Inbound Marketing per Arredo & Design

Nel settore dell’arredamento la qualità dei tuoi mobili e la raffinatezza del tuo design non bastano per fare successo.

 

Attenzione: questo non significa che la ricerca del bello negli ambienti, nei pezzi d’arredo e nei materiali sia inutile. Al contrario, tutto questo rimane l’anima dell’intera industria del mobile. Ma senza una strategia mirata ai tuoi obiettivi di business, la qualità della tua offerta rischia di non essere valorizzata. E, ancora peggio, di passare inosservata. https://www.naxa.ws/inbound-m

Un valido approccio al marketing in questo scenario? L’inbound.
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In questo articolo parliamo di:

  • Comportamenti d’acquisto nel mercato arredo & design
    • I clienti non scelgono in base alla qualità, ma in base al valore percepito
    • Decisioni d’acquisto nell’arredamento: una questione di fiducia
  • La strategia di Inbound Marketing
    • Perché l’inbound si applica perfettamente al settore arredo?
    • La filosofia Inbound
  • Il funnel: le 4 fasi dell’inbound marketing
    • Attract / Fase 1
    • Convert / Fase 2
    • Closing / Fase 3
    • Delight / Fase 4
  • Sales & marketing automation & HubSpot: ulteriori vantaggi dell’inbound

 

Comportamenti d’acquisto nel mercato arredo & design

Valore percepito e fiducia. Sono queste le parole chiave che descrivono meglio l’evoluzione del comportamento dei player del settore arredo. Andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta.

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I clienti non scelgono in base alla qualità, ma in base al valore percepito

Oggi i consumatori non scelgono in base alle qualità dei tuoi prodotti. Spesso nemmeno li conoscono. Anzi, molto spesso non li conoscono.

Pensaci, i tuoi clienti quando scelgono quale tavolo da cucina acquistare, si informano nel dettaglio sulle caratteristiche del legno? Sul modo in cui sono stati lavorati e tagliati i vari listelli? Sul modo in cui sono assemblati i diversi pezzi? Nella maggior parte dei casi no.

I clienti scelgono un determinato tavolo per il colore del legno, per le sue venature, per come se lo immaginano nella loro cucina, oppure per la storia che racconta il mobile. Oppure per il modo in cui tu lo introduci e presenti.

In sostanza, i clienti scelgono cosa comprare in base al valore percepito, ovvero in funzione della loro visione soggettiva dell’offerta. La qualità percepita batte la qualità oggettiva.

Come migliorare il valore percepito dei tuoi mobili, del tuo showroom o del tuo brand? Con il marketing e con la comunicazione! E soprattutto con una strategia!

 

Decisioni d’acquisto nell’arredamento: una questione di fiducia

Un’altra dinamica centrale nel settore Arredo & Design è la fiducia.

La maggior parte dei buyer vedono l’arredamento come un impegno importante. Questo vale sia per i buyer B2C, sia per i B2B.

Nel B2C, i consumatori finali vogliono scegliere con cura i propri pezzi d’arredo. I mobili entreranno infatti a far parte della loro casa, della loro vita e addirittura della loro identità, dal momento in cui l’abitazione è una parte importante della propria persona.

Nello scenario B2B, architetti, designer e rivenditori cercano produttori di mobili di fiducia con cui collaborare e stringere accordi commerciali. Dopotutto, oggi l’offerta è davvero ampia, esistono tantissime aziende produttrici, e ognuna di loro è rintracciabile online in pochi semplici click.

La skill che può cambiare le carte in tavola per un’azienda è la capacità di costruire relazioni professionali. E soprattutto di generare fiducia. Questo vale sia nel B2C, sia nel B2B.

Come generare fiducia? Con una buona strategia di marketing!

 

La strategia di Inbound Marketing

Ricapitolando, nel mercato Arredo & Design due componenti sono fondamentali: la qualità percepita e la fiducia.

Queste componenti sono facilmente raggiungibili grazie ad una strategia inbound.

L’inbound Marketing si basa sull’attirare nuovi clienti e fidelizzare quelli già acquisiti. Il tutto attraverso la creazione di contenuti di valore e di esperienze studiate su misura. L’approccio inbound mira a costruire relazioni di valore con il proprio pubblico, adottando una comunicazione costruita ad hoc per il proprio target.

In questa logica i contenuti proposti alla tua target audience saranno puntuali, coinvolgenti e quanto più possibile personalizzati. Ma soprattutto, saranno in grado di rispondere a specifiche esigenze e necessità, gusti e desideri.

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Perché l’inbound si applica perfettamente al settore arredo?

Se condividi contenuti di valore, ti posizionerai come un punto di riferimento del settore. Guadagnerai la fiducia dei tuoi utenti. Come diretta conseguenza, i tuoi buyer penseranno direttamente al tuo marchio nel momento in cui saranno pronti ad una decisione d’acquisto (o collaborazione nel caso del B2B).

Inoltre, i consumatori che avrai attratto al tuo brand ti vedranno con altri occhi. Percepiranno un valore più alto nella tua offerta.

La filosofia Inbound

L’idea dell’inbound è attrarre i migliori prospect impostando una comunicazione di loro interesse. E soprattutto senza dare la sensazione di essere invadenti o insistenti. Chi fa inbound si propone di aiutare gli utenti e di stimolarli con contenuti interessanti.

Lo scopo è farsi trovare al momento giusto nel posto giusto, senza interrompere il loro percorso di navigazione. È una strategia in grado di attrarre target qualificato che, una volta colpito, tornerà sempre da te. Questa è una componente fondamentale nel settore arredo!

 

Il funnel: le 4 fasi dell’inbound marketing

L’Inbound Marketing si basa su quattro fasi principali. Queste rispecchiano il buyer journey, ovvero il percorso d’acquisto dell’utente.

Le diverse fasi sono spesso rappresentate dal funnel, ovvero da un imbuto. Nella parte iniziale (sezione alta dell’imbuto) il pubblico è molto vasto, mentre proseguendo nel processo (scendendo nell’imbuto)  l’audience si restringe. Alla fine del percorso rimangono solamente gli utenti che si sono decisi ad acquistare (sezione bassa dell’imbuto).

Ecco le 4 fasi del funnel:

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Attract / Fase 1

Nella prima fase l’obiettivo è attrarre nuovi visitatori alle tue piattaforme (sito web o pagina social).

Come attrarre nuovi utenti? Per prima cosa dovrai conoscerli. Occorre sapere cosa cercano in un pezzo d’arredo, quali informazioni cercano online, quali sono i loro dubbi e che di che risposte hanno bisogno. In questo modo sarà possibile costruire contenuti ad hoc. Per aiutarti, potrai costruire dei buyer personas, ovvero degli identikit dei tuoi buyer. Questo ti risulterà davvero utile.

Proponendo contenuti di qualità, come ad esempio articoli blog, e promuovendoli online, potrai intercettare nuovi utenti.

Convert / Fase 2

In questa fase l’obiettivo è convertire i visitatori del tuo sito in contatti.

Puoi vincere questa sfida fornendo contenuti davvero interessanti e posizionando CTA (call-to-action) sul tuo sito. Queste sono “inviti all’azione”. Sono ad esempio i pulsanti “contattaci ora” o “iscriviti subito” che hai di sicuro visto online migliaia di volte.

Grazie alle CTA potrai spingere gli utenti a lasciarti i loro dati in modo volontario e spontaneo. Potrai così ricontattarli, continuando a fornire loro contenuti di valore, come aggiornamenti email sugli ultimi trend dell’interior design, oppure sui tuoi nuovi mobili. Lo scopo? Coltivare i rapporti (e la fiducia) con gli utenti, gettando le basi per convertirli in clienti.

Closing / Fase 3

Questa è la fase della chiusura: consiste nella trasformazioni dei contatti in clienti.

A partire dal database che abbiamo acquisito grazie alle fasi precedenti, e con l’ausilio di campagne di email marketing, potrai guidare i tuoi contatti all’acquisto. Grazie all’automazione delle campagne, gestite da specifici workflow, potrai “nutrire i contatti con contenuti di valore, trasformandoli in clienti.

Delight / Fase 1

Trovato nuovi clienti? Bene! Ma le azioni di marketing non finiscono qui. L’ultimo step di basa sulla seduzione dei propri clienti. L’obiettivo? Deliziarli.

Sviluppando legami di fiducia, i clienti si trasformeranno in veri e propri seguaci del tuo brand, in evangelist. Significa che parleranno di te con entusiasmo e positività, attirando a te altre persone. Non dimenticare che il passaparola (word-of-mouth) rimane uno dei canali più potenti nel marketing.

Anche in questo caso, i contenuti sono determinanti. Sono proprio le comunicazioni interessanti, coinvolgenti e utili a fidelizzare gli utenti al tuo brand.

 

Sales & marketing automation & HubSpot: ulteriori vantaggi dell’inbound

L’inbound marketing si basa sul condividere contenuti e comunicazioni personalizzate, indirizzate alle persone giuste.

A questo proposito, la sales & marketing automation gioca un ruolo fondamentale. Non a caso, inbound e automation vanno sempre a braccetto. Pensa che la metodologia inbound è stata introdotta nel lontano 2006 da HubSpot, software di marketing, vendita e automazione leader a livello mondiale.

L’automazione delle attività porta numerosi vantaggi in ambito business:

  • automazione delle attività sales & marketing
  • gestione delle form sui siti web
  • CRM, gestione contatti e database
  • automazione delle campagne email
  • creazione di pipeline di vendita
  • ottimizzazione delle risorse
  • raccolta di dati e informazioni preziose per ottimizzare la strategia

 

Conclusione

In sostanza, le parole chiave che riassumono al meglio l’approccio inbound sono: valore percepito, fiducia, contenuti, conversione in clienti e potenziamento del business. 

Il tutto si applica perfettamente al settore Arredo & Design. Sia B2C, sia B2B.

Il futuro è inbound.

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Guida completa al Digital Marketing B2B

Il marketing digitale B2B gioca oggi un ruolo fondamentale per il successo delle imprese.

