamente rilevanti. Preso atto di questa esigenza, l’Account-Based Marketing (ABM) è già diventato uno strumento strategico per le aziende che vogliono massimizzare l’efficacia delle proprie campagne rivolgendosi a segmenti di pubblico di alto valore e ben definiti.

A differenza del tradizionale marketing B2B, che si rivolge a un pubblico ampio attraverso messaggi generalizzati, l’ABM è una strategia incentrata su account specifici. Con questo approccio, l’azienda può concentrarsi su un numero ristretto di potenziali clienti chiave e sviluppare contenuti e iniziative completamente personalizzati, in linea con le caratteristiche e le necessità uniche di ciascun account.

Secondo la definizione di Optimizely, l’ABM è “una strategia di marketing in cui il team di marketing e il team di vendita lavorano insieme per indirizzare account specifici come singoli mercati.” In altre parole, invece di adottare un approccio “one-size-fits-all” l’ABM permette di trattare ciascun account come un mercato a sé stante, ottimizzando le probabilità di successo e migliorando il ritorno sugli investimenti (ROI).

L’ABM si dimostra quindi ideale per le aziende che mirano a sviluppare relazioni forti con clienti di alto profilo e ad aumentare l’efficacia delle loro campagne, grazie a un livello di personalizzazione che trasforma ogni interazione in un’opportunità per rafforzare il legame commerciale e costruire valore.

Le caratteristiche dell’Account-Based Marketing.

Le caratteristiche dell’Account-Based Marketing

L’Account-Based Marketing (ABM) si distingue per alcune caratteristiche che lo rendono una strategia efficace per raggiungere e coltivare rapporti con account di alto valore.

Gli aspetti principali che ne distinguono l’approccio sono essenzialmente tre: focus su account selezionati, personalizzazione avanzata e collaborazione tra marketing e vendite.

Focus su account selezionati

La peculiarità principale dell’ABM risiede nella sua attenzione a un numero limitato di account selezionati, in genere rappresentati da aziende di grandi dimensioni o da potenziali clienti ad alto valore. Invece di mirare a un vasto pubblico, l’ABM concentra quindi le proprie risorse su un gruppo ristretto, selezionato in base a criteri specifici come la compatibilità del settore, il potenziale di spesa e l’allineamento strategico con gli obiettivi aziendali. Questo approccio mirato permette di indirizzare messaggi e risorse esclusivamente verso account che hanno la possibilità di diventare partner a lungo termine, massimizzando il ritorno sugli investimenti.

Personalizzazione avanzata

La personalizzazione è un vero e proprio pilastro dell’ABM: ogni account viene trattato come un mercato a sé, con contenuti e messaggi pensati per rispondere alle sue specifiche esigenze e caratteristiche. Questo livello di customizzazione richiede una comprensione approfondita delle sfide, degli obiettivi e delle priorità di ciascun account, così da sviluppare tattiche e contenuti realmente su misura.

Collaborazione tra Marketing e Sales

Infine, una caratteristica distintiva dell’ABM è la stretta collaborazione tra i team di marketing e di vendita. L’Account-Based Marketing richiede infatti che entrambi i team siano allineati, e che lavorino in piena sinergia per sviluppare e mettere in atto strategie coordinate su ciascun account.

Tale approccio ha diverse finalità:

  • Definire obiettivi comuni: sia marketing che vendite si concentrano sugli stessi account, con obiettivi condivisi e misurabili.
  • Pianificare attività coordinate: i team collaborano per realizzare campagne integrate, in cui il marketing alimenta l’interesse dell’account e le vendite concretizzano l’engagement.
  • Monitorare e ottimizzare le interazioni: l’accesso condiviso ai dati degli account permette di monitorare ogni interazione e di adattare le tattiche in tempo reale per massimizzare l’efficacia.

L’allineamento tra area marketing e reparto vendite rende l’ABM molto più efficace rispetto ad altre strategie, poiché ogni azione è supportata da un team unito che lavora per lo stesso obiettivo.

Le strategie su cui si fonda l’Account-Based Marketing.

Le strategie su cui si fonda l’Account-Based Marketing

Come accennato in precedenza, l’Account-Based Marketing (ABM) si fonda su strategie specifiche che aiutano le aziende a massimizzare l’engagement con account chiave, aumentare il ritorno sugli investimenti e costruire relazioni durature.

Tra quelle considerate più efficaci vi sono l’identificazione e la segmentazione degli account; la creazione di contenuti personalizzati; l’impiego di canali di comunicazione mirati e la misurazione e analisi dei risultati.

Identificazione e segmentazione degli account

Il primo passo per implementare un programma ABM di successo consiste nell’identificare e segmentare specifici account target. Il processo comporta la selezione di account con caratteristiche strategiche che giustifichino l’investimento di tempo e risorse. I criteri da considerare includono:

  • Dimensioni aziendali: organizzazioni di grandi dimensioni o con un elevato potenziale di acquisto, più propense a sostenere una partnership sul lungo periodo.
  • Settore e compatibilità: account che operano in settori dove i prodotti o servizi dell’azienda offrono valore specifico.
  • Potenziale di crescita: aziende che mostrano segni di crescita o che, per caratteristiche del settore, sono in espansione e potrebbero aver bisogno di soluzioni specifiche in futuro.
  • Storico e relazioni passate: clienti con cui ci sono state interazioni passate positive e che possono essere più facilmente convertiti in account ABM.

Come si nota, tale segmentazione permette di concentrare le risorse su account con il massimo potenziale, rendendo l’ABM un approccio strategico e mirato.

Creazione di contenuti personalizzati

Una volta identificati gli account, è essenziale sviluppare contenuti personalizzati che rispondano direttamente alle loro esigenze. La personalizzazione è fondamentale per distinguersi e catturare l’attenzione, soprattutto per account di alto valore che richiedono soluzioni su misura.

Tra le idee e gli strumenti più utili figurano:

  • Whitepaper e case study specifici: materiali che affrontano problemi rilevanti per l’account target, e che evidenziano come determinati prodotti o servizi possano offrire soluzioni.
  • Video e demo personalizzati: contenuti audiovisivi che presentano il valore dell’offerta in un contesto rilevante per l’account.
  • E-book e guide: risorse approfondite su tematiche specifiche del settore dell’account, che dimostrano conoscenza e autorevolezza.
  • Webinar e workshop: eventi esclusivi o sessioni di formazione dedicati, pensati per rispondere alle domande e alle sfide dell’account.

In più, strumenti di marketing automation e di gestione dei contenuti facilitano la creazione e la distribuzione di content personalizzati, mantenendo un elevato livello di qualità e coerenza.

Canali di comunicazione mirati

Utilizzare i giusti canali di comunicazione è essenziale per assicurare che i messaggi raggiungano i decisori negli account target. Tra i canali considerati più efficaci per l’Account-Based Marketing vi sono:

  • Social Media: LinkedIn e Twitter sono ideali per costruire e rafforzare la presenza dell’azienda, mantenendo una comunicazione continua e professionale con i clienti target.
  • E-mail marketing: messaggi su misura inviati ai contatti chiave dell’account, con aggiornamenti, contenuti esclusivi e offerte dedicate.
  • Canali offline: organizzazione di incontri di persona, eventi privati e incontri specifici per instaurare un rapporto più personale e diretto.
  • Direct Mail: una tecnica spesso trascurata, ma efficace nell’ABM, è l’invio di materiale personalizzato come brochure, campioni di prodotto o inviti esclusivi per rafforzare la percezione del valore.

Utilizzare tali canali in modo integrato e coordinato massimizza le possibilità che i messaggi raggiungano il giusto pubblico e mantengano alto il livello di engagement.

Misurazione e analisi dei risultati

Infine, per valutare l’efficacia dell’ABM è essenziale monitorare costantemente le performance prestando attenzione a indicatori specifici. Ecco alcuni tra i KPI da tenere in considerazione:

  • Engagement per account: analizzare le interazioni degli account con i contenuti, il livello di partecipazione a eventi o webinar, e l’interesse dimostrato nelle comunicazioni.
  • ROI per account: misurare il ritorno sull’investimento per ciascun account target per valutare l’efficacia della campagna.
  • Ciclo di vendita ridotto: essendo altamente personalizzato, l’ABM può ridurre il ciclo di vendita per gli account chiave e favorire risultati più rapidi.
  • Tasso di conversione: analizzare quanti account selezionati si trasformano in clienti effettivi, valutando l’efficacia delle strategie adottate.

