SEO, AEO, GEO: differenze e strategie per farsi trovare (e citare) nel 2025
Ne abbiamo già parlato in più occasioni: negli ultimi anni, il modo in cui le persone cercano informazioni online è cambiato radicalmente. Non ci limitiamo più a digitare qualche parola su Google e scorrere i risultati: ci aspettiamo risposte immediate, sintetiche e possibilmente già pronte. Soprattutto, non ci importa che arrivino da un motore di ricerca, un assistente vocale o un’interfaccia AI.
È un cambio di paradigma che impatta profondamente le strategie digitali delle aziende, specie quelle vogliono essere visibili online senza sprecare tempo e risorse. Per farsi trovare (e scegliere) serve oggi un approccio integrato, che consideri le tre dimensioni complementari della visibilità digitale:
- SEO (Search Engine Optimization): per posizionarsi nei motori tradizionali, come Google o Bing, e in quelli emergenti.
- AEO (Answer Engine Optimization): per essere selezionati come risposta diretta in snippet, box informativi e query vocali.
- GEO (Generative Engine Optimization): per essere citati, sintetizzati e valorizzati dalle nuove AI generative, come ChatGPT, Copilot o Perplexity.
SEO: il punto di partenza per ogni strategia digitale
Cos’è la SEO e come funziona oggi
SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ovvero l’insieme di tecniche finalizzate migliorare il posizionamento di un sito web nei risultati organici dei motori di ricerca. Il suo obiettivo è semplice ma strategico: farsi trovare dalle persone giuste nel momento in cui cercano qualcosa di specifico. Per una PMI, significa apparire tra i primi risultati quando un potenziale cliente digita una query rilevante. I fattori che determinano il posizionamento organico sono numerosi, ma i principali possono essere riassunti in quattro aree:- Parole chiave: selezionare e utilizzare keyword pertinenti, coerenti con l’intento di ricerca dell’utente.
- Link building: ottenere link in entrata da siti autorevoli, che rafforzano la credibilità del proprio dominio.
- Struttura tecnica del sito: navigazione chiara, tempi di caricamento rapidi, sito responsive e ben organizzato.
- User Experience (UX): offrire contenuti utili, leggibili e semplici da consultare, sia da desktop che da mobile.
Cosa è cambiato nella SEO con l’AI
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha modificato profondamente il funzionamento dei motori di ricerca. Algoritmi sempre più sofisticati come RankBrain, BERT o MUM comprendono il significato delle query, l’intenzione dell’utente e il contesto in cui la ricerca avviene. Ciò significa che la SEO non può più basarsi su elenchi di keyword o contenuti generici. Oggi, per posizionarsi bene è necessario:- Lavorare sull’ottimizzazione semantica: non solo cosa si dice, ma come lo si dice, ossia con un linguaggio naturale e pertinente.
- Usare long-tail keyword, cioè frasi più articolate e specifiche che riflettono le reali domande degli utenti.
- Scrivere contenuti di valore, ben strutturati, che rispondano in modo chiaro a bisogni concreti.
AEO: essere la risposta, non solo un risultato
Cos’è l’Answer Engine Optimization
L’AEO (Answer Engine Optimization) segna un’evoluzione della SEO per un nuovo tipo di motore: quello che fornisce risposte, non solo elenchi di link. Parliamo di snippet in evidenza su Google, box informativi, risposte vocali degli assistenti digitali o sintesi generate da motori come Perplexity o Bing Copilot. In tutti questi casi, l’obiettivo non è attirare clic ma essere scelti direttamente come risposta alla domanda dell’utente. Per riuscirci, i contenuti devono rispettare requisiti molto precisi:- Chiarezza: risposte brevi, comprensibili, prive di ambiguità.
- Struttura efficace: paragrafi ordinati, titoli espliciti, uso corretto di H2/H3.
- Autorevolezza: contenuti supportati da fonti affidabili, firmati da esperti, aggiornati.
- E-E-A-T: Google e altri motori premiano i contenuti che dimostrano Esperienza, Expertise, Autorevolezza e Affidabilità.
Quali contenuti funzionano meglio in ottica AEO
Per essere selezionati come risposta diretta, serve un formato che l’intelligenza artificiale possa leggere e comprendere facilmente. Ecco cosa funziona meglio:- Q&A: inserire domande esplicite seguite da risposte sintetiche e dirette.
- Titoli interrogativi: usare H2/H3 formulati come domande aiuta i motori a capire il focus del paragrafo.
- Paragrafi TL;DR: brevi riassunti iniziali (Too Long; Didn’t Read) aiutano l’utente… e l’AI.
- FAQ con markup strutturato: utilizzare il formato JSON-LD per le FAQ migliora l’indicizzazione nei risultati avanzati e nei box risposta.
- Linguaggio naturale e tono diretto: scrivere come si parla (senza banalizzare) migliora l’efficacia comunicativa anche per l’AI.
SEO e AEO: concorrenti o alleati?