Negli ultimi anni sono cresciuti gli sforzi di investimento verso strategie sempre più omnicanale, orientate a migliorare la customer experience, il servizio di assistenza in prevendita, il processo d’acquisto e via discorrendo.

 

Oggi il digital marketing per il B2B non è più all’ombra di quello destinato al B2C. L’idea che soltanto i marchi o le imprese che si rivolgono al consumatore finale abbiano bisogno di un’opportuna promozione sul web è assolutamente errata ed obsoleta.

Il marketing per il B2B si pone obiettivi specifici che possono riguardare:

  • Brand Awareness
  • Lead Generation
  • Engagement
  • Sales
  • Customer Loyalty
  • Customer Evangelism
  • Upselling

Le strade e gli strumenti a disposizione delle aziende sono in questo senso numerosissimi.

Vuoi saperne di più? Continua a leggere!
In questo articolo parliamo di:

  • La filosofia del marketing B2B
  • LinkedIn: un buon termometro della crescita del Marketing B2B
  • L’importanza del pubblico target: i buyer personas
  • I valore dei contenuti
  • Strumenti, tattiche e canali digitali del Digital Marketing B2B
    • Blog e sito web aziendale
    • SEO
    • Marketing & Advertising PPC (Pay Per Click)
    • Social Media Marketing
    • Video Marketing
    • E-mail Marketing

 

La filosofia del marketing B2B

Nel Digital Marketing per il B2B, gli obiettivi devono necessariamente essere diversi da quelli che attueremmo per un’azienda B2C.

In quest’ultimo caso la strategia è solitamente orientata alle conversioni, il tutto grazie ad un piano mirato al coinvolgimento degli utenti.

Al contrario, per le imprese business to business si ragiona in modo diverso. In questo caso si punta all’informazione degli utenti di interesse e alla costruzione di una reputazione solida nella propria nicchia di riferimento. In tal modo l’azienda diventerà un punto di riferimento, incrementando la propria brand awareness.

Per ottenere questi risultati e massimizzare l’efficacia di qualunque campagna di Digital Marketing, la prima e più importante attività consiste nell’analizzare e nell’imparare a conoscere nel modo più approfondito il proprio pubblico.

 

LinkedIn: un buon termometro della crescita del Marketing B2B

LinkedIn: un buon termometro della crescita del Marketing B2B

Una dimostrazione dell’importanza del Marketing B2BLinkedIn!

Questo social network è stato inventato proprio per mettere in contatto i professionisti e le aziende, creare network, dare il via a nuovi rapporti commerciali, fornire assistenza in post-vendita, condividere expertise e skill.

Oggi dietro tutti i profili o le pagine LinkedIn di successo si nasconde una strategia di Digital Marketing studiata con la massima attenzione per ingaggiare, interessare, convincere, invogliare i prospect a entrare in contatto con il professionista o con l’azienda. Ecco come può iniziare una nuova relazione di business!

Recenti statistiche ci dicono che LinkedIn è oggi considerato il più importante strumento di marketing per le aziende, per le quali ben l’80% dei lead generati proviene proprio da questo social network.

Mantenere un profilo o una pagina attivi e popolati da contributi coerenti e di buona qualità può rappresentare un eccellente biglietto da visita per l’impresa e un interessante veicolo per intrecciare nuove relazioni con potenziali clienti, fornitori, partner e collaboratori.

 

L’importanza del pubblico target: i buyer personas.

L’importanza del pubblico target: i buyer personas

 

Nello sviluppo di una strategia è senza dubbio cruciale definire cosa vogliamo comunicarein che modo e dove vogliamo distribuire i contenuti. A questo proposito, i canali disponibili sono davvero tanti: social network, siti web, portali di settore, e-mail marketing, blog e altro ancora. Ma prima di tutto ciò è necessario definire il nostro target di interesse: i cosiddetti buyer personas.

buyer personas sono rappresentazioni ideali dei propri consumatori, veri e propri identikit che descrivono il proprio pubblico nei dettagli. Ma attenzione: l’analisi dei buyer personas consiste in qualcosa di più che nel porsi una serie di semplici domande come: “con chi voglio parlare? A chi mi rivolgo? Chi sono i miei consumatori?”

Senza dubbio queste sono caratteristiche di base che dovremo conoscere, ma saranno comunque moltissimi gli ulteriori aspetti che dovremo approfondire per ciascuno dei nostri buyer personas. Ad esempio:

  • la sua situazione lavorativa (ruolo, posizione, ambizione, anzianità, skill)
  • le sue peculiarità demografiche
  • le sue preferenze comunicative
  • i suoi desideri
  • le sue aspettative
  • gli strumenti che usa nel suo lavoro
  • il tipo di impresa per cui opera
  • le sue sfide quotidiane
  • problemi che deve risolvere
  • i suoi canali di informazione preferiti
  • il modo in cui comunica con i suoi fornitori
  • la sua relazione con le piattaforme digitali

Come vedi, sono tantissimi i fattori che potremmo decidere di analizzare per realizzare identikit quanto più attinenti alla realtà.

Buyer Personas sono gli “avatar” alla base di tutta la nostra strategia di Digital Marketing B2B, e sono quindi – in termini pratici – quasi sempre le figure che prendono le decisioni d’acquisto in un contesto aziendale o imprenditoriale.

Analizzare il prezioso patrimonio di Big Data relativo ai clienti già fidelizzati e a quelli persi, ai lead attualmente in trattativa, ai prospect da gestire è un’altra modalità efficace per definire in modo preciso i buyer personas a cui dovremo rivolgerci.

Anche i brainstorming più liberi e creativi possono aiutare, ad esempio se vogliamo valutare settori o tipologie di aziende che, pur non essendo ancora stati colpiti da un determinato prodotto o servizio, potrebbero beneficiarne.

A lavoro terminato, avremo sottomano il “curriculum” dei nostri clienti potenziali sui quali strutturare una strategia di Digital Marketing mirata. Sarà comunque sempre importante tenere a mente che ciascun buyer persona avrà quasi sicuramente un customer journey diverso da quello degli altri.

 

Il valore dei contenuti.

Il valore dei contenuti

Considerato il fatto che il Digital Marketing per il B2B punta a informare per incrementare la propria brand awareness nel proprio settore di riferimento, la qualità dei contenuti ha un valore chiave.

Va inoltre ricordato che in ambito digitale vale ancora oggi la massima “Content is King”. Il contenuto è sempre il re, il valore principale di ogni attività di comunicazione e distribuzione.

Il Content Marketing è dunque strategicamente essenziale per avere successo. Si tratta di una strategia che si concentra sull’ideazione, realizzazione e diffusione di contenuti informativi e di elevata qualità, in modo che raggiungano un target di utenti ben definito per far conoscere la propria expertise ed eventuale offerta commerciale.

Già nel 2017, emergeva dal Social Marketing Industry Report che il 43% dei marketer B2B riteneva i blog la principale tipologia di contenuto da convogliare nell’ambito di una strategia di Digital Marketing. In questo senso, nel 2019 Hubspot indicava che ben il 51% dei marketer B2B si poneva come priorità l’integrazione di risorse visive (immagini, video, infografiche) all’interno delle proprie strategie di content marketing. L’anno precedente, la ricerca B2B Content Marketing chiariva come addirittura il 72% dei marketer ritenesse che un’efficace strategia di contenuti fosse la chiave per il successo.

Affidarsi quindi a content writer, web writer e strategisti digitali rappresenta oggi un processo essenziale per convogliare al meglio le proprie conoscenze sia in termini di linguaggio, che di timing, di medium e di distribuzione.

Strumenti, tattiche e canali digitali del Digital Marketing B2B.

Strumenti, tattiche e canali digitali del Digital Marketing B2B

Vediamo ora quali ulteriori strumenti, canali e tattiche possono rivelarsi più efficaci nell’ambito di una strategia di Digital Marketing B2B, tenendo sempre ben presente che non esiste una soluzione che vada bene per tutte le aziende e settori.

 

Blog e sito web aziendale

Rappresentano i principali asset del Digital Marketing di un’azienda e sono quindi essenziali per guidare il potenziale cliente a qualunque stadio si trovi del suo customer journey.

Entrambi dovranno essere aggiornati, ben curati, adeguatamente progettati per i dispositivi mobili e capaci di riflettere appieno il sentiment del brand.

Dovranno inoltre essere veloci, includere chiare call to action, link di approfondimento e contact form, collegarsi correttamente ai canali social dell’azienda e, se aperti ai commenti, essere costantemente moderati.

SEO

L’ottimizzazione per i motori di ricerca permette alle aziende B2B di posizionarsi tra i primi risultati di Google, Bing e altri motori in funzione di specifiche query, sia con contenuti dedicati che con l’intero sito web.

Tale posizionamento è organico, ossia non risultante da attività a pagamento (come ad esempio avviene con Google Ads).

Le strategie di Digital Marketing B2B sono imprescindibili da questa attività, che serve a rispondere a un comportamento standard dell’utente in rete: quello di interrogare il motore di ricerca prima di scegliere con chi interagire.

Marketing e Advertising PPC (Pay Per Click)

Si tratta di attività online che comportano la creazione e la diffusione di annunci a pagamento, che compariranno in risposta a determinate query degli utenti (nel caso del già citato Google Ads), in relazione a specifici interessi (pensa ad esempio al social media advertising) oppure su determinati siti web o portali.

Questa modalità di Paid Marketing rientra sotto il più ampio ombrello della SEM, ossia dell’insieme di strategie che mirano a posizionare contenuti in cima alla SERP con l’ausilio di strumenti a pagamento.

Social Media Marketing

Abbiamo già citato LinkedIn, che comunque non è la sola piattaforma social su cui potersi appoggiare per una strategia di Digital Marketing B2B efficace.

Qualunque siano i network che scegliamo – Facebook, Instagram, Tik Tok, Pinterest, Twitter, YouTube – l’obiettivo sarà di creare engagement e brand awareness nei confronti dell’azienda, con contenuti testuali e multimediali studiati a partire dai target di riferimento e declinati con particolari toni di voce, frequenze e mood in piani editoriali opportunamente pianificati.