L’analisi di ciascuno di questi indicatori garantisce che le risorse siano sempre allocate in modo efficace per massimizzare il valore delle campagne ABM.

Quali sono i vantaggi dell’Account-Based Marketing?

Quali sono i vantaggi dell’Account-Based Marketing?

Chiarita la definizione, le principali caratteristiche e le strategie al cuore dell’Account-Based Marketing, concludiamo questo excursus elencandone i vantaggi chiave – particolarmente preziosi per ottimizzare le proprie risorse e costruire relazioni durature con clienti di alto valore.

Migliore allineamento tra marketing e vendite

Uno dei vantaggi più significativi dell’ABM è la stretta collaborazione tra i team di marketing e vendite, che lavorano insieme per raggiungere obiettivi comuni su account specifici.

Grazie a questo allineamento, entrambi i team possono:

  • Definire obiettivi condivisi: entrambi si concentrano sugli stessi account e sullo stesso processo di generazione e conversione di lead.
  • Sfruttare sinergie operative: il marketing si occupa di generare awareness e interesse verso gli account, mentre il team Sales può intervenire per chiudere il contratto in modo tempestivo, ottimizzando l’intero processo.
  • Migliorare la comunicazione interna: una collaborazione costante e il monitoraggio delle azioni su ciascun account favoriscono l’integrazione tra i due reparti, che agiscono con maggiore coerenza.

Incremento del ROI

Concentrandosi su account di alto valore, l’ABM aumenta notevolmente il ritorno sugli investimenti (ROI). Rispetto alle campagne di marketing più generiche, che si rivolgono a un ampio pubblico, l’ABM indirizza infatti risorse e contenuti solo verso gli account più promettenti.

Tale approccio offre vantaggi finanziari e strategici:

  • Massimizzazione del valore degli investimenti: i budget vengono impiegati in modo più efficiente, poiché le risorse sono concentrate su account che generano un elevato valore potenziale.
  • Maggiore probabilità di conversione: gli account selezionati sono più propensi a rispondere positivamente, poiché vengono trattati in modo personalizzato.
  • Rapporto costi-benefici ottimizzato: l’ABM riduce gli sprechi associati a campagne rivolte a un pubblico vasto e spesso disinteressato, migliorando l’efficacia complessiva dell’investimento.

Maggiore personalizzazione e fidelizzazione

Uno degli aspetti distintivi dell’ABM è l’elevato grado di personalizzazione, che permette alle aziende di instaurare relazioni significative con clienti chiave. Grazie a contenuti e strategie su misura, i clienti percepiscono maggiore attenzione e valore, sperimentando a una customer experience superiore e a una fidelizzazione più forte:

  • Esperienze su misura: i messaggi, le offerte e i contenuti sono specificamente progettati per rispondere ai bisogni unici di ogni account.
  • Relazioni a lungo termine: la personalizzazione favorisce una maggiore fiducia e solidità nella relazione, poiché il cliente si sente considerato e rispettato.
  • Migliore retention e upselling: i clienti fidelizzati tendono a rimanere e sono più aperti a ulteriori acquisti o ad aggiornamenti di servizio, ampliando il valore dell’account nel tempo.

Ciclo di vendita ridotto

Infine, un ulteriore vantaggio dell’ABM è la riduzione del ciclo di vendita. Grazie a una strategia che si rivolge a clienti specifici e a un processo decisionale basato su contenuti rilevanti, l’ABM facilita e accelera le decisioni d’acquisto:

  • Maggiore rilevanza e chiarezza per il cliente: la comunicazione diretta e personalizzata permette al cliente di comprendere rapidamente il valore dell’offerta.
  • Engagement proattivo: attraverso interazioni frequenti e focalizzate, l’ABM mantiene l’account coinvolto e agevola il passaggio dal contatto iniziale alla conversione.
  • Semplificazione del processo decisionale: presentando soluzioni ad hoc, l’ABM riduce le incertezze e facilita l’approvazione da parte dei decisori.

Tutti questi vantaggi rendono l’Account-Based Marketing una strategia preziosa per le aziende che puntano a massimizzare l’efficacia dei loro sforzi, migliorando le relazioni con i clienti e ottimizzando i risultati di business.

Vuoi applicare l’ABM alla tua strategia? Ti aspettiamo in Naxa per parlarne.

Come il Social Selling aiuta a individuare clienti online

Gli ultimi anni hanno radicalmente modificato le modalità con cui le aziende utilizzano internet per trovare nuovi clienti e interagire con quelli già fidelizzati. In tale contesto, il Social Selling è emerso come una delle tecniche più efficaci per connettersi con i potenziali clienti online: a differenza dei metodi di vendita tradizionali, che si basano su approcci diretti e talvolta invasivi, esso sfrutta infatti il potere delle piattaforme social per costruire relazioni autentiche e di valore.

Il Social Selling può essere definito come l’impiego strategico dei social media per identificare, connettersi e sviluppare relazioni con potenziali clienti, con l’obiettivo finale di facilitare il processo di vendita. Piuttosto che puntare su messaggi promozionali generici, il Social Selling si focalizza sulla personalizzazione delle interazioni e sull’offerta di soluzioni alle esigenze specifiche dei prospect. Le piattaforme social come LinkedIn, Facebook e Instagram diventano così strumenti cruciali per stabilire contatti diretti e pertinenti.

A differenza di altre tecniche di vendita online, come il marketing tradizionale o l’Inbound Marketing, il Social Selling riguarda quindi principalmente l’approccio e le modalità con cui le relazioni vengono costruite e le vendite sono generate. Il Social Selling è una tecnica più diretta e interattiva, che punta a costruire relazioni attraverso i social media e che si basa su un’interazione costante e personalizzata. Al contrario, il marketing tradizionale è un approccio unidirezionale, con scarsa interazione diretta con il pubblico e focus su messaggi generici, mentre l’Inbound Marketing attira i clienti con contenuti di valore, ma senza l’approccio attivo che contraddistingue il Social Selling.

L’importanza del Social Selling nel mercato odierno.

L’importanza del Social Selling nel mercato odierno

Con l’ascesa e la crescente pervasività delle piattaforme social, il comportamento d’acquisto dei consumatori si è profondamente trasformato. Oggi più che mai i clienti cercano online le informazioni su prodotti e servizi, si affidano alle recensioni di altri utilizzatori e interagiscono direttamente con i brand utilizzando i social network prima di procedere all’acquisto.

Secondo un recente studio riportato su LinkedIn Sales Solutions, il 78% dei professionisti che utilizza il Social Selling supera i loro colleghi che non lo fanno in termini di risultati di vendita. Tale dato dimostra quanto sia cruciale integrare il Social Selling nella strategia di Sales, soprattutto in un contesto dove la fiducia, le relazioni umane e la trasparenza giocano un ruolo sempre più importante nel processo decisionale dei consumatori.

In uno scenario di questo tipo, sfruttare i social media per generare lead e fidelizzare i clienti acquisiti non è più una semplice opportunità, ma una necessità che può trasformarsi in una concreta leva competitiva per le imprese.

Come funziona il Social Selling?

Come funziona il Social Selling?

Il Social Selling è un processo che si sviluppa seguendo più fasi, tutte mirate a costruire e alimentare relazioni positive con i potenziali clienti. Essenzialmente, tali step possono essere riassunti come segue.

Identificazione del pubblico target

Per costruire una strategia di Social Selling efficace, è innanzitutto fondamentale identificare il segmento di pubblico a cui rivolgersi. Bisognerà quindi creare il profilo del cliente tipo (buyer persona), individuando fattori come il settore, il ruolo professionale, le sfide e gli obiettivi che il potenziale cliente potrebbe avere. In tal senso, strumenti come LinkedIn Sales Navigator possono rivelarsi utili perché permettono di filtrare i profili per settore, azienda, posizione e altro ancora.