La SEO tradizionale punta a portare traffico al sito, scalando la SERP. L’AEO punta invece a offrire una risposta immediata, spesso visibile prima ancora che l’utente clicchi. Sono strategie diverse? Sì, ma non in conflitto. SEO e AEO lavorano insieme per aumentare la visibilità complessiva. La prima intercetta chi cerca di approfondire. La seconda cattura chi vuole una risposta rapida. Integrarle significa:- Presidiare più punti della customer journey.
- Aumentare la probabilità di essere individuati da chi cerca soluzioni specifiche.
- Migliorare la percezione di autorevolezza del brand.
GEO: l’ottimizzazione per i motori generativi
Cos’è la Generative Engine Optimization
La Generative Engine Optimization - o GEO - è la nuova frontiera dell’ottimizzazione dei contenuti digitali. A differenza della SEO tradizionale (che punta a scalare la SERP) e dell’AEO (che mira a diventare una risposta diretta), la GEO si concentra su un obiettivo specifico: essere citati dalle intelligenze artificiali generative, come ChatGPT, Copilot, Claude o Perplexity. In questo nuovo scenario, non conta solo apparire nei risultati di ricerca ma diventare una fonte riconosciuta, attendibile e facilmente sintetizzabile dai modelli AI. I contenuti ottimizzati in ottica GEO vengono infatti letti, interpretati, rielaborati e incorporati nelle risposte generate dall’intelligenza artificiale, spesso senza che l’utente finale visiti il sito originale. L’obiettivo della GEO è duplice:- Essere selezionati come fonte di informazione affidabile dai motori generativi.
- Farsi citare con accuratezza all’interno delle risposte AI, guadagnando visibilità, autorevolezza e potenziale traffico indiretto.
Come rendere i contenuti AI-friendly
Ottimizzare per la GEO significa parlare il linguaggio delle AI generative, offrendo contenuti accessibili, utili e semanticamente strutturati. Ecco i principali accorgimenti:- Struttura semantica forte: l’AI preferisce i contenuti ben organizzati, con titoli chiari, sottotitoli coerenti (H2/H3), paragrafi distinti per argomento. Meglio ancora se il sito è organizzato in topic cluster, cioè insiemi di articoli interconnessi che approfondiscono un tema da più angolazioni.
- Linguaggio naturale e chiarezza espositiva: niente giri di parole, tecnicismi eccessivi o testi “da manuale”. Le AI generative valorizzano contenuti scritti in modo chiaro, conversazionale e orientato alla spiegazione. Meglio “Come funziona un impianto fotovoltaico?” che “Analisi dei parametri di efficienza energetica”.
- Esperienza e dati concreti: le AI sono progettate per riconoscere l’autorevolezza. Contenuti che citano fonti, esperienze aziendali reali, casi studio, benchmark e dati aggiornati hanno più probabilità di essere ritenuti utili. Una PMI che racconta come ha risolto un problema tecnico per un cliente, ad esempio, ha più possibilità di essere citata rispetto a una descrizione astratta del servizio.
- Ottimizzazione per ricerche conversazionali e zero-click: le query che attivano l’uso dell’AI sono spesso formulate in modo naturale. Ecco qualche esempio: “Chi ha inventato il codice QR?”, “Come funziona un CRM per PMI?”, “Perché il mio sito non compare su Google?”. Rispondere a queste domande, anticipandole nei titoli o nei paragrafi introduttivi, aiuta le AI a riconoscere i contenuti come rilevanti.
Come scegliere la giusta strategia (e perché integrare tutti gli strumenti)
La domanda che molte imprese si pongono è: da dove partire? La risposta giusta, come spesso accade nel marketing digitale, non è una sola. Ogni strategia - SEO, AEO o GEO — ha obiettivi e modalità diverse, ma tutte convergono verso lo stesso scopo: essere presenti nel momento in cui l’utente cerca una soluzione. Ecco perché non si tratta di scegliere una tecnica a scapito delle altre, ma di integrarle in modo intelligente, in base agli obiettivi di business, alla maturità digitale e alle risorse disponibili.SEO per essere trovati
Per chiunque voglia iniziare a costruire una presenza digitale efficace, la SEO resta la prima tappa obbligata. È grazie alla SEO che un sito diventa visibile nei motori di ricerca tradizionali come Google e Bing. È con la SEO che si intercettano le ricerche consapevoli, quelle in cui l’utente sa già cosa vuole (un prodotto, un servizio, una risposta) e cerca attivamente chi può offrirgliela. Per un’azienda, ciò significa:- Comparire tra i primi risultati per query strategiche legate al proprio settore.
- Generare traffico qualificato e tracciabile.
- Aumentare le probabilità di trasformare una visita in un contatto commerciale.
AEO per fornire risposte al volo
Se la SEO porta utenti al sito, l’AEO lavora a monte: intercetta la domanda e la soddisfa direttamente nei risultati di ricerca anche quando l’utente non clicca. In un momento storico in cui le persone cercano risposte rapide e sintetiche (soprattutto da mobile o tramite comandi vocali), l’Answer