Tra i contenuti più efficaci per le strategie social B2B figurano link a blog post, statistiche, inviti a webinar ed eventi (di persona o digitali), aggiornamenti sui prodotti o servizi, news di settore, casi studio e progetti, ricerche e whitepaper, link a video di prodotto o video tutorial, testimonianze e approfondimenti tecnici.

 

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Video Marketing

Anche i video trovano oggi sempre più spazio nelle strategie di Digital Marketing B2B.

Si parlerà in questo caso di Video Marketing for Business, sul quale si investe moltissimo perché il video rappresenta una delle modalità di fruizione di contenuti preferite dalle persone, che ne fruiscono attualmente soprattutto da mobile.

In questo senso, l’approccio giusto comporterà non soltanto definire che tipo di argomenti vogliamo trattare, ma anche valutare in modo onesto quanto questi possano essere di reale interesse per il nostro target, come vogliamo comunicarli e su quali piattaforme vogliamo distribuirli.

E-mail Marketing

Contrariamente al credere comune, questa attività ha ancora un ruolo importante nelle strategie di Digital Marketing B2B.

Attraverso un sistema di newsletter ben strutturato, supportato dalla Marketing Automation, potremo segmentare le nostre comunicazioni in modo mirato, ottimizzando i processi di acquisizione di nuovi clienti, incrementando l’efficienza del reparto vendite, massimizzando il ricavo delle campagne di lead generation e offrendo un reale valore aggiunto ai nostri interlocutori (ad esempio proponendo contenuti premium o freemium, inviti a eventi speciali, promozioni dedicate o supporto ad hoc).

 

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Google rivoluziona le ricerche web e la SEO

Google è pronto a rivoluzionare la SEO e il modo di ricercare informazioni online.

Il “continuous scrolling”, ossia lo scorrimento continuo, sta arrivando sulle ricerche Google effettuate da dispositivi mobili. È questa l’ultima novità della Grande G, che da qualche tempo a questa parte sta riprogettando la pagina dei risultati di ricerca da smartphone per assicurare agli utenti un’esperienza sempre più fluida, semplice da recepire e comoda da fruire.

Come cambia la pagina dei risultati di ricerca?

La SERP, ovvero la Search Engine Results Page (pagina dei risultati di ricerca), appare come un flusso di informazioni ininterrotto e stimolante alla navigazione dell’utente. Per intenderci, il tutto sarà simile al feed dei social network, con uno “scroll infinito”.

Il colosso di Mountain View, nel suo annuncio ufficiale, ha dichiarato

“In Google, esploriamo sempre nuove strade per aiutare le persone a trovare ciò che stanno cercando in modo facile e veloce. All’inizio di quest’anno, abbiamo lanciato un restyling della pagina dei risultati di ricerca sui dispositivi mobili per un’esperienza più moderna, più semplice da consultare e navigare.”

L’introduzione dello scorrimento continuo sembra seguire proprio questa logica strategica. Tra qualche tempo, ogni ricerca effettuata da device mobile non comporterà più il clic sulla pagina successiva, ma il caricamento automatico di ulteriori risultati una volta che l’utente raggiunge la parte inferiore di una pagina attraverso lo scroll.

Come cambia la SEO e la ricerca di informazioni online?

Il principale vantaggio di questo cambiamento consiste in un maggiore comfort nell’analizzare i diversi risultati di una query, quasi certamente. Tuttavia, dal punto di vista di noi marketer, l’attenzione è puntata anche su altri fattori.

Se consideriamo che uno dei fondamenti della SEO risiede nell’interesse che gli utenti manifestano nei confronti dei primissimi risultati in prima pagina, sarà interessante scoprire se il continuous scrolling sarà di vantaggio a chi si colloca nelle posizioni successive, finora relativamente nascoste e meno consultate.

Potrebbe quindi cambiare l’approccio SEO, dal momento che piano piano (e per ora solo sui dispositivi mobile) si smetterà di fare riferimento a pagina 1, pagina 2, pagina 3 e via discorrendo? C’è chi pensa di sì e chi pensa di no.

Al momento attuale è difficile fare pronostici precisi, se non altro perché le dinamiche di ricerca che guidano gli utenti non sono poi così meccaniche, né eccessivamente rigide e predeterminate. Pensa ad esempio agli Ads che si annidano nella parte bassa dei risultati da mobile, e che non prestano poi molta attenzione alla paginazione!

Anche il comportamento della SERP non è facilmente pronosticabile, dal momento che questa non ritiene necessariamente che un risultato di qualità debba per forza trovarsi in prima pagina.

Come evolve il comportamento degli utenti?

user-experience seo google cambia pagina risultati serp

Sempre di più e a prescindere dal funzionamento degli algoritmi, gli specialisti della SEO dovranno comunque tenere presente che gli utenti della rete evolvono, cambiano, diventano sempre più smart.

Questo significa che non si limitano più a effettuare una ricerca e dare un’occhiata veloce ai primi cinque risultati su Google, ma confrontano, leggono, guardanointeragiscono – specialmente se devono prendere una decisione d’acquisto.

Rimangono dunque in qualche modo un passo avanti rispetto alle macchine e sono, almeno in parte, imprevedibili nei loro comportamenti.

Qual è l’obiettivo dello scorrimento continuo?

Lo scopo finale di questa novità è ispirare gli utenti, rendendo accessibili in modo più naturale e comodo più risultati di ricerca. Google sostiene che un utente davvero interessato può arrivare a consultare fino a quattro pagine, specialmente se ha posto una domanda aperta. Un esempio: “Come posso lavorare le zucche per Halloween?”

Puoi facilmente intuire perché: chi è alla ricerca di suggerimenti o ispirazioni sarà, per sua natura, più incline a esplorare diverse opzioni e quindi a consultare un numero più elevato di fonti.

Lo scorrimento continuo nelle ricerche da mobile, che ormai sono dominanti nell’utilizzo della rete, potrebbe quindi portare risultati sorprendenti che gli specialisti di marketing digitale non hanno finora tenuto in considerazione. Nelle parole di Google, “scorrendo una gamma più ampia di risultati potresti scoprire tantissime opzioni a cui non avevi ancora pensato.” 

Per gli utenti particolarmente curiosi, questa nuova esperienza di ricerca potrebbe quindi rivelarsi estremamente funzionale.

Nel momento in cui scriviamo questo articolo, il continuous scrolling viene progressivamente implementato solo per le query in lingua inglese provenienti dagli Stati Uniti, e non esiste ancora una data di deployment per l’Italia. Ma siamo certi che non tarderà ad arrivare.

 

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Email Marketing: 6 settori a cui ispirarti

L’email marketing è uno dei canali più importanti per i marketer digitali.
Negli ultimi 2 anni, con l’arrivo della pandemia, è diventato uno strumento ancora più determinante.

Questo perché le email hanno rimpiazzato le interazioni faccia-a-faccia con i clienti.
Dall’arrivo del Covid-19 sono state il principale canale per generare engagement con il proprio pubblico, specialmente in alcuni settori.

 

6 diversi settori, 6 diversi approcci strategici

Per quanto riguarda le email marketing, molti brand puntano sulla quantità rispetto che alla qualità nella definizione della propria strategia.

Tuttavia, per i brand può essere utile ampliare i propri orizzonti e guardare anche alle strategie di altri brand, sia che si tratti di competitor, sia che si tratti di aziende di altri settori e mercati.

Gartner, in una sua recente indagine, ha mostrato come 6 diverse industrie si sono adattate al nuovo contesto attraverso 6 diversi approcci all’email marketing.

Le industrie prese in esame sono:

  • Retail
  • Servizi Finanziari
  • Hospitality
  • Manifatturiero B2B
  • Beni di consumo
  • Sanità

Osservando 6 diversi approcci strategici, siamo arrivati a diverse conclusioni:

  • L’email marketing non è un canale in declino. Anzi, tutt’altro.
  • Conoscere il proprio pubblico rimane la priorità per campagne di successo.
  • L’automazione della campagne è un ingrediente necessario per performance ottimali.

Retail

Il retail è il settore più performante nell’email marketing.

I rivenditori possono infatti sfruttare della grande quantità di dati in loro possesso per mandare comunicazioni mail super specifiche a pubblici super-targettizzati.

Un esempio? Nike o altri rivenditori di abbigliamento, che aggiornano i propri utenti su nuovi prodotti e promozioni, veicolando diversi contenuti in base ai gusti e alle preferenze dei singoli utenti.

Inoltre, chiunque è più portato ad aprire email in cui sono promossi sconti e promozioni. Specie se vengono spinti prodotti che si ha visto online la settimana precedente, rispetto a prodotti random.

Il settore retail è quello che genera più traffico al sito proveniente dall’email marketing. In quest’industria il traffico e le conversioni provenienti da questo canale crescono ogni anno.

 

Servizi Finanziari

Il settore dei servizi finanziari nell’email marketing va forte quasi tanto quanto il retail.

Quest’industria può vantare il tasso di apertura delle email più alto di tutti, oltre al miglior incremento del traffico proveniente da questo canale.

Anche in questo settore, come nel retail, i marketer possono sfruttare la marea di dati a disposizione sugli utenti per consegnare comunicazioni costruite ad hoc sui target specifici. E questo è un vantaggio notevole.

Un esempio di successo in questo campo è dato dalla Bank of America. La banca nazionale statunitense raccoglie informazioni da questionari sulla sua app ufficiale e sfrutta i feedback per creare comunicazioni mirate ed offrire via mail servizi specifici. Ad esempio, un millennial che compila un questionario sulle sue abitudini e necessità risparmio potrà ricevere comunicazioni indicanti mutui o piani di risparmio specifici.

 

Hospitality

Quello dell’hospitality è uno dei settori che ha sofferto di più negli ultimi 2 anni.

Ma forse non tutti sanno che questo stesso settore è uno di quelli che meglio si è adattato al nuovo contesto, puntando sull’email marketing ed ottenendo risultati soddisfacenti.

Quest’industria vanta il secondo posto nella classifica dell’open rate delle campagne di email marketing. Anche il traffico al sito proveniente da questo canale è a buon livello.