Sarà poi necessario utilizzare le funzioni di ricerca avanzata sui social media per trovare persone che rispondono al profilo target. LinkedIn consente ad esempio di cercare specifiche qualifiche professionali, mentre altre piattaforme come X e Instagram offrono strumenti per cercare conversazioni e hashtag rilevanti.

Infine, sarà molto importante seguire le interazioni dei clienti sui social, prestando attenzione a commenti e condivisioni, così da comprendere chi è più attivo e pronto per l’interazione. Anche monitorare hashtag di settore può rivelare nuovi contatti da aggiungere alla rete.

Interazione con i prospect

Una volta identificati i potenziali clienti, il passo successivo è interagire con loro in modo autentico e personalizzato. Ecco alcuni consigli pratici:

  • Commenti e like: è sempre bene interagire con i prospect commentando in modo pertinente e costruttivo i loro post o i contenuti che condividono. Ad esempio, su LinkedIn si potrebbe commentare un post su una nuova tecnologia esprimendo un’opinione esperta o ponendo una domanda che stimola la discussione.
  • Messaggi privati: sono efficaci su LinkedIn, Facebook e Instagram, ma devono essere necessariamente personalizzati. Non inviare quindi alcuna risposta generica: focalizzati invece sulle esigenze specifiche del potenziale cliente, mostrando interesse per i suoi obiettivi professionali o esigenze specifiche.
  • Condivisione di contenuti di valore: pubblicare e condividere articoli o report pertinenti ai problemi dei prospect può attirare la loro attenzione. Ad esempio, condividere un case study che mostra come un problema simile a quello del prospect è stato risolto dal tuo prodotto o servizio è una tattica molto efficace per stimolare la fase di Consideration.

Monitoraggio delle interazioni

Dovrai sempre tenere conto che il Social Selling non è un’attività una tantum, ma un processo continuo. Il monitoraggio delle interazioni e dell’engagement è dunque cruciale per mantenere una relazione solida e duratura con i prospect.

Ecco alcune tattiche che potrebbero esserti utili:

  • Analisi dell’engagement: utilizza strumenti come LinkedIn Analytics o piattaforme social per monitorare quante persone interagiscono con i tuoi post, chi visualizza il tuo profilo e quali contenuti generano più coinvolgimento. Questi dati ti aiuteranno a identificare i prospect più interessati e pronti a una conversazione più approfondita.
  • Partecipazione attiva alle discussioni: segui con attenzione le conversazioni che i prospect stanno avendo con altre persone o gruppi sui social, e intervieni dove è rilevante. Ciò dimostra attenzione e interesse per le loro esigenze e problematiche.
  • Follow-up costante: infine, è essenziale mantenere aperto un canale di comunicazione con i prospect che hanno mostrato interesse, offrendo ulteriori informazioni o rispondendo a domande che possono sorgere. In tal senso, l’uso di CRM o piattaforme come HubSpot potrebbe esserti utile per organizzare e seguire i contatti.

Quali sono i vantaggi del Social Selling?

Quali sono i vantaggi del Social Selling?

Il Social Selling offre una serie di vantaggi significativi rispetto alle tecniche di vendita tradizionali, soprattutto nel contesto delle vendite digitali. Vediamo nel dettaglio i principali:

  • Miglioramento delle relazioni con i clienti: permette di creare connessioni autentiche con i potenziali clienti, e relazioni che vanno oltre la semplice vendita di un prodotto o servizio. Grazie a conversazioni continue e mirate, puoi coltivare relazioni di lungo termine che portano a una maggiore fedeltà al brand. Interagire regolarmente sui social media permette ai venditori di conoscere meglio i bisogni e le preoccupazioni dei prospect, creando così legami di fiducia che facilitano il processo di vendita. Costruendo rapporti basati su interazioni costanti e personalizzate, i venditori diventano un punto di riferimento per i loro clienti, favorendone la fidelizzazione.
  • Accesso diretto ai lead: le piattaforme social eliminano gli intermediari, consentendo ai venditori di raggiungere direttamente i potenziali clienti. Inoltre, utilizzando strumenti come LinkedIn Sales Navigator o la ricerca avanzata su Twitter e Instagram, è possibile trovare rapidamente persone che potrebbero essere interessate al prodotto o servizio offerto, evitando passaggi complessi e costosi tipici delle tecniche di vendita tradizionali. In pratica, il Social Selling consente di identificare con precisione il proprio pubblico target e di avvicinarlo in maniera diretta e strategica, riducendo i tempi e i costi legati alla ricerca di clienti.
  • Interazioni personalizzate: il Social Selling sfrutta il potere di dati e insight per personalizzare le interazioni. I social media offrono una quantità immensa di informazioni sui prospect, come interessi, interazioni passate e comportamenti d’acquisto: questi dati possono essere sfruttati per creare contenuti e messaggi altamente personalizzati, in grado di rispondere a esigenze specifiche. Grazie alla personalizzazione, le interazioni diventano così più pertinenti e significative, aumentando la probabilità di conversione e migliorando l’esperienza del cliente.
  • Aumento della fiducia e dell’autorevolezza: condividere regolarmente contenuti educativi o informativi sui social media aiuta a costruire credibilità e autorevolezza nel settore, poiché i prospect sono più propensi a fidarsi di un venditore che fornisce valore, anziché limitarsi a promuovere prodotti. Contenuti come case study, articoli di approfondimento o guide pratiche permettono ai venditori di posizionarsi come esperti, generando fiducia nei confronti dei potenziali clienti. Diventando una fonte affidabile di informazioni utili, i brand che utilizzano il Social Selling costruiscono la propria reputazione come esperti del settore, rendendo il processo di vendita meno invasivo e più naturale.

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Google SGE: un nuovo approccio ai risultati di ricerca

Google Search Generative Experience (SGE) è considerato a ragione una svolta significativa nella modalità in cui i risultati di ricerca vengono presentati agli utenti. A differenza della tradizionale SERP, che mostra un elenco di link che l’utente può esplorare, SGE integra infatti l’intelligenza artificiale al fine di fornire risposte dettagliate alle query, generate direttamente all’interno dell’interfaccia di ricerca. Si tratta quindi di un sistema alimentato dall’AI che mira a rendere la ricerca ancora più veloce, intuitiva e completa rispetto al passato.

Per chiarezza, ricordiamo che la SERP (Search Engine Results Page) è la pagina che un motore di ricerca come Google mostra agli utenti dopo che questi hanno inserito una query di ricerca. Solitamente, essa include un elenco di risultati che il motore di ricerca considera pertinenti in base all’algoritmo, tenendo conto di fattori come la rilevanza e l’autorità dei contenuti. È anche importante ribadire che la SERP può includere diversi tipi di risultati:

  • Risultati organici: sono pagine web che appaiono naturalmente grazie alla loro pertinenza alla query.
  • Risultati a pagamento: sono annunci pubblicitari o link sponsorizzati.
  • Rich snippet: ossia informazioni aggiuntive come recensioni, immagini o video.
  • Snippet in primo piano: sono risposte dirette a determinate query e vengono visualizzate nella parte superiore della SERP.
  • Risultati locali: sono basati sulla posizione geografica, e spesso includono mappe o dettagli di aziende operative in quell’area.

Cos’è Google SGE?

Cos’è Google SGE?

Google Search Generative Experience (SGE) è una funzione sperimentale progettata da Google per offrire agli utenti un modo più fluido e interattivo per reperire informazioni. Essendo alimentata dall’intelligenza artificiale generativa, Google SGE ha l’abilità di fornire riepiloghi dettagliati e immediati su un’ampia rosa di argomenti – senza che l’utente debba cliccare su più pagine.

Facciamo un esempio: se un utente cerca “Come organizzare una tavola periodica?”, Google SGE presenterà immediatamente un riepilogo conciso, completo di testo e immagini, che spiega in modo chiaro la struttura e l’organizzazione della tavola. Questa funzione è ottimale anche per ricerche comparative, come “Spinaci VS Cavolo”: nuovamente, l’utente riceverà come risposta una panoramica che mette a confronto i due elementi, arricchita da suggerimenti per domande successive (come benefici per la salute, stagionalità o idoneità dietetica) che potrebbero rendere la tematica ancora più esaustiva.

