Come sono cambiati i consumi nel settore dell’arredamento
Che l’ultimo anno e mezzo abbia totalmente rivoluzionato il nostro lavoro, la nostra vita, i nostri spostamenti e i nostri rapporti sociali è ormai evidente. Tuttavia, è importante tenere presente che anche le abitudini d’acquisto dei consumatori sono, per forza di cose, cambiate. Il settore dell’arredamento, per sua natura fatto di contatto diretto e di momenti di pura esperienza sensoriale all’interno di showroom e punti vendita, è uno di quelli che più hanno dovuto fare i conti con il cosiddetto “new normal”. In che modo sono cambiati i consumi per questa particolare industria, per la quale anche noi abbiamo negli anni realizzato innumerevoli progetti?
Come cambia l’industria dell’arredamento dopo il COVID-19
Soltanto in Italia, il settore dell’interior design rappresenta da solo ben il 5% del PIL con un totale di 29mila aziende su tutto il territorio nazionale. Made in Italy, nell’arredamento, è anche sinonimo di qualità, artigianalità, tradizione ed eccellenza in tutto il mondo. In termini più ampi e generali, scopriamo che l’American Institute of Architects ha evidenziato nell’ultimo anno un aumento delle richieste per la realizzazione di home office (lo sottolinea il 68% delle 425 aziende intervistate), una maggiore ricerca dell’ecosostenibilità, della luminosità e del contatto con l’esterno attraverso solarium, portici, balconi, verande e mobili outdoor (33%), e anche un’impennata di progetti personalizzati per le cosiddette “zone filtro”, ambienti della casa studiati per ospitare oggetti come scarpe e cappotti, ossia elementi che hanno avuto contatti con l’esterno potenzialmente contaminato. Non stiamo presentando che pochi dati, ma che già fanno capire l’importanza di questa particolare industria (di cui l’Italia è sempre stata uno dei traini principali) sul mercato di scala mondiale. E ancora, secondo il recente report “The future of Home 2030” le tendenze da tenere d’occhio nell’arredamento, almeno per il prossimo decennio, graviteranno tutte attorno al concetto di casa-isola: la casa diventerà sempre di più un luogo multifunzione in cui rilassarsi, praticare sport, leggere e fruire di infotainment, ma anche lavorare. Sempre più richiesti saranno gli arredi in materiali antibatterici come rame, sughero, vetro, ma anche accessori quali i purificatori d’aria e i sistemi di filtrazione flessibili. E poi largo ai sistemi di partizione degli spazi interni per creare case flessibili che mettono al centro il multitasking, e ambienti esperienziali fatti di gaming e digital décor, illuminazione interattiva, soluzioni d’arredo studiate per la domotica, la connessioni ad alta velocità e per accogliere elementi di decorazione immersiva. Spazi fatti di tanta tecnologia da un lato e di materiali naturali ed esperienze materiche dall’altro. Un indoor, quindi, che dà quasi la sensazione di essere un outdoor o quantomeno in comunicazione con esso, e che sarà sempre più connesso al resto del mondo.Cos’è un processo di vendita e come può essere implementato con il digitale
Per capire la profonda rivoluzione che ha interessato il processo d’acquisto dei clienti, è necessario prima di tutto comprendere cosa si intenda per “processo di vendita”. Definiamo in questo modo tutto l’insieme di attività e strategie – da quelle più importanti, come la consulenza o la proposta commerciale vera e propria, fino a quelle per così dire “di corollario” come il supporto tecnico e stilistico – finalizzate a vendere un determinato prodotto secondo una serie di step ben precisi. Di fatto, il processo di vendita segue e favorisce la decisione d’acquisto del cliente in modo sempre più multicanale, anche nel settore dell’arredamento: rispetto a qualche anno fa, il consumatore utilizza oggi la rete per tutte le fasi preliminari all’acquisto vero e proprio, cercando recensioni e opinioni su un determinato prodotto, leggendo approfondimenti, osservando foto e video, confrontando prezzi. Per rispondere adeguatamente a queste nuove esigenze, l’azienda deve essere quindi pronta a sfruttare tutto il potenziale di una strategia multicanale che, dall’inizio del 2020, significa essenzialmente utilizzare i tantissimi strumenti messi a disposizione dalle piattaforme digitali. Se, prima dell’emergenza sanitaria, molto del lavoro era svolto all’interno del punto vendita, le limitazioni che hanno interessato gli ultimi diciotto mesi hanno costretto le imprese a rivolgersi alle nuove tecnologie (in alcuni casi) o a investire budget sempre maggiori nell’implementazione di nuove campagne di marketing online. In questo senso, strategie di inbound marketing ben studiate, in cui diversi media operano contemporaneamente o sequenzialmente su più piattaforme, si sono spesso rivelate il quid differenziante: dall’utilizzo dei Social Media all’implementazione di canali E-commerce, dai Google Ads fino ai contenuti e ai servizi premium erogati sui siti web aziendali; per arrivare infine allo sfruttamento di videochiamate e luoghi di meeting digitali (un esempio è il nostro nuovo Digital Plaza) è stato possibile quantomeno smorzare in parte l’effetto dirompente di chiusure e lockdown che hanno colpito trasversalmente quasi ogni settore. Si tratta di una tendenza, quella dell’acquisto di arredamento online, ormai ben consolidata e non destinata a scomparire nel prossimo futuro: non a caso, Hubspot segnala che ben l’81% degli utenti effettua normalmente ricerche in rete prima di acquistare un prodotto di qualunque tipo – mobili inclusi. E se un tempo era soltanto la convenienza dei prodotti online a far propendere per il loro acquisto via internet – ma spesso soltanto dopo aver rigorosamente testato la qualità dell’elemento d’arredo in negozio – oggi non è sempre possibile recarsi nello store fisico. Le piattaforme di E-commerce si trasformano quindi in vetrine sempre più evolute, sempre più interattive, sempre più efficienti.Il settore dell’arredamento domani: la dimensione digitale sarà potenziata
Potenziare la dimensione digitale è quindi un imperativo che non può più essere trasceso neppure per il settore dell’arredamento, e che secondo le tendenze attuali dovrebbe muoversi secondo quattro direttive principali:- Sviluppo di una strategia di Social Media Management differenziata a seconda delle piattaforme o del Paese target, da studiarsi sul medio-lungo periodo.
- Sviluppo di una strategia di E-mail Marketing per offrire all’utenza contenuti di valore, di imprinting editoriale, e meno sales-oriented.
- Implementazione, gestione e aggiornamento costante delle piattaforme e-commerce, siano esse su domini proprietari o su grossi player di settore (come Amazon).
- Esperienze digitali immersive per presentare collezioni e prodotti in modo nuovo e appetibile da remoto.