Nel dettaglio, le campagne di email marketing per i protagonisti dell’hospitality hanno portato risultati importanti nelle riaperture post-quarantene. Una volta che le persone hanno ricominciato a spostarsi e a cenare fuori, molte aziende hanno premiato i clienti dopo ogni visita inviando email di follow-up con promozioni e offerte per le future visite. Il tutto per far tornare i clienti il prima possibile e fidelizzarli.

 

Manifatturiero B2B

Il settore manifatturiero per il B2B ha spesso il problema di non riuscire a raccogliere dati interessanti sui propri clienti e prospect. Questo è chiaramente un ostacolo verso la realizzazione di comunicazioni mirate verso target profilati.

Molti brand di quest’industria, come ad esempio Milwaukee Tools, ha iniziato a raccogliere informazioni più specifiche dai suoi form sul sito, come ad esempio il settore di provenienza dei prospect. Lo scopo è profilare il database dal principio, gettando le basi per realizzare campagne di email marketing personalizzate in base ai diversi utenti.

Questa soluzione può sembrare banale e scontata, ma non è così. La semplice conoscenza del settore di provenienza dei contatti del database ha permesso di ottimizzare notevolmente le performance.

I risultati? Un maggior tasso di apertura delle mail e maggiori visite al sito (indirizzate sulle pagine o contenuti in linea con il settore dei singoli utenti).

 

Beni di consumo

Anche nel campo dei beni di consumo il problema principali per i brand del settore sta nel fatto di non avere dati e informazioni specifiche sui suoi clienti.

In questo settore i tassi di apertura delle email sono i più bassi in assoluto, e negli ultimi anni sono stati anche in declino.

Molti brand del settore hanno iniziato ad incentivare i clienti a creare account personali su siti web o app, offrendo in cambio sconti, promozioni o la possibilità di accumulare punti per ogni acquisto, per poi spenderli per premi o buoni-acquisto.

Il vantaggio per i brand? Raccogliere dati sui clienti e creare uno storico dei loro acquisti. Il tutto si traduce in un’approfondita conoscenza dei consumatori, nella profilazione dei database, nell’invio di email personalizzate ed infine nel miglioramento delle performance.

 

Sanità

Nel settore della sanità non tutti i brand sono riusciti ad ottenere risultati interessanti dall’email marketing.

I numeri relativi alle performance di questo canale non sono sempre rassicuranti in questo settore. Molte aziende faticano a creare un buon traffico al sito dalle email, specialmente le realtà più piccole.

I brand più grandi sono invece riusciti a creare strategie di email marketing performanti, consegnando contenuti educazionali ed informativi, in linea con gli interessi dei singoli utenti.

In questo settore il problema delle scarse performance di questo canale riguarda principalmente i player più piccoli, le cui difficoltà si ricollegano al fatto di non avere strategie di marketing e processi di automation ben definiti.

 

Cosa abbiamo imparato

L’email marketing non è un canale in declino

L’email marketing non è in crisi. Anzi, se ben sfruttato può portare grandi soddisfazioni.

Chiaramente dei contenuti realizzati in altri formati possono essere sicuramente più ingaggianti e attraenti, non c’è dubbio. Ad esempio, un video sui social sarà nella maggior parte dei casi più intrigante di una mail scritta.

Ma non dimentichiamoci che anche le mail hanno i loro lati positivi, che possono essere decisivi.
L’email marketing può infatti:

  • Essere un fantastico strumento di lead nurturing
  • Comunicare con contenuti mirati ai singoli utenti
  • Catturare maggiore interesse di altri contenuti quando gli utenti sono particolarmente interessati e coinvolti dal brand in questione, oppure quando il contenuto stesso delle email si presta al format in questione
  • Portare traffico al sito e conversioni

Conoscere il proprio pubblico rimane la priorità per comunicare con efficacia

Per creare una comunicazione di successo è fondamentale sapere a chi stiamo parlando.

Se conosco il mio pubblico posso creare mail con contenuti mirati, che otterranno migliori performance.

Occorre chiedersi:

  • Chi è il mio interlocutore?
  • Quali sono i suoi obiettivi?
  • Quali sono le sue paure?
  • Che soluzioni cerca?
  • Come cerca di soddisfare le sue esigenze?
  • In che stato del buyer journey si trova?
  • Come posso aiutarlo in questa fase del buyer journey?
  • … (ogni altra domanda utile in base al contesto)…

L’automation è essenziale

Conoscere il proprio pubblico è determinante ma non basta.

Occorre creare un database profilato ed impostare campagne di email marketing mirate agli specifici pubblici.

Il tutto si realizza appoggiandosi ad un software di marketing automation, come ad esempio Hubspot.

 

Vuoi scoprire come integrare l’email marketing nella tua strategia?

Parliamone! 

I vantaggi dei Social Media per le PMI

Se sei il titolare di una PMI, oppure Marketing Manager o CEO dell’azienda, sai bene quanto i Social Media possano essere utili alleati nel raggiungimento dei tuoi obiettivi di business.

Questo vale sia per il mercato B2C, sia per il B2B.

Piattaforme social come Facebook, Instagram e LinkedIn (solo per citare tre delle tante a disposizione) possono diventare parte integrante della tua strategia di marketing multicanale, ormai irrinunciabile soprattutto nell’ottica della Digital Transformation.

I benefici dell’utilizzo dei social per il business?

  • Migliorare Brand Awareness
  • Comunicare al meglio & conoscere i propri utenti
  • Trovare nuovi clienti & fidelizzarli
  • Creare una strategia completa, offrire servizi mirati, monitorare competitor
  • Ampliare il proprio network professionale grazie al social selling

Al fine di raggiungere questi obiettivi, è fondamentale comprendere tutte le potenzialità delle piattaforme social e utilizzarle in modo corretto.

I benefici dei social media per le PMI.

I benefici dei social media per le PMI

Quali sono i vantaggi dei social media per le PMI? Abbiamo raccolto i principali, che valgono sia per B2C, sia per B2B. Eccoli:

Migliorare la Brand Awareness.

Migliorare Brand Awareness

I social media sono perfetti per far crescere la notorietà del proprio brand, rendendolo popolare e facendolo diventare un punto di riferimento per il pubblico online.

I social permettono di aumentare consapevolezza del brand, fattore fondamentale nella decisione d’acquisto del potenziale cliente. Dopotutto, rendere il proprio pubblico consapevole dell’esistenza della propria azienda è lo step zero per guadagnare nuovi clienti ed ampliare il proprio business.

Come si fa strada un brand sui social? Con una comunicazione identificativa e differenziante, con contenuti brandizzati e con messaggi utili e interessanti per la propria audience.

Comunicare al meglio & conoscere i propri utenti.

Comunicare al meglio & conoscere i propri utenti

I social sono ottimi alleati per comunicare valori aziendali, filosofia e visione, creando punti di connessione con gli utenti.

Ogni messaggio può essere condiviso in modo semplice e veloce, informando, educando o intrattenendo gli utenti online. Notizie di settore, promozioni e offerte, aggiornamenti su eventi a cui l’azienda partecipa, lanci di nuovi servizi o prodotti, collaborazioni, sponsorship e progetti importanti: la scelta degli argomenti è incredibilmente vasta.

Imparare a conoscere il proprio pubblico è un ulteriore vantaggio, grazie all’analisi delle opinioni, il cosiddetto sentiment. Questo consente di tarare meglio la strategia aziendale o di prodotto sulla base delle intenzioni di acquisto, delle esigenze e degli argomenti considerati importanti dal pubblico di riferimento.

Trovare nuovi clienti & fidelizzarli.

Trovare nuovi clienti & fidelizzarli

Queste piattaforme permettono di individuare in modo specifico e preciso la target audience aziendale. I social ospitano un pubblico incredibilmente vasto e differenziato, la cosa importante è capire su che specifici network stanno i propri utenti, come li utilizzano e cosa interessa loro.

Una buona strategia consente di trasformare sconosciuti prima in “amici” del proprio brand, successivamente in clienti e infine in clienti fedeli e felici. Il tutto seguendo a pieno la logica dell’Inbound Marketing, accompagnando l’utente in ogni fase del suo buyer journey (percorso d’acquisto).

Altri vantaggi dei social media per il b2b.

Altri vantaggi

I benefici dei social non finiscono qui. Anzi, tutt’altro. Eccone altri:

  • Danno la possibilità di creare strategie di comunicazione e marketing complete, andandosi ad integrare con tutti gli altri strumenti per massimizzare performance;
  • Consentono di offrire una gamma di servizi nuova e più articolata, ad esempio il supporto tecnico o il customer care digitale;
  • Sono uno strumento ideale per monitorare i competitor e prendere ispirazione da brand di riferimento;
  • Offrono la possibilità di individuare potenziali nuovi partner e dunque di creare relazioni commerciali che, diversamente, sarebbero impossibili.

Ulteriori vantaggi per il B2B: il social selling

Per le aziende B2B esiste un ulteriore mondo da scoprire per quanto riguarda i social: il Social Selling. Questo si basa sullo sfruttare al massimo LinkedIn, social media basato su mondo business & relazioni professionali.

Su LinkedIn è possibile connettersi con chiunque, allargando la propria rete di relazioni e rendendo la comunicazione più raffinata e personalizzata. In particolare, risulta particolarmente vantaggioso entrare in contatto con chi condivide stessi interessi professionali, obiettivi e competenze.

Il Social Selling sfrutta proprio le potenzialità dei network relazionali e di LinkedIn per aumentare le vendite, creare connessioni strategiche e stringere partnership di ogni tipo.

Il tutto si basa sul costruire e coltivare rapporti di qualità con i singoli contatti, coinvolgendoli con contenuti ad hoc, di diverso tipo. Le aziende possono così generare contatti, nutrirli, convertirli in clienti e fidelizzarli, raggiungendo e superando i vari obiettivi sales.

Come si stanno muovendo le PMI.

Come si stanno muovendo le PMI

La maggior parte delle PMI sembra aver compreso questo paradigma. Diversi numeri lo dimostrano: già nel 2019 ben l’89% delle PMI intervistate da The Manifest ha dichiarato di investire budget nel marketing. Addirittura il 35% di esse ha affermato di preferire i canali online a quelli tradizionali.