Siamo quindi di fronte a un approccio diretto che semplifica l’esperienza utente, eliminando la necessità di filtrare le informazioni attraverso molteplici contenuti, link e fonti, e che consente di ottenere risposte più specifiche ed efficienti.

Google SGE a confronto con altri strumenti AI

Chiarito cos’è Google SGE e come funziona, vediamo come si “comporta” quando viene messo a confronto con due tra i tool AI più famosi, ossia ChatGPT e Bing, specialmente in termini di capacità e ambiti di utilizzo.

Google SGE vs. ChatGPT

Lanciata da OpenAI nel novembre 2022, ChatGPT ha raggiunto quota 100 milioni di utenti in soli due mesi. A prima vista, ChatGPT e Google SGE potrebbero sembrare simili, poiché entrambi rispondono a domande degli utenti. Tuttavia, ci sono alcune significative differenze tra i due strumenti:

  • ChatGPT è più conversazionale e progettata per imitare il linguaggio umano. Interagirvi è un po’ come parlare con un esperto o un assistente virtuale, una caratteristica che la rende ideale per compiti complessi e collaborativi, come la creazione di una scaletta per un blog.
  • Google SGE è invece più adatto per rispondere a domande specifiche e fornire informazioni fattuali, come “Come si fa il guacamole?” o “Chi ha vinto la Coppa dei Campioni la scorsa settimana?”.

Google SGE vs. Bing

Nel febbraio 2023, Microsoft ha integrato nel suo motore di ricerca Bing un chatbot basato su AI che utilizza la tecnologia di ChatGPT per fornire risposte personalizzate alle domande degli utenti. Ad esempio, se si chiede a Bing quali attività far fare ai bambini in una giornata di pioggia, il motore risponderà con una lista dettagliata di possibili soluzioni e includerà i siti di riferimento nelle note a piè di pagina.

Proprio come Google SGE, anche Bing suggerisce domande di follow-up. Un vantaggio di Bing rispetto a Google è che la ricerca alimentata dall’AI di Bing è già disponibile per tutti gli utenti a livello globale. A parte questo (un dettaglio comunque interessante), i due strumenti sono simili e ciascuno ha i suoi peculiari punti di forza.

Quali sono i vantaggi di Google SGE?

Quali sono i vantaggi di Google SGE?

Come è facile intuire da quanto messo in luce finora, Google SGE ha diversi vantaggi. Uno dei principali è senz’altro la sua capacità di rispondere rapidamente a query complesse e specifiche, le cosiddette “long-tail” query. Tale abilità si rivela estremamente utile nelle ricerche di tono educativo, perché offre agli utenti la possibilità di accedere a panoramiche complete senza dover esplorare più fonti digitali. Inoltre, l’AI che alimenta Google SGE suggerisce diverse domande successive che permettono di esplorare la tematica in modo ancor più approfondito.

Per le aziende, tuttavia, ciò significa che Google incoraggia gli utenti a rimanere all’interno del proprio ecosistema, riducendo così il traffico potenziale verso siti esterni. Sebbene i risultati di ricerca tradizionali continuino ad apparire sotto le risposte generate dall’AI, molti utenti potrebbero infatti trovare tutte le informazioni di cui hanno bisogno dalle risposte dell’AI stessa, senza percepire alcuna esigenza di approfondire altrove.

L’impatto di Google SGE sulla SEO e sul traffico verso i siti web.

L’impatto di Google SGE sulla SEO e sul traffico verso i siti web

Considerata l’innovazione insita in Google SGE, gli specialisti della SEO stanno già valutando con attenzione i suoi potenziali effetti sul traffico verso i siti web. Poiché le risposte generate dall’intelligenza artificiale appaiono nella parte superiore della pagina di ricerca, gli utenti potrebbero infatti essere meno motivati a cliccare sui risultati organici e, di riflesso, a “raggiungere” siti esterni.

È facile immaginare che tale cambiamento potrebbe generare una flessione nel traffico verso i siti web, in particolare quelli che rispondono a domande semplici e immediate, come ad esempio: “Cos’è un CRM?” o “Come ottimizzare il mio blog per la SEO?”. La ragione è data dal fatto che Google SGE gestisce queste query in modo estremamente efficace.

Tuttavia, esistono alcuni vantaggi. Sebbene le query informative di base possano vedere un calo di clic, le domande più complesse e orientate alla ricerca potrebbero continuare a generare traffico, poiché gli utenti cercheranno contenuti più specializzati e approfonditi che l’intelligenza artificiale da sola non può fornire. Ciò potrebbe portare a lead più qualificati per le aziende: in pratica, significa che le persone che visitano il tuo sito saranno probabilmente meglio informate e pronte a intraprendere un’azione successiva (ad esempio iscriversi alla tua newsletter, o contattarti per maggiori informazioni su un prodotto o servizio).

Come possono le aziende adattare le loro strategie digitali a Google SGE?

Per ottimizzare le proprie strategie di digital marketing alla luce del nuovo panorama offerto da Google SGE, le aziende dovrebbero concentrarsi soprattutto sulla creazione di contenuti originali che offrano approfondimenti e valore maggiori rispetto ai riepiloghi generati dall’intelligenza artificiale. In termini pratici, ciò significa puntare in particolare sulle long tail keyword, ossia sulle chiavi di ricerca a coda lunga, sulla produzione di guide dettagliate su specifici topic e su una revisione completa dei contenuti, in modo che siano quanto più possibile allineati con le effettive intenzioni di ricerca degli utenti.

In genere, gli utenti hanno uno (o più) tra questi quattro intenti di ricerca:

  • Navigazionale: cercano una pagina specifica su un preciso sito web.
  • Informativa: vogliono conoscere maggiori informazioni su un determinato argomento.
  • Commerciale: stanno valutando un acquisto, e sono quindi nella cosiddetta fase di Consideration.
  • Transazionale: hanno già preso una decisione e intendono compiere una specifica azione (in genere, l’acquisto).

Contestualmente, i contenuti digitali delle aziende dovrebbero essere resi più che mai unici e interattivi, in modo che offrano qualcosa che è difficilmente replicabile da un “mero” riepilogo generato dall’AI.

Implementare strategie di questo tipo permetterebbe alle aziende di ridurre il rischio di perdere traffico e competitività, in un mercato ormai globale e iperconnesso in cui le esperienze di ricerca alimentate dall’AI stanno diventando progressivamente più comuni.

Va precisato che, nel momento in cui scriviamo questo articolo, Google SGE è ancora in fase sperimentale: tuttavia, è già da ora evidente che tale approccio rappresenta il futuro. Per le aziende e i marketer, la chiave di volta consisterà quindi nell’adattare le strategie di contenuto in modo da affrontare al meglio tali cambiamenti, e continuare a fornire un valore tangibile che completi e superi ciò che l’AI può generare.

Per maggiori dettagli in merito a Google SGE, ti invitiamo a dare un’occhiata a questo articolo su SEMrush.

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Backlink: cosa sono, perché servono e come ottenerli

I backlink sono, in termini molto semplici, collegamenti ipertestuali che puntano da un sito web a un altro. Sono considerati un elemento fondamentale nella SEO (Search Engine Optimization) perché influenzano la posizione di un sito nei risultati dei motori di ricerca. In pratica, quando un sito esterno crea un backlink verso il tuo sito, segnala ai motori di ricerca che il contenuto che hai pubblicato è rilevante e di qualità, e contribuisce così ad aumentarne l’autorità e la visibilità.

I backlink possono provenire da diverse fonti – come blog, articoli, forum o social media – e la loro qualità è un fattore estremamente importante in termini di posizionamento: i link provenienti da siti autorevoli e pertinenti hanno infatti un impatto decisamente più positivo rispetto a quelli che provengono da siti poco affidabili.

Cos’è una strategia di backlinking e quali sono i suoi obiettivi?

Cos’è una strategia di backlinking e quali sono i suoi obiettivi?