La pandemia ha naturalmente esacerbato questa tendenza: internet si è trasformato nel principale mezzo di comunicazione con il pubblico, e i social media in una sorta di piazza virtuale nella quale comunicare e interagire in tempo reale.

Se già prima dell’attuale emergenza sanitaria il digitale era parte integrante delle nostre vite, ora è più mai intrecciato con tutte le nostre attività quotidiane. Ad oggi i social network rappresentano per gli aziende e gli utenti uno dei più importanti strumenti per conoscere opinionivalutare soluzionicercare partnership e prodotti.

Questa è una delle principali ragioni per cui anche le PMI non possono più trascendere da tali strumenti – neppure se operano nel B2B.

Il ruolo degli specialisti

Molte piccole e medie imprese integrano i social network nella loro strategia di marketing, o semplicemente utilizzano i social media, in modo del tutto autonomo. Tuttavia, questa potrebbe non essere la direzione corretta specialmente nell’ottica di strategie multichannel o omnichannel).

Oltre a non avere tempo sufficiente da dedicare ai loro profili social, alcune PMI non riescono a sfruttare totalmente le potenzialità di queste piattaforme perché non sono a conoscenza di tutte le feature – e quindi le possibilità – che esse offrono (un esempio è rappresentato dall’Advertising, ossia dall’opportunità di sponsorizzare e quindi pubblicizzare alcuni contenuti), né di come utilizzarle al meglio.

Queste ragioni, oltre a una corretta ottimizzazione dei budgettarghettizzazione del pubblicomonitoraggio e reportistica, sono le prime che dovrebbero spingere anche le piccole e medie imprese ad affidarsi all’esperienza di degli specialisti. 

I vantaggi del supporto di consulenti esperti?

  • l’azienda riuscirà a comunicare al meglio senza perdere la propria identità, ma anzi raccontandosi in modo efficace e mirato
  • potrà ricevere supporto nella gestione dei commenti e di eventuali criticità nelle recensioni, così come nella risposta alle domande che gli utenti potrebbero porre
  • avrà modo di tracciare e misurare i dati in modo oggettivo per consentire all’impresa di migliorare in modo costante la propria strategia di business sulla base di dati reali
  • imparerà ad analizzare al meglio i dati ottenuti, monitorare i giusti KPI evitando le cosiddette vanity metric, (osservazione di metriche in realtà poco utili alla propria strategia)
  • stabilire obiettivi chiari, misurabili, fattibili e scadenziati nel tempo, gettando le base per raggiungere risultati reali e utili all’impresa.

Vuoi saperne di più sull’integrazione dei social nella tua strategia di marketing?

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TikTok Marketing: nuovi strumenti per il business

Vuoi sapere come sfruttare la TikTok mania che ormai ha invaso anche l’Italia?

Se stai pensando di utilizzare la piattaforma social per la tua azienda o per la tua attività di libero professionista, ma ti stai ancora chiedendo come inserire TikTok nella strategia di vendita, allora sei nel posto giusto. In questo articolo parliamo degli strumenti di TikTok per il business.

 

Perchè TikTok?

TikTok è la destinazione numero uno quando si parla di short-form video. È una piattaforma il cui scopo principale è quello di intrattenere gli utenti e al contempo stimolare la creatività.

Ecco tre parole chiave che sintetizzato il successo di TikTok:

  • Gioia: TikTok è l’unica social app i cui utenti dichiarano di usarla con lo scopo di sorridere;
  • Scoperta: i contenuti di TikTok generano miliardi di visualizzazioni ogni giorno e circa 1 utente su 2 dichiara di utilizzare l’app per intercettare nuovi trend;
  • Creatività: si stima che ogni minuto vengano creati oltre 100 milioni di TikToks. A differenza delle altre piattaforme social, la gran parte degli utenti è abitutata a creare contenuti.

Questo mix di novità e caratteristiche peculiari rendono TikTok una piattaforma da testare anche da parte delle aziende, un luogo digitale in cui oggi essere presenti. Ma vediamo nel dettaglio quali sono gli strumenti di TikTok a servizio degli obiettivi di business.

 

Il Futuro del Video Advertising

Perchè quando i marketer parlano di TikTok, tengono a precisare che non è solo un’app per balletti? La ragione è semplice: ormai i brand e i professionisti presidiando quotidianamente la piattaforma con i loro contenuti video, in quanto ottengono una visibilità organica in termini di visualizzazioni ormai difficilissima da raggiungere sugli altri social network.

TikTok del resto, è il social network che è cresciuto più velocemente negli ultimi 18 mesi. Secondo un recente report di App Annie, la nota applicazione che raccoglie i dati statistici delle piattaforma social, TikTok ha superato Youtube in USA per tempo medio di visualizzazione dei video.

Nel dettaglio l’analisi riporta che gli utenti statunitensi di TikTok guardano in media oltre 24 ore di contenuti al mese, rispetto alle 22 ore e 40 minuti trascorsi sulla piattaforma video di Google. Nel Regno Unito la differenza è ancora più netta: TikTok ha superato YouTube a maggio dello scorso anno e secondo quanto riferito, gli utenti ora guardano quasi 26 ore di contenuti al mese, rispetto a meno di 16 su YouTube.

 

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TikTok e lead generation

TikTok non garantisce solo una maggiore visibilità e una maniera inedita e originale per comunicare con il proprio target, ma offre anche alle aziende degli strumenti concreti per ottenere contatti.

La lead generation aiuta le aziende a raggiungere i clienti e promuovere la conversione in modo semplice. In pochi step è possibile infatti inserire un form di contatto integrato in TikTok, che consente di catturare le informazioni degli utenti che sono interessati a determinati prodotti e servizi.

I dati dei lead così ottenuti possono poi essere scaricati manualmente, oppure integrati nel CRM aziendale andando ad alimentare in modo automatico il database.

tiktok social media marketing digital lead generation

 

TikTok e Shoppable Ads

Dopo le anticipazioni ora è ufficiale: sono arrivate le shoppable ads su TikTok grazie alla partnership con Shopify. Una novità che promette di cambiare il panorama del social commerce.

Come funzionano le Shoppable ADS? La feature consente ai gestori di un ecommerce targato Shopify di creare contenuti interattivi su TikTok che portano gli utenti direttamente allo store online per la procedura di checkout. In pratica sarà possibile acquistare prodotti online direttamente da TikTok in una modalità facile e veloce.

Considerando che il settore dell’e-commerce è in rapida espansione e che i social media sono lo strumento di acquisto preferito dai più giovani, ci sono ottime ragioni per inserire gli annunci pubblicitari di TikTok nella strategia di vendita.

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Quali prodotti funzionano di più su TikTok?

La prima considerazione da fare per ottimizzare la promozione su TikTok è quella relativa al target. In questo momento TikTok offre le condizioni migliori per rivolgersi alla fascia di consumatori di giovani e giovanissimi, utenti, che sarebbe davvero difficile oggi raggiungere altrove.

Se gestite un ecommerce con prodotti rivolta agli utenti nati dopo il 1997, la cosiddetta Generazione Z, allora l’advertising su TikTok è davvero l’arma che può permettervi di fare la differenza.

Inoltre la user experience di TikTok è davvero unica: gli utenti trascorrono il tempo dedicato al puro intrattenimento attraverso la fruizioni di video brevi ed immersivi con musica, tagli veloci e incalzanti, effetti speciali a sorpresa, transition e lipsync (cantare o recitare in playback). Tutto questo rende la piattaforma di particolare appeal per le campagne pubblicitarie di prodotti fashion e beauty.

Infine, teniamo in considerazione il fatto che la concorrenza su TikTok è ancora molto minore rispetto alle altre piattaforme social, in quanto il social cinese si è aperto all’advertising da poco e quindi lo spazio per le inserzioni non è ancora così saturo.

 

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Salone del Mobile 2021: tutte le novità

L’emergenza sanitaria risultato del COVID-19 ha modificato tutte le nostre abitudini, e in particolar modo quelle che hanno a che vedere con gli eventi collettivi. Inevitabilmente, happening prestigiosi come il Salone del Mobile (ma non è sicuramente il solo) hanno accusato il colpo e, almeno per l’edizione 2020, sono stati annullati.

Tuttavia, a ormai oltre un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, il mondo ha cominciato ad organizzarsi secondo le regole del cosiddetto “new normal”, tarando le diverse attività – sia quotidiane che straordinarie – in funzione delle esigenze attuali. Eccoci non a caso a pochi giorni dall’inizio dell’edizione 2021 del Salone milanese, che si presenta del tutto inedita rispetto a ciò a cui eravamo abituati.

Ma in che modo?

Vediamo insieme come cambia il Salone del Mobile di Milano e quali novità ha in serbo uno degli eventi professionali dedicati al design più esclusivi al mondo.

 

Salone del Mobile 2021: un evento “ibrido”

Si terrà nella consueta cornice di Milano-Rho l’edizione 2021 del famoso Salone del Mobile, per la prima volta erogato in forma per così dire ibrida, a metà tra l’umano e il digitale.

Previsto dal 5 al 10 settembre negli spazi di Rho Fiera, il Salone presenta prima di tutto un nuovo ed esclusivo evento: il cosiddetto Supersalone. Si tratterà di un allestimento fieristico in versione decisamente più leggera rispetto al solito, e che di fatto incarnerà il nuovo format voluto dal designer e architetto Stefano Boeri (in collaborazione con un team internazionale di progettisti).

Di fatto, sarà proprio il Supersalone il punto di contatto tra reale e digitale, grazie a una proposta di opere culturali e progetti inediti che andranno ad arricchire il ben noto Fuorisalone. È anche importante ricordare che queste installazioni saranno accessibili non soltanto dagli operatori di settore, ma anche dal grande pubblico che, nonostante le ovvie difficoltà, continua a considerare Milano l’hub internazionale per il design.

Si spera che il nuovo format possa portare vantaggi all’economia della Regione Lombardia, e in questo senso il Salone rappresenta probabilmente il primo tra i più importanti eventi tenuti nell’Italia post-Coronavirus. 