Una efficace strategia di backlinking può migliorare significativamente il ranking di un sito nei risultati di ricerca. Essa consiste in un approccio pianificato e sistematico per ottenere collegamenti ipertestuali da altri siti web verso il proprio, migliorando la sua autorità e visibilità nei risultati di motori come Google.

Qualunque strategia di backlinking ha diverse finalità, che includono principalmente:

  • Il miglioramento nel ranking dei motori: la presenza di backlink di qualità indica ai motori di ricerca che il contenuto di un determinato sito è rilevante e affidabile, e dunque contribuisce a posizionarlo più in alto nei risultati di ricerca.
  • Aumento del traffico qualificato: i backlink provenienti da siti autorevoli tendono a portare visitatori interessati sul sito di destinazione, e di conseguenza contribuiscono ad aumentare il traffico e (potenzialmente) le conversioni.
  • Costruzione di autorità e credibilità di brand: disporre di backlink rispettabili aiuta a costruire la reputazione del marchio e favorisce la fiducia degli utenti.
  • Espansione del network e della visibilità: una strategia di backlinking studiata con cura può facilitare la creazione di relazioni con altri siti e influencer, aumentando le opportunità di collaborazione e visibilità.
  • Supporto alla Local SEO: per le aziende che operano in un’area geografica circoscritta, i backlink rappresentano uno strumento di valore per migliorare la posizione nelle ricerche locali e a raggiungere un pubblico più specifico.

Come e perché controllare i backlink sul proprio sito web (e su quello di altri).

Come e perché controllare i backlink sul proprio sito web (e su quello di altri)

Controllare i backlink sul proprio sito web è fondamentale per avere un’idea precisa di quali e quanti siti web creano collegamenti ipertestuali che dirigono a un canale di nostra proprietà. È però importante sapere come farlo, e le modalità sono diverse.

È innanzitutto possibile utilizzare Google Search Console, uno strumento gratuito di Google che, dalla sezione “Link”, permette di visualizzare i backlink più importanti e anche le pagine del sito web che ricevono più collegamenti.

Vi sono poi diversi strumenti di terze parti (sia gratuiti che a pagamento) che offrono analisi più approfondite dei backlink del tuo sito e di quello dei concorrenti, come ad esempio SEMrush (che offre un’analisi completa dei backlink, permettendo di monitorare i link in entrata e la loro efficacia), Ahrefs (che fornisce un’analisi dettagliata dei backlink, inclusi i link che puntano al tuo sito, la loro qualità e l’ancoraggio dei testi) oppure Moz (che sfrutta uno strumento proprietario chiamato “Link Explorer” per mostrare i backlink, l’autorità del dominio e altre ricerche pertinenti).

Ti ricordiamo a tal proposito che l’autorità di un dominio (Domain Authority o DA) è una misura sviluppata proprio da Moz che stima la probabilità che un sito web si posizioni bene nei risultati dei motori di ricerca. È interessante notare che la DA è influenzata da diversi fattori tra cui qualità e quantità di backlink, ottimizzazione SEO on-page, storia del dominio (intesa come longevità) e interazioni/popolarità sui social media.

Un altro metodo per monitorare i tuoi backlink è quello manuale, che consiste in una ricerca su Google utilizzando la query “link .com”: non è una tecnica esaustiva, ma può comunque darti un’idea dei backlink più visibili.

In generale, il nostro consiglio è di utilizzare uno o più tra gli strumenti che abbiamo elencato per effettuare audit regolari dei backlink e identificare quelli spam o di bassa qualità che potrebbero danneggiare la tua reputazione online. Check periodici sono anche molto importanti per ottimizzare la tua strategia SEO e migliorare il tuo posizionamento nella SERP.

Cosa rende un backlink di alta qualità?.

Cosa rende un backlink di alta qualità?

Ci sono backlink “buoni” e backlink “cattivi” (o comunque meno buoni), ossia alcuni sono più efficaci di altri nel migliorare la visibilità e l’autorità di un sito web.

Esploriamo quindi a seguire i principali elementi che determinano la qualità e l’utilità di un backlink, tenendo conto che questi fattori possono aiutarti a valutare i tuoi backlink attuali e a identificare nuove opportunità di link building per ottenere collegamenti di alta qualità.

L’autorità del sito che fornisce il backlink

L’autorità del sito che fornisce il backlink è fondamentale. Backlink provenienti da domini altamente autorevoli, come noti blog o pubblicazioni, hanno un impatto maggiore sulla tua SEO. Questi link sono infatti percepiti come più affidabili dai motori di ricerca: ciò significa che un link da un sito di prestigio può conferire al tuo sito maggiore credibilità.

La rilevanza del contenuto

Chiamata anche pertinenza, è anch’essa un aspetto cruciale. Un backlink da un sito che tratta argomenti simili o affini al tuo settore è più prezioso di uno che proviene invece da una piattaforma non attinente a ciò che fai. In generale, ricorda che i motori di ricerca considerano la rilevanza del link per determinare quanto il collegamento possa influenzare il posizionamento del tuo sito.

Il testo di ancoraggio

Il testo di ancoraggio, ovvero le parole cliccabili che costituiscono il link, gioca anch’esso un ruolo importante nel comunicare ai motori di ricerca il contenuto della pagina di destinazione. Un testo di ancoraggio descrittivo e pertinente può migliorare l’esperienza utente e aumentare la probabilità che il tuo link venga cliccato.

Link Follow e NoFollow: capire la differenza

La distinzione tra link “follow” e “nofollow” è altrettanto significativa. Te la spieghiamo in breve: i link “follow” trasferiscono valore SEO e possono contribuire a migliorare l’autorità del tuo dominio, mentre i link “nofollow” non lo fanno. Tuttavia, i link “nofollow” possono comunque portare traffico diretto e aumentare la visibilità del tuo sito, quindi non dovrebbero essere trascurati.

Il posizionamento del link nel contenuto

La posizione del link all’interno del contenuto è essenziale. Un backlink collocato in un contesto rilevante e prominente, come nel corpo di un articolo, tende a essere più efficace rispetto a un link situato in un piè di pagina o in un elenco di risorse. La visibilità del link influisce infatti direttamente sulla sua probabilità di essere cliccato.

La pagina di destinazione del backlink

Infine, la pagina di destinazione a cui il backlink punta deve essere di alta qualità e pertinente al contenuto complessivo. Se un link rimanda a una pagina ben strutturata, informativa e di valore per l’utente, il backlink sarà considerato più utile dai motori di ricerca.

Utilizzando questi criteri, puoi analizzare i tuoi backlink esistenti e identificare le migliori opportunità per la creazione di nuovi collegamenti, contribuendo così a migliorare la tua strategia di posizionamento e la tua presenza online.

Dieci consigli per ottenere backlink per il tuo sito web.

Dieci consigli per ottenere backlink per il tuo sito web

Prima di concludere, vogliamo offrirti dieci consigli strategici per massimizzare le probabilità di ottenere backlink di alta qualità per il tuo sito web.

  • Crea contenuti di valore: produci con regolarità contenuti originali, informativi e utili che attraggano naturalmente link. Ricorda che articoli approfonditi, guide, infografiche e studi di caso possono essere particolarmente efficaci.
  • Fai guest blogging: sei bravo a scrivere? Fallo realizzando articoli per blog e siti web di terzi nel tuo settore. In cambio, puoi includere un backlink al tuo sito nella tua biografia o nel contenuto stesso.
  • Crea partnership e collaborazioni: lavora con altre aziende o influencer per creare contenuti condivisi o eventi che possono portare a utili backlink reciproci.
  • Iscriviti a directory online e siti di qualità: l’importante è che siano pertinenti e di valore per il tuo settore di riferimento. Significa che dovrai sempre assicurarti che siano rispettabili e abbiano un buon valore SEO.
  • Metti a disposizione contenuti oggettivamente utili e interessanti: crea risorse utili e condivisibili, come checklist, eBook o tool online, che altri potrebbero voler linkare nelle loro pubblicazioni.
  • Tieni d’occhio la concorrenza: analizza periodicamente i backlink dei tuoi concorrenti per identificare opportunità che potresti sfruttare. È sufficiente utilizzare i tool online che ti abbiamo indicato in precedenza.
  • Dedicati alle PR digitali: contatta giornalisti e blogger per presentare storie o notizie interessanti riguardanti il tuo business, incoraggiandoli a linkare al tuo sito.
  • Comunica sui social media e nelle community online: partecipa attivamente a gruppi e forum pertinenti. Condividi il tuo expertise e, quando appropriato, linka al tuo sito.
  • Ripara i broken link: dovrai quindi trovare i “link rotti” su altri siti web e contattare i webmaster per suggerire la sostituzione del link con uno al tuo contenuto pertinente.
  • Ottieni recensioni, opinioni e testimonianze: offri i tuoi prodotti o servizi a blogger e influencer in cambio di una recensione. Queste recensioni spesso includono backlink al tuo sito.

 

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Conversational Marketing: l’innovazione che trasforma il rapporto tra brand e cliente

Hai mai sentito parlare di Conversational Marketing? Si tratta di un approccio innovativo al marketing digitale che mette al centro le interazioni dirette e personalizzate tra i brand e i loro clienti, siano essi acquisiti o potenziali. Questa grande innovazione – dal potenziale straordinario e ancora in fase di evoluzione – si basa su tecnologie come chatbot, assistenti virtuali e intelligenza artificiale per facilitare conversazioni in tempo reale attraverso vari canali online, come siti web, social media e app di messaggistica immediata.

L’obiettivo principale del Conversational Marketing è creare un dialogo continuo e interattivo con i clienti, offrendo risposte immediate, supporto personalizzato e una customer experience ancora più fluida e coinvolgente rispetto al passato. A differenza del marketing tradizionale, che si concentra su messaggi unidirezionali e campagne di massa, il Conversational Marketing punta invece a stabilire una comunicazione bidirezionale, permettendo ai brand di comprendere meglio le esigenze dei clienti e di rispondere ad esse in modo più efficace e tempestivo.

Perché ora più che mai le aziende possono beneficiare del Conversational Marketing?

Perché nel contesto attuale, altamente digitalizzato e caratterizzato dalla disponibilità di tantissime informazioni costantemente a portata di mano, i consumatori diventano sempre più esigenti e cercano esperienze di acquisto rapide, personalizzate e prive di qualunque frizione. Il Conversational Marketing risponde a queste necessità offrendo interazioni customizzate e immediate, che migliorano la soddisfazione del cliente e lo fidelizzano al brand: tramite questo approccio innovativo, le aziende possono così adattarsi ai rapidi ritmi della vita quotidiana dei consumatori e ai cambiamenti del mercato, offrendo soluzioni e risposte nel momento esatto in cui queste sono richieste.

E c’è dell’altro: il Conversational Marketing favorisce la raccolta di dati preziosi sulle preferenze e sui comportamenti dei clienti, permettendo ai brand di ottimizzare le loro strategie e di offrire un’esperienza utente sempre più su misura. In un mercato altamente competitivo, dove la customer experience è un fattore determinante per il successo, il Conversational Marketing diventa così uno strumento fondamentale per costruire relazioni durature e proficue con i clienti.

 

 

Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale e delle chatbot nel Conversational Marketing

L’AI e le chatbot hanno avuto un impatto rivoluzionario sulle modalità con cui la marca interagisce con i suoi clienti, trasformandosi in breve tempo in elementi essenziali anche per lo sviluppo e l’ascesa di quello che oggi chiamiamo Conversational Marketing. Stiamo infatti parlando di tecnologie che hanno radicalmente trasformato le dinamiche delle comunicazioni aziendali, offrendo possibilità inedite per interazioni rapide, personalizzate e continue: impensabili fino a qualche anno fa!

Le chatbot, alimentate dall’intelligenza artificiale, sono programmi progettati per simulare conversazioni umane. Possono rispondere a domande, fornire informazioni, assistere i clienti durante il processo di acquisto e persino risolvere problemi comuni in modo autonomo. Grazie all’AI, le chatbot sono in grado di apprendere e migliorare nel tempo, affinando le loro risposte e diventando sempre più efficienti nel comprendere e rispondere alle esigenze degli utenti: a tal proposito, puoi provare a interagire con l’assistente virtuale di Naxa, disponibile proprio su questo sito web! 

Uno dei principali vantaggi dell’utilizzo di AI e chatbot nel Conversational Marketing è la capacità di fornire assistenza in tempo reale, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questo livello di disponibilità è particolarmente importante in un mercato ormai globale, dove i clienti possono trovarsi in diverse parti del mondo e avere esigenze immediate in qualunque momento. La possibilità di ottenere risposte tempestive non solo migliora la customer experience, ma riduce anche i tempi di attesa e aumenta la soddisfazione del cliente.

Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale e delle chatbot nel Conversational Marketing.

Le chatbot più recenti possono inoltre essere altamente personalizzate: utilizzando dati raccolti da interazioni precedenti, questi assistenti virtuali adattano le loro risposte e suggeriscono prodotti o servizi che rispondono esattamente alle esigenze e ai gusti del cliente. Tale livello di personalizzazione è reso possibile dall’uso dell’intelligenza artificiale, che analizza grandi volumi di dati per identificare modelli comportamentali e preferenze individuali.

Un altro aspetto cruciale dell’AI nel Conversational Marketing è la capacità di scalare le operazioni di customer service. Ciò significa che le chatbot possono gestire simultaneamente un numero illimitato di conversazioni, qualcosa che sarebbe virtualmente impossibile per un team umano. Il risultato? Riduzione dei costi operativi e giusta attenzione a ogni utente, senza ritardi o sovraccarichi.

In più, l’intelligenza artificiale non si limita a rispondere alle domande dei clienti. Può coinvolgerli proattivamente, avviando conversazioni basate sul comportamento osservato, come il tempo trascorso su una pagina web o i prodotti visualizzati. Stiamo quindi parlando di un tipo di engagement proattivo che può aumentare significativamente le conversioni, guidando i clienti attraverso il loro percorso d’acquisto con suggerimenti tempestivi e – soprattutto – rilevanti.

 

 

Cosa rende il Conversational Marketing così innovativo?

Il Conversational Marketing è considerato a ragione una delle innovazioni più significative nel segmento del Digital Marketing perché, come accennato in precedenza, ridefinisce il modo in cui i brand interagiscono con il loro pubblico di riferimento.

Vediamo, più in dettaglio, in che modo può creare interazioni personalizzate, mantenere costantemente l’engagement e raccogliere dati preziosi per l’ottimizzazione strategica in ambito marketing.

Interazione con l’utente: tempestiva e personalizzata

Il Conversational Marketing offre interazioni personalizzate e tempestive con l’utente: grazie all’uso di chatbot avanzate e intelligenza artificiale, i brand possono ora rispondere in tempo reale alle domande e alle esigenze dei clienti, fornendo assistenza immediata e risolvendo problemi in modo più rapido ed efficiente. Questa prontezza nelle risposte migliora l’esperienza del cliente e riduce anche il tempo di attesa, aumentando la soddisfazione e la percezione positiva del brand.

Le interazioni personalizzate sono rese possibili dall’analisi dei dati raccolti durante ogni conversazione: le chatbot e le piattaforme di Conversational Marketing possono così adattare le risposte in base al comportamento, alle preferenze e alla cronologia dell’utente, offrendo consigli e soluzioni che rispondono esattamente alle esigenze individuali. Questo livello di personalizzazione genera un’esperienza utente molto più coinvolgente e rilevante, aumentando la probabilità di conversioni e fidelizzazione.

Engagement: non solo puntuale, ma anche continuo.

Engagement: non solo puntuale, ma anche continuo

Un’altra innovazione chiave del Conversational Marketing consiste nella capacità di mantenere un engagement continuo con i clienti attraverso diversi canali digitali, come social media, chat su siti web o messaggi tramite app. In un’epoca in cui i consumatori si aspettano un dialogo aperto e costante con i brand, il Conversational Marketing permette di instaurare e mantenere questa comunicazione in modo fluido e coerente.