In ogni caso, si punta molto sul digitale per “catturare” un numero maggiore di utenti non soltanto nazionali ma anche internazionali. La scelta è intelligente, se si considerano i limiti agli spostamenti e le restrizioni ai viaggi che interessano ancora così tanti Paesi del mondo. La tecnologia è quindi destinata a giocare un ruolo centrale, e il digital sarà il mezzo per dare vita a vetrine in real-time per tutti i brand che parteciperanno all’evento.

Ciò non significa però che l’edizione 2021 del Salone del Mobile non comprenda eventi “face to face”: sono infatti previste aree dedicate a incontri, seminari e appuntamenti espositivi, che Stefano Boeri ha concepito come agorà ecosostenibili e ariosi, professionali ma non per questo meno culturali.

Nelle sue parole: “Questo è un anno speciale, in cui dobbiamo tenere conto delle esigenze del pubblico che, dopo mesi di sofferenze, ha bisogno di uscire e ripensare gli spazi dell’abitare. Per questo è importante presentare mobili di prima qualità, nuovi e di catalogo. Poi il business sarà garantito con aree destinate agli incontri di lavoro.”

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Il Salone del Mobile è pronto al via. Si parte domenica 5 settembre. (Immagine: Iroco  https://iroco.com/salone-del-mobile-milano-2017/)

 

Il Supersalone: un evento speciale all’insegna di condivisione, design e sostenibilità ambientale

Il già citato Supersalone avrà i suoi concept da promuovere per collocarsi tra “gli eventi nell’evento” più interessanti di quest’edizione del Salone del Mobile.

Oltre alla marcata volontà di condividere e promuovere il design nella sua forma più pura, ben evidenziata dai numeri (più di 423 brand di diverse categorie merceologiche distribuiti in quattro diversi padiglioni, cinquanta designer indipendenti, 170 progetti provenienti da 40 scuole internazionali di design, venti tra le personalità più influenti del panorama creativo attuale, 110 sedute premiate dal Compasso d’Oro, sei grandi chef, cinque opere cinematografiche selezionate dal MDFF), massima attenzione è prestata al concetto dell’ecosostenibilità.

Nuovamente, lasciamo che siano i numeri a parlare: il Supersalone eviterà l’immissione in atmosfera di ben 1,2 milioni di chilogrammi di CO2 grazie al recupero degli allestimenti; prevedrà il totale recupero e riutilizzo di tutti i materiali e i componenti dell’allestimento e delle aree comuni come arene, lounge e food court; includerà pannelli in legno truciolare creati con legno riciclato al 100% e pronti per essere reimmessi circolarmente nell’economia; integrerà l’allestimento ad hoc di un “bosco” composto da circa un centinaio di alberi di Forestami che indirizzeranno i visitatori verso la porta Est, e di altri cento alberi ad alto fusto ad accompagnare il percorso nelle aree espositive e in quelle dedicate al relax.

Nota interessante: tutti gli alberi impiegati (tigli, querce, prugne da fiore e frassini) saranno, al termine dell’evento, piantati nella Città Metropolitana di Milano.

Seppur ibrido, quindi, il Salone del Mobile 2021 punta quindi davvero in alto.

supersalone architettura architetto designer supersalone milano 2021 rho fiera

Anteprima del SuperSalone: una novità di quest’anno. (immagine: https://www.wallpaper.com/design/salone-del-mobile-guide)

 

Un sito web completamente rinnovato, all’insegna dell’interazione

“Mai come nel 2020 è mancata la possibilità di avere una visione d’insieme sulla direzione dell’intero settore e questo evento consentirà di scoprire le novità e le prospettive future. Abbiamo accettato una sfida difficile con grande senso di responsabilità. È centrale il tema della sicurezza e per questo stiamo lavorando con tutte le Istituzioni del territorio e le realtà coinvolte per far sì che i nostri espositori e visitatori vivano un’esperienza in piena sicurezza a partire dal green pass. Grazie alla nuova piattaforma digitale del Salone del Mobile.Milano con un palinsesto di eventi, dirette streaming e contenuti dedicati riusciremo a coinvolgere anche quella parte della design community che non riuscirà a viaggiare a causa delle restrizioni,” spiega Maria Porro, Presidente del Salone.

Per rispondere quindi alle esigenze di interazione digitale così necessarie a rendere il Salone di quest’anno un successo internazionale, anche il sito web dell’evento si rinnova.

In questo senso, commenta il Direttore Editoriale Annalisa Rosso: “La piattaforma […] riunisce tutte le voci del nostro settore: i brand e i loro prodotti, i partner, i migliori autori internazionali – scrittori, fotografi, videomaker, illustratori – chiamati a fare il punto sui nostri temi e a indagare ambiti diversi per fornire ispirazioni inedite. A bordo insieme a loro è chiamato tutto il variegato mondo del design business: i buyer, gli architetti e i designer, la stampa specializzata, gli appassionati e gli addetti ai lavori. Una comunità dinamica, che si confronta e interagisce. Per questo la chiave di lettura di questo progetto digitale è la sua interattivitàbreak out room, live chat, virtual showroom per attivare uno scambio proficuo e immediato, in sostegno e potenziamento di quello che accade fisicamente in fiera.”

E, correttamente, definisce questo nuovo capitolo dell’happening milanese una “new reality”, che per ora altro non è che uno sforzo necessario ad affrontare la situazione pandemica, ma che nel futuro diventerà probabilmente una prassi.

Pronti a cominciare?

Marketing per bar e ristoranti: WhatsApp Business

L’ultimo anno e mezzo ci ha davvero insegnato molte cose, sia come cittadini che come aziende – e la prima è che la disponibilità di servizi digitali rappresenta uno strumento ormai irrinunciabile sia per il consumatore che per le imprese.

In un contesto che continua inarrestabile a cambiare e ad adattarsi a un’emergenza sanitaria che ancora non svanisce del tutto, bar e ristoranti in particolare necessitano di soluzioni sempre più evolute per mantenersi in vetta al gradimento degli utenti.

In questo senso, una strategia di marketing digitale che include al proprio interno un tool come WhatsApp Business potrebbe rivelarsi davvero efficace.

 

Cos’è WhatsApp Business?

Creata nel 2018, WhatsApp Business è un’applicazione gratuitamente scaricabile e che è stata appositamente progettata per i titolari di micro e piccole imprese. Permette infatti di garantire una maggiore visibilità ai prodotti e ai servizi dell’attività, ma anche di migliorare la relazione tra brand e cliente grazie all’interazione e al contatto diretto, e alla possibilità di rispondere in real time a eventuali domande nel corso dell’intera esperienza d’acquisto.

Dal punto di vista dell’interfaccia, WhatsApp e WhatsApp Business sono praticamente identiche, ad eccezione del logo e di una serie di funzionalità extra studiate ad hoc, finalizzate a migliorare e incrementare il già citato engagement.

Con WhatsApp Business è quindi possibile:

  • Creare e personalizzare il profilo dell’attività
  • Realizzare e personalizzare messaggi di benvenuto
  • Avvertire di eventuali assenze, chiusure o aperture fuori orario
  • Customizzare messaggi e comunicazioni
  • Creare risposte rapide precompilate e automatiche
  • Ottenere badge di conferma e verifica
  • Analizzare le statistiche dei messaggi
  • Catalogare i contatti e le chat con particolari etichette
  • Realizzare e condividere menu
  • Creare gruppi a cui aggiungere i clienti e inviare link di invito
  • Realizzare liste broadcast, che permettono di spedire messaggi a diversi contatti contemporaneamente (si tratta quindi di liste di destinatari già predisposte, senza necessità di dover selezionare i clienti uno ad uno ogni volta), i quali riceveranno la comunicazione come se si trattasse di una chat diretta.

VANTAGGI WHATSAPP BUSINESS COME USARLO RISTORANTI MENU BUSINESS

In pratica, quindi, WhatsApp Business è uno strumento molto utile per i bar e i ristoranti, che oggi si trovano nella posizione di vincere tre sfide:

  • la prima è quella di differenziare la propria attività, rendendola unica e riconoscibile attraverso una comunicazione puntuale, efficiente e funzionale;
  • la seconda è mantenere la clientela acquisita e ampliarla in modo costante, migliorando le recensioni online all’attività e fidelizzando i propri utenti;
  • la terza è infine strettamente legata al particolare momento storico che stiamo attraversando, e si riflette nella necessità di offrire servizi di food delivery di massima eccellenza, possibilmente in modo diretto e senza passare da fornitori terzi (le ormai celebri agenzie di delivery di terze parti).

Perché questi ultimi andrebbero evitati?

È una domanda a cui vale la pena rispondere: prima di tutto, i fornitori terzi hanno spesso elevatissimi costi di gestione; inoltre, non permettono un monitoraggio completo da parte del management di bar e ristoranti, che rischiano così di ottenere spiacevoli recensioni negative a seguito di ritardi o comportamenti inadeguati da parte del fornitore.

Ecco quindi che, in questo complesso panorama, diventa indispensabile coordinare la ricezione degli ordini internamente e in modo impeccabile, così come gestire la prenotazione e la consegna diretta dei prodotti ai clienti.

BAR RISTORANTI FOOD BEVERAGE BUSINESS SFIDE OBIETTIVI CRESCITA MARKETING

In che modo WhatsApp Business migliora il Marketing di bar e ristoranti

Siamo quindi arrivati al nodo della questione: in che modo bar e ristoranti possono affidarsi a WhatsApp Business per migliorare sia la loro strategia di marketing che l’esperienza d’acquisto dei loro clienti?

WhatsApp Business è uno strumento semplicissimo da utilizzare, molto intuitivo e che sfrutta un’app universalmente conosciuta. Permette una comunicazione immediata e risponde ai sempre più pressanti requisiti di individuare soluzioni mobile per ingaggiare l’utenza. Inoltre, offre il vantaggio di essere informale, e quindi di umanizzare l’attività, dando vita a un canale diretto e personale (un numero di telefono cellulare) decisamente meno freddo della classica e-mail o form di contatto sul sito web.