L’engagement continuo è ovviamente fondamentale per la fidelizzazione dei clienti. Quando i brand sono sempre disponibili per rispondere alle domande, offrire consigli o semplicemente interagire con i consumatori, questi ultimi si sentono più ascoltati, connessi e apprezzati. Tale sentiment positivo porta non solo a una maggiore soddisfazione dei clienti, ma anche a una maggiore probabilità che essi tornino per ulteriori acquisti o servizi, trasformandosi in Brand Ambassador.

Raccolta dati: efficiente ed essenziale per l’ottimizzazione delle strategie

Come accennato, uno degli aspetti più potenti del Conversational Marketing è la sua capacità di raccogliere dati preziosi durante le interazioni con i clienti. In pratica, ogni conversazione diventa una fonte di informazioni su ciò che i clienti cercano, sulle loro preferenze, sui problemi che incontrano e sulle loro aspettative. Questi dati possono essere analizzati per ottenere insight utili, essenziali per guidare le decisioni di marketing e lo sviluppo di prodotti o servizi.

I brand possono utilizzare i dati raccolti anche per segmentare meglio il loro pubblico, creare campagne di marketing più mirate e personalizzare ulteriormente le loro offerte. Inoltre, l’analisi delle conversazioni può rivelare tendenze emergenti o problemi ricorrenti, permettendo alle aziende di adattare rapidamente le loro strategie e di rispondere in modo più efficace ai cambiamenti di mercato.

In termini generali, l’ottimizzazione delle strategie di marketing basata sui dati raccolti tramite il Conversational Marketing porta a campagne più efficienti e a un miglioramento continuo dei prodotti e dei servizi offerti, in un approccio basato sui dati che aumenta la probabilità di successo delle campagne e permette ai brand di innovarsi continuamente, mantenendosi competitivi.

I benefici del Conversational Marketing per le aziende.

I benefici del Conversational Marketing per le aziende

Le aziende che vogliono rimanere al passo con le tecnologie digitali più innovative trovano quindi nel Conversational Marketing uno strumento potente, in grado di produrre una trasformazione significativa nell’interazione con il cliente.

Se dovessimo riassumere i benefici principali che tale innovazione può garantire alle organizzazioni, essi includerebbero il miglioramento della Customer Experience, l’efficientamento delle Operation e l’aumento delle conversioni. Scopriamo questi vantaggi più in dettaglio.

Miglioramento della Customer Experience

  •   Interazioni personalizzate e immediate: il Conversational Marketing permette alle aziende di instaurare un dialogo diretto e personalizzato con lead e clienti. Utilizzando chatbot e intelligenza artificiale, i brand possono fornire risposte rapide e precise alle domande degli utenti, senza tempi di attesa prolungati. Questo livello di personalizzazione migliora notevolmente l’esperienza complessiva del cliente, rendendo ogni interazione più soddisfacente e pertinente.
  •   Assistenza continuativa: grazie alla disponibilità 24/7 dei chatbot e degli assistenti virtuali, gli utenti possono ricevere assistenza in qualsiasi momento e ovunque si trovino, evitando lunghe attese o frustrazioni dovute alla mancanza di supporto. Tale soddisfazione si riverbererà in una maggiore fedeltà al brand.
  •   Feedback e adattamenti rapidi: le interazioni in tempo reale permettono alle aziende di raccogliere feedback immediati dai clienti e di adattare le loro strategie in base alle risposte ricevute. Tale ciclo di feedback e miglioramento continuo aiuta le marche a rispondere più efficacemente alle esigenze e alle aspettative dei clienti, rafforzando ulteriormente le relazioni.

Efficienza operativa

  •   Automazione dei processi ripetitivi: l’uso di chatbot e intelligenza artificiale per gestire le richieste comuni e le domande frequenti riduce significativamente il carico di lavoro per il team di customer service. Questi strumenti digitali possono infatti gestire automaticamente numerose interazioni di routine, permettendo alle persone di concentrarsi su compiti più complessi, creativi o strategici.
  •   Gestione centralizzata: le piattaforme di Conversational Marketing spesso integrano funzionalità di gestione centralizzata, che permettono di monitorare e gestire le interazioni con i clienti da un’unica interfaccia. Ciò semplifica la gestione delle comunicazioni e migliora la coerenza delle risposte, riducendo il tempo e le risorse necessarie per coordinare le operazioni di customer service.
  •   Prioritizzazione e ticketing: i sistemi avanzati di ticketing e di prioritizzazione automatica delle richieste permettono di gestire il flusso di lavoro in modo più efficiente. Assegnando priorità alle richieste basate su criteri predefiniti, le aziende possono garantire che le questioni più urgenti vengano affrontate in prima istanza e senza ritardi, migliorando l’efficacia del servizio clienti e ottimizzando le risorse.

Aumento delle conversioni

  •   Interazioni immediate e personalizzate: la possibilità di interagire con gli utenti in tempo reale e di personalizzare i messaggi in base alle loro esigenze specifiche contribuisce a una maggiore efficacia delle strategie di conversione. Risposte rapide e pertinenti possono trasformare l’interesse dei lead in azioni concrete, come acquisti o iscrizioni, grazie a un engagement mirato e tempestivo.
  •   Gestione proattiva delle opportunità: il Conversational Marketing permette di identificare e gestire proattivamente le opportunità di vendita. Un esempio? L’automazione delle campagne di marketing può prevedere l’invio di messaggi personalizzati a clienti potenziali che hanno mostrato interesse, incentivando azioni come il completamento dell’acquisto o la richiesta di ulteriori informazioni. Si tratta di un approccio mirato che aumenta le probabilità di conversione, trasformando lead qualificati in clienti veri e propri.
  •   Analisi e ottimizzazione delle campagne: gli strumenti di Conversational Marketing offrono insight dettagliati sulle interazioni e sulle performance delle campagne. Analizzando questi dati, le aziende possono ottimizzare le loro strategie di marketing, identificare le aree di miglioramento e adattare le loro tattiche per massimizzare le conversioni. In più, le analisi approfondite aiutano a comprendere meglio il comportamento dei clienti e a perfezionare le campagne per ottenere risultati migliori.

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Budget Marketing – analisi e definizione

  1. 01. Analizzare lo Stato dell’Azienda
  2. 02. Esaminare i Dati Storici
  3. 03. Ricerca di Settore e i Concorrenti
  4. 04. Determinare la Percentuale del Fatturato
  5. 05. Centri di costo a Bilancio
  6. 06. Allocazione del Budget
  7. 07. Monitoraggio e Revisione

Creare un budget dedicato al marketing è un processo fondamentale per garantire che le risorse finanziarie siano allocate in modo efficace per supportare le strategie e gli obiettivi di marketing della tua azienda. 

Seguendo questi passaggi, puoi creare un budget di marketing ben ponderato che aiuti la tua azienda a raggiungere i suoi obiettivi di crescita e successo nel mercato.

Quantificare in percentuale il budget di marketing rispetto al fatturato totale dell’azienda è una pratica comune e utile per mantenere un equilibrio tra investimenti in marketing e altre spese operative. Ecco come procedere per determinare questa percentuale. 

 

01. Analizzare lo Stato dell’Azienda

  • Fase di crescita: Aziende in fase di crescita o start-up potrebbero dover investire di più in marketing per costruire la loro presenza nel mercato.
  • Fase di stabilità: Aziende ben consolidate possono permettersi di spendere una percentuale inferiore.

02. Esaminare i Dati Storici

  • Guarda alle spese di marketing passate e il loro impatto sulle vendite. Questo può fornire un punto di riferimento utile.

03. Ricerca di Settore e i Concorrenti

  • Ogni settore ha standard diversi per quanto riguarda l’investimento in marketing. Cerca di capire cosa fanno i tuoi concorrenti diretti.
  • Settori ad alta concorrenza potrebbero richiedere un budget marketing più elevato.

4. Determinare la Percentuale del Fatturato.

04. Determinare la Percentuale del Fatturato

Secondo uno studio di Gartner Research, le aziende americane prevedono di investire nel marketing B2B in media tra il 10,2 e il 10,4% del fatturato totale annuale.  

In un sondaggio rivolto ai Chief Marketing Officier e pubblicato dall’American Marketing Association in collaborazione con Duke University è emerso che le aziende con fatturato tra i 25 e i 99 milioni di dollari spendono in media il 9% del totale in investimenti di marketing. 

La stessa ricerca ha rilevato le differenze nelle percentuali di fatturato investite nel marketing a seconda del settore di riferimento:

 

In realtà, dato che gli investimenti in marketing B2B in Italia sono ancora molto inferiori rispetto al mercato americano, può essere necessario un budget decisamente più contenuto per ottenere risultati validi e soprattutto ROI positivo. Nel caso di aziende che superino i 10 milioni di fatturato, investendo un valore tra il 4% e 6%  è possibile registrare un tasso di crescita costante.

Secondo McKinsey, investendo in strumenti e metodologie digitali, le aziende B2B hanno la possibilità di migliorare considerevolmente il proprio rendimento. Quelle che scelgono di eccellere in queste aree stanno infatti generando l’8% in più per gli azionisti e un tasso di crescita annuale composto (CAGR) 5 volte maggiore rispetto ai benchmark del settore.

In sintesi:

  • Piccole imprese o nuove aziende: Solitamente investono una percentuale maggiore, tra il 10% e il 20% delle entrate.
  • Aziende consolidate: Spesso investono una percentuale inferiore, tra il 5% e il 10% delle entrate.
  • Settori specifici: Ad esempio, il settore B2B potrebbe dedicare circa il 5% delle entrate, mentre il settore B2C potrebbe richiedere fino al 10% o più.

Perché il Fatturato e non gli Utili?

Il budget di marketing si calcola tipicamente come una percentuale del fatturato, non degli utili. Questo approccio è più comune perché il fatturato rappresenta il totale delle entrate generate dalle vendite, indipendentemente dai costi e dalle spese operative, fornendo una base più stabile e prevedibile per pianificare le spese di marketing.

  • Stabilità e Prevedibilità: Il fatturato tende ad essere una metrica più stabile e prevedibile nel breve termine rispetto agli utili, che possono fluttuare significativamente a causa di vari costi operativi, investimenti e altre spese non direttamente legate al marketing.
  • Obiettivi di Crescita: Il marketing è spesso utilizzato per guidare la crescita del fatturato. Calcolare il budget in base al fatturato permette di riallineare direttamente le spese di marketing agli obiettivi di crescita delle vendite.
  • Standard del Settore: Molte metriche e benchmark del settore per le spese di marketing sono basati sul fatturato, facilitando il confronto con pratiche comuni e la concorrenza.

5. Centri di costo a Bilancio.

05. Centri di costo a Bilancio

Per migliorare la gestione finanziaria e il controllo delle spese di marketing, è utile strutturare il bilancio aziendale con centri di costo specifici. I vantaggi di Utilizzare Centri di Costo sono molteplici:

  • Controllo e Monitoraggio: Facilitano il monitoraggio accurato e il controllo delle spese.
  • Responsabilità: Identificano chiaramente chi è responsabile delle spese.
  • Analisi più dettagliate: Permettono di analizzare i costi e i ritorni su più dettagliati sulla base dell’attività.
  • Ottimizzazione delle Risorse: Aiutano a ottimizzare l’allocazione delle risorse.

E’ altresì consigliabile implementare un sistema di monitoraggio continuo delle spese in ogni centro di costo con Analisi Mensile/Trimestrale e indicatori di Performance (KPI) per monitorare il ritorno sugli investimenti (ROI) per ciascun centro di costo. 

Sarà possibile così creare rapporti per identificare dove vengono rispettati o superati i budget e capire l’efficacia di ciascun centro di costo e migliorare l’efficacia delle spese di marketing. 

Questo può comportare:

  • Riallocazione del budget verso centri di costo con migliori ROI.
  • Tagli alle spese su canali meno performanti.
  • Investimenti incrementali in aree ad alto rendimento

Utilizzare centri di costo nel bilancio per il marketing permette di mantenere un controllo rigoroso sulle spese, ottimizzare l’allocazione delle risorse e migliorare l’efficacia delle iniziative di marketing. Questo approccio strutturato facilita anche una rendicontazione più trasparente e una gestione più responsabile delle finanze aziendali.

6. Allocazione del Budget.

06. Allocazione del Budget

Distribuzione tra canali

Suddividi il budget tra i diversi canali di marketing (digitale, tradizionale, eventi, ecc.). I canali più utilizzati sono:

  • Dipendenti dedicati al marketing
  • Pubblicità online e offline: Google Ads, Facebook Ads, stampa, TV, radio.
  • Content marketing: Creazione di contenuti, blogging, video.
  • SEO e SEM: Ottimizzazione per i motori di ricerca e marketing sui motori di ricerca.
  • Email marketing: Campagne email, automazione.
  • Eventi e sponsorizzazioni: Fiere, eventi di settore, sponsorizzazioni.
  • Social media: Gestione dei social media, campagne di engagement.
  • Ricerca e analisi: Software di analisi, studi di mercato
  • produzione materiale marketing (company profile, gadget, etc)

 Progetti speciali

Riserva una parte del budget per campagne o lanci di prodotto particolarmente importanti.

07. Monitoraggio e Revisione

  • Risultati trimestrali/semestrali: Valuta l’efficacia delle spese e fai aggiustamenti se necessario.
  • Flessibilità: Rimani flessibile per poter rispondere a improvvisi cambiamenti di mercato o opportunità.

Un buon parametro di monitoraggio potrebbe essere relazionare il budget di marketing con la marginalità. Questo confronto è cruciale per garantire che le spese di marketing non erodano eccessivamente i profitti e per ottimizzare il ritorno sull’investimento (ROI). 

 

 

  1. 01. Calcolo della Marginalità
  2. 02. Determinare il Costo di Acquisizione del Cliente (CAC)
  3. 03. Valore del Ciclo di Vita del Cliente (CLV)
  4. 04. Rapporto CLV/CAC: Per assicurarti che il marketing sia sostenibile e contribuisca alla marginalità, è utile confrontare il costo di acquisizione del cliente con il valore del ciclo di vita del cliente. Un buon benchmark è avere un rapporto di almeno 3:1, ossia il valore apportato dal cliente (CLV) dovrebbe essere almeno tre volte superiore al costo per acquisirlo (CAC).
  5. 05. Ottimizzazione del Budget di Marketing
  6. 06. Analisi del Ritorno sull’Investimento (ROI)
  7. 07. Valuta l’Impatto sul Margine di Profitto
  8. 08. Aggiustamenti e Ottimizzazioni

Per ogni euro speso in marketing, valuta l’impatto sulla marginalità complessiva. Se il marketing aumenta le vendite ma riduce troppo il margine, potrebbe essere necessario rivedere la strategia:

Esempio Pratico

Relazionare il budget di marketing alla marginalità implica un’analisi continua del CAC e del CLV, oltre alla misurazione del ROI per ogni canale di marketing. Questo approccio ti consente di investire in modo intelligente, ottimizzando le spese di marketing per migliorare la marginalità complessiva dell’azienda.

 

Ecco una ripartizione di budget mkt di una Srl suddiviso per target e obiettivi. L’azienda presa in considerazione produce beni e si rivolge sia a professionisti del settore sia a privati tramite e-commerce, inoltre mantiene una rete commerciale tradizionale e vende tramite agenti e distributori sul territorio nazionale.

1. Calcolo della Marginalità:

  •    Ricavi totali: 10.000.000 €
  •    Profitto netto: 2.000.000 €
  •    Marginalità 20%.

2. Calcolo del CAC:

  •    Spese di marketing: 1.000.000 €
  •    Nuovi clienti acquisiti: 500
  •    CAC: 2000 € / cliente

3. Calcolo del CLV:

  •    Margine lordo per cliente: 4.000 €
  •    Numero medio di acquisti per cliente: 2
  •    CLV 8.000 €

4. Rapporto CLV/CAC:

  •   CLV/CAC = 8.000 / 2.000 = 4 (al di sopra del benchmark di 3:1)

5. Aggiustamenti:

  • Se un certo canale di marketing mostra un CAC più elevato che riduce il rapporto CLV/CAC sotto 3:1, considera di ridurre l’investimento su quel canale o ottimizzarne la strategia.