Va poi specificato che WhatsApp è oggi uno tra i principali – nonché il più diffuso – canale di messaggistica per smartphone diffuso in Italia. Nel mondo, è scelto da più di due miliardi di utenti e sono circa 1,6 miliardi quelli che lo utilizzano ogni mese. Queste caratteristiche, oltre al fatto di essere presente in più di 180 Paesi del mondo e disponibile in oltre sessanta lingue, lo hanno già trasformato in uno dei canali prediletti per oltre cinque milioni di aziende.

Se si tiene presente che ogni utente spende, in media, ben 38 minuti al giorno su quest’app di messaggistica immediata, è facile comprendere come WhatsApp Business possa costituire una nicchia interessante anche per bar e ristoranti, che fanno della tempestività e proattività i loro valori chiave!

Riassumendo, quindi, attività come bar, pub, ristoranti, pizzerie, osterie, gastronomie e via discorrendo dovrebbero scegliere di includere WhatsApp Business nel loro piano di marketing perché:

  • Praticamente tutti i loro clienti usano WhatsApp e non dovranno quindi scaricare alcuna app specifica per poter interagire con l’attività.
  • I consumatori sanno già utilizzarlo, e le comunicazioni saranno quindi immediate, intuitive e veloci.
  • WhatsApp ha già ottenuto la fiducia degli utenti, e offre buone garanzie anche in tema di privacy.

Ricorda tuttavia che, con WhatsApp Business, gli utenti saranno i soli a poterti contattare per primi. L’unico modo in cui la tua attività potrà iniziare una conversazione con un cliente è legato al fatto di essere un contatto salvato nella loro rubrica.

In conclusione, WhatsApp Business è specialmente utile per rendere più fluida e controllata la tua attività di ristorazione e per migliorare il rapporto con il cliente, dal momento che permette comunicazioni semplici e personalizzate, la ricezione di ordini e prenotazioni (e dunque anche una migliore gestione del servizio di food delivery), l’invio di promozioni, inviti a eventi o nuovi menu e la personalizzazione dei messaggi a gruppi prestabiliti.

Il tutto, a costo zero.

Vuoi integrare WhatsApp Business all’interno di una strategia di marketing digitale calibrata e coordinata? Ti aspettiamo in NAXA per parlarne!

Come creare un blog di successo

Rispetto al passato e all’era “primordiale” della rete, in cui i blog altro non erano che diari digitali di singoli individui, questo importante strumento di storytelling si è nel corso del tempo trasformato in uno dei mezzi più efficaci da includere nelle strategie di Digital Marketing delle imprese.

Ad oggi, internet è letteralmente popolata di blog aziendali, a prescindere dal settore professionale di riferimento e persino dalla dimensione dell’organizzazione.

In effetti, questi due fattori hanno un’influenza quasi tangenziale al successo di un blog, e non a caso esistono PMI con blog gettonatissimi e capaci di fare concorrenza ai giganti del mercato.

Ma come ci riescono? In sintesi, creando la giusta commistione tra talento, passione e strategia.

I blog nel 2021: qualche statistica interessante

Come specialisti del marketing, le statistiche ci piacciono sempre molto e riteniamo che siano anche molto utili per fornire un background interessante in merito a qualunque tematica.

Facendo qualche ricerca sui blog scopriamo che, attualmente, sulla rete ve ne sono circa 600 milioni – e che si tratta di una stima per difetto. Ogni giorno vengono pubblicati inoltre milioni di post blog in tutto il mondo, e il lato positivo è che, secondo Statista, circa il 70%-80% degli utenti digitali non solo li legge regolarmente, ma addirittura trascorre più tempo sui blog che sulle e-mail: un dato più che consolante per chiunque decida di investire su questo strumento!

Altrettanto degno di nota è il fatto che la maggior parte degli internauti considera i blog come uno strumento affidabile nel quale reperire informazioni, ossia degno della loro fiducia. Non a caso, il 94% dei lettori di blog ne condivide i contenuti sulla rete (per esempio sui social network) perché ritiene che potranno essere utili ad altri utenti.

Dal punto di vista più tecnico, sappiamo che WordPress è in assoluto la piattaforma più utilizzata per bloggare, tanto da essere scelta dal 64.8% degli utenti (WP alimenta anche, da solo, ben il 40% dei siti del mondo!).

Hubspot ci conferma inoltre che i marketer sono molto consapevoli dell’importanza di includere il blog nelle loro strategie digitali, tanto che il 53% di loro li classifica tra le priorità irrinunciabili.

Ci troviamo d’accordo con questo punto di vista non soltanto in termini di qualità dei contenuti che tali strumenti possono garantire, ma anche perché influenzano positivamente la SEO del sito web: Client Tech ci ribadisce in questo senso che i siti che ospitano un blog tendono ad avere ben il 434% in più di pagine indicizzate organicamente sui motori di ricerca.

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Aprire un blog nel 2021: come farlo al meglio

Ora che ti abbiamo fornito una panoramica di numeri per inquadrare lo “strumento blog” nella visione degli utenti e dei marketer, vediamo insieme non solo come aprire un blog ma anche perché farlo.

Tra le motivazioni che dovrebbero spingerti a sfruttare questo canale, oltre a quelle deducibili tra le statistiche, figurano anche:

  • La possibilità di costruire e migliorare la tua presenza online
  • La diffusione di skill e know-how al tuo target di riferimento nel tuo specifico settore operativo, così da aumentare la percezione del valore della tua impresa
  • L’inclusione del blog in una strategia di marketing multicanale oppure omnicanale
  • Il miglioramento della SEO del tuo sito web
  • L’ampliamento del tuo pubblico
  • L’opportunità di utilizzare il blog per applicare strumenti evoluti di marketing digitale, come ad esempio l’Inbound Marketing

Tutte queste motivazioni, sia prese singolarmente che nella loro totalità, sono più che degne di nota e non fanno che confermare la reale utilità di tale strumento in un contesto di comunicazione molto ampio e trasversale.

Ma come procedere?

Sicuramente, potrai trovare interessanti i nostri approfondimenti in merito a come realizzare un piano editoriale blog-oriented oppure a come sfruttare il tuo blog aziendale per generare lead di qualità da convertire in clienti.

Per quanto riguarda le regole da cui partire per creare un blog di successo, ecco invece i nostri consigli.

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Definisci la tua nicchia

Sconsigliamo sempre blog troppo generalisti per le aziende. Non si tratta infatti di un diario privato, ma di uno strumento digitale pubblico di cui clienti, fornitori, partner e lead potranno fruire in ogni momento: ecco perché dovrebbe essere sempre tematizzato.

Attenzione, però: definire la nicchia di un blog corporate non significa parlare soltanto dei propri prodotti o servizi, quanto piuttosto stabilire una strategia ad ampio raggio che includa, in modo chiaro, i temi e gli argomenti che possono essere legati alla tua impresa e agli interessi di chi ti legge.

Per esempio: nel caso in cui la tua azienda produca serramenti, avrà senso parlare degli infissi in legno o in altri materiali, ma anche dell’importanza dell’isolamento termoacusticodell’efficientamento energetico degli ambienti indoor, dell’aspetto ecosostenibile dei materiali impiegati nel tuo settore e via discorrendo.

Un blog davvero interessante non è mai esclusivamente scritto per convertire l’utente in un cliente, ma prima e più di tutto per fornire informazioni utili, interessanti e tematiche.

 

Punta sulla qualità prima ancora che sulla quantità

È chiaro che pubblicare un post blog all’anno ha ben poco senso, ma è altrettanto vero che è sempre meglio favorire la qualità rispetto alla quantità.

Scegli con cura cosa vuoi comunicare e fallo al meglio, possibilmente con l’aiuto di Content Manager e Copywriter professionisti, che sapranno rendere i tuoi contenuti sia accattivanti da leggere che orientati al migliore posizionamento sui motori di ricerca (SEO).

Ricorda che realizzare contenuti per un blog aziendale non è un’operazione semplice né rapida! Ecco nuovamente venirci in aiuto le nostre preziose statistiche: nel 2020 i blogger hanno impiegato una media di 3,3 ore per realizzare un singolo contenuto digitale.

E ancora: un content creator professionista ti dirà che soltanto in una minoranza dei casi (20% circa) sono sufficienti circa due ore per scrivere un buon blog post.

Questi numeri servono a comprendere un paradigma fondamentale: maggiore è il tempo e l’impegno riversato in un contenuto, migliore sarà la sua redemption potenziale. Di nuovo, quindi, qualità supera la quantità, specialmente per quanto riguarda la stesura degli articoli cornerstone (ossia i contenuti considerati fondamentali per il tuo blog: sono chiamati anche Pillar Content).

 

Sfrutta il tuo blog in sinergia con i canali social aziendali e nella tua strategia di marketing

Che senso ha scrivere un blog post se nessuno lo legge? A meno che il tuo sito web sia già ottimamente posizionato sui motori o sottoscritto da una quantità di utenti tale che ogni nuovo contenuto pubblicato genererà traffico automatico, la cosa migliore da fare per ottenere successo con un blog è farlo ragionare in sinergia con i tuoi canali social.

Non ti limitare alle condivisioni automatiche, ma struttura un cappello introduttivo diverso per ogni piattaforma social, tenendo conto delle differenze tra i vari target e delle specificità di linguaggio, oltre che delle buone regole per favorire la diffusione di contenuti (ad esempio l’utilizzo degli hashtag!).

 

In conclusione: quando scrivi il tuo blog, non perdere mai di vista il quadro generale

Più in generale, ricorda che per lavorare al meglio il blog deve fare parte di una più ampia strategia di marketing digitale, e che quindi dovrà operare in sinergia con altri strumenti: non solo la già citata SEO, ma anche l’e-mail marketing (che ti permetterà di inviare i nuovi contenuti pubblicati attraverso le tue newsletter), i video (linkando gli approfondimenti scritti nei contenuti multimediali presenti ad esempio sul tuo canale YouTube), l’inbound marketing (con la creazione di contenuti premium o freemium, che incrementano sensibilmente la percezione del tuo valore e ampliano la tua platea) e via discorrendo.

Tutte queste azioni, calibrate con cura e sommate ad altri processi virtuosi – dalla scelta del layout all’inclusione di contenuti multimediali negli articoli; dalla frequenza del piano editoriale alla regolarità delle pubblicazioni; per arrivare infine alla performance della piattaforma su cui il blog è ospitato – ti permetteranno di ottenere straordinari risultati da questo prezioso strumento di comunicazione.

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Come sono cambiati i consumi nel settore dell’arredamento

Che l’ultimo anno e mezzo abbia totalmente rivoluzionato il nostro lavoro, la nostra vita, i nostri spostamenti e i nostri rapporti sociali è ormai evidente. Tuttavia, è importante tenere presente che anche le abitudini d’acquisto dei consumatori sono, per forza di cose, cambiate.

Il settore dell’arredamento, per sua natura fatto di contatto diretto e di momenti di pura esperienza sensoriale all’interno di showroom e punti vendita, è uno di quelli che più hanno dovuto fare i conti con il cosiddetto “new normal”.

In che modo sono cambiati i consumi per questa particolare industria, per la quale anche noi abbiamo negli anni realizzato innumerevoli progetti?

Come cambia l’industria dell’arredamento dopo il COVID-19

Soltanto in Italia, il settore dell’interior design rappresenta da solo ben il 5% del PIL con un totale di 29mila aziende su tutto il territorio nazionale. Made in Italy, nell’arredamento, è anche sinonimo di qualità, artigianalità, tradizione ed eccellenza in tutto il mondo.

In termini più ampi e generali, scopriamo che l’American Institute of Architects ha evidenziato nell’ultimo anno un aumento delle richieste per la realizzazione di home office (lo sottolinea il 68% delle 425 aziende intervistate), una maggiore ricerca dell’ecosostenibilità, della luminosità e del contatto con l’esterno attraverso solarium, portici, balconi, verande e mobili outdoor (33%), e anche un’impennata di progetti personalizzati per le cosiddette “zone filtro”, ambienti della casa studiati per ospitare oggetti come scarpe e cappotti, ossia elementi che hanno avuto contatti con l’esterno potenzialmente contaminato. Non stiamo presentando che pochi dati, ma che già fanno capire l’importanza di questa particolare industria (di cui l’Italia è sempre stata uno dei traini principali) sul mercato di scala mondiale.

E ancora, secondo il recente report “The future of Home 2030” le tendenze da tenere d’occhio nell’arredamento, almeno per il prossimo decennio, graviteranno tutte attorno al concetto di casa-isola: la casa diventerà sempre di più un luogo multifunzione in cui rilassarsi, praticare sport, leggere e fruire di infotainment, ma anche lavorare. Sempre più richiesti saranno gli arredi in materiali antibatterici come rame, sughero, vetro, ma anche accessori quali i purificatori d’aria e i sistemi di filtrazione flessibili. E poi largo ai sistemi di partizione degli spazi interni per creare case flessibili che mettono al centro il multitasking, e ambienti esperienziali fatti di gaming e digital décor, illuminazione interattiva, soluzioni d’arredo studiate per la domotica, la connessioni ad alta velocità e per accogliere elementi di decorazione immersiva. Spazi fatti di tanta tecnologia da un lato e di materiali naturali ed esperienze materiche dall’altro.

Un indoor, quindi, che dà quasi la sensazione di essere un outdoor o quantomeno in comunicazione con esso, e che sarà sempre più connesso al resto del mondo.

I trend dell'arredamento nel settore mobile

In un interessante approfondimento della scorsa primavera, Randstad ci indica d’altro canto che il soltanto 4,5% delle aziende italiane specializzate in interior design opera online, e che tale approccio ha saputo fare la differenza nel 2020, quando gli acquisti in rete di questa tipologia di prodotti sono aumentati del 30%. Non male, se si considera che, secondo InterniMagazine, nel primo semestre del 2020 si era registrata una flessione delle vendite sul mercato interno pari a -25%!

È questa la conferma di ciò che era già facile intuire, ossia che persino un’industria che si è “fatta grande” attraverso i propri punti di contatto fisici deve ora necessariamente rivolgersi (anche) alle piattaforme digitali per restituire ai possibili acquirenti un’esperienza d’acquisto quanto più possibile a quella che vivrebbero durante una visita allo store.

E se, soprattutto all’inizio della pandemia, l’idea di una Trasformazione Digitale per il settore dell’arredamento poteva fare un po’ paura, nel corso dei mesi si è rivelata la direzione vincente tanto da aver aperto inedite e inaspettate opportunità di guadagno e nuove (e virtuose) possibilità di relazione con i clienti e i lead. Emergono quindi nuove figure digitali oltre ai ben noti ruoli manageriali di Direttore Commerciale, Export Manager, International Manager e Direttore Marketing: si tratta degli E-commerce Manager, deputati alla gestione delle piattaforme online e alla coordinazione del team digitale; dei Digital Marketing Manager che si occupano della strategia online; e di figure di nicchia altamente tecniche come i Web Designer, i SEO/SEM Specialist, i Social Media Manager, i Content Manager, i Digital Insight Analyst.

Tutte queste figure, in rigorosa sinergia, possono ora offrire risposte efficaci al cambiamento dei consumi nell’industria dell’arredamento. 

Cosa è cambiato nel mercato dell'arredamento dopo il covid

 

Cos’è un processo di vendita e come può essere implementato con il digitale

Per capire la profonda rivoluzione che ha interessato il processo d’acquisto dei clienti, è necessario prima di tutto comprendere cosa si intenda per “processo di vendita”.

Definiamo in questo modo tutto l’insieme di attività e strategie – da quelle più importanti, come la consulenza o la proposta commerciale vera e propria, fino a quelle per così dire “di corollario” come il supporto tecnico e stilistico – finalizzate a vendere un determinato prodotto secondo una serie di step ben precisi.

Di fatto, il processo di vendita segue e favorisce la decisione d’acquisto del cliente in modo sempre più multicanale, anche nel settore dell’arredamento: rispetto a qualche anno fa, il consumatore utilizza oggi la rete per tutte le fasi preliminari all’acquisto vero e proprio, cercando recensioni e opinioni su un determinato prodotto, leggendo approfondimenti, osservando foto e video, confrontando prezzi.

Per rispondere adeguatamente a queste nuove esigenze, l’azienda deve essere quindi pronta a sfruttare tutto il potenziale di una strategia multicanale che, dall’inizio del 2020, significa essenzialmente utilizzare i tantissimi strumenti messi a disposizione dalle piattaforme digitali.

Se, prima dell’emergenza sanitaria, molto del lavoro era svolto all’interno del punto vendita, le limitazioni che hanno interessato gli ultimi diciotto mesi hanno costretto le imprese a rivolgersi alle nuove tecnologie (in alcuni casi) o a investire budget sempre maggiori nell’implementazione di nuove campagne di marketing online.

In questo senso, strategie di inbound marketing ben studiate, in cui diversi media operano contemporaneamente o sequenzialmente su più piattaforme, si sono spesso rivelate il quid differenziante: dall’utilizzo dei Social Media all’implementazione di canali E-commerce, dai Google Ads fino ai contenuti e ai servizi premium erogati sui siti web aziendali; per arrivare infine allo sfruttamento di videochiamate e luoghi di meeting digitali (un esempio è il nostro nuovo Digital Plaza) è stato possibile quantomeno smorzare in parte l’effetto dirompente di chiusure e lockdown che hanno colpito trasversalmente quasi ogni settore.

Si tratta di una tendenza, quella dell’acquisto di arredamento online, ormai ben consolidata e non destinata a scomparire nel prossimo futuro: non a caso, Hubspot segnala che ben l’81% degli utenti effettua normalmente ricerche in rete prima di acquistare un prodotto di qualunque tipo – mobili inclusi. E se un tempo era soltanto la convenienza dei prodotti online a far propendere per il loro acquisto via internet – ma spesso soltanto dopo aver rigorosamente testato la qualità dell’elemento d’arredo in negozio – oggi non è sempre possibile recarsi nello store fisico.

Le piattaforme di E-commerce si trasformano quindi in vetrine sempre più evolute, sempre più interattive, sempre più efficienti.

Il settore dell’arredamento domani: la dimensione digitale sarà potenziata

Potenziare la dimensione digitale è quindi un imperativo che non può più essere trasceso neppure per il settore dell’arredamento, e che secondo le tendenze attuali dovrebbe muoversi secondo quattro direttive principali:

  1. Sviluppo di una strategia di Social Media Management differenziata a seconda delle piattaforme o del Paese target, da studiarsi sul medio-lungo periodo.
  2. Sviluppo di una strategia di E-mail Marketing per offrire all’utenza contenuti di valore, di imprinting editoriale, e meno sales-oriented.
  3. Implementazione, gestione e aggiornamento costante delle piattaforme e-commerce, siano esse su domini proprietari o su grossi player di settore (come Amazon).
  4. Esperienze digitali immersive per presentare collezioni e prodotti in modo nuovo e appetibile da remoto.

A questi quattro fondamentali step andranno poi ovviamente aggiunte tutte le operazioni accessorie per un progetto di marketing digitale di reale successo per il settore dell’arredamento.

Da un lato, per quanto riguarda la relazione tra azienda e cliente avremo l’implementazione del customer care con personale umano e live chat o chatbot (gli assistenti virtuali che automatizzano la conversazione e accompagnano il visitatore verso l’acquisto elettronico); l’ottimizzazione delle consegne (modi e tempi migliorati); nuove possibilità di customizzazione del prodotto anche da remoto.

Dall’altro, per quanto riguarda invece la gestione aziendale interna, sempre più spazio dovrà invece essere destinato allo smarketing; all’allineamento delle operazioni e dei flussi con l’ausilio di strumenti come CRM e la Marketing Automation; al coordinamento impeccabile non solo di tutto il flusso produttivo, ma anche delle azioni tra canali online e in-store.

Hai già pensato a come implementare una strategia efficace che sappia unire i vantaggi delle piattaforme digitali a quelli delle presenze in negozio, per il tuo showroom di arredamento?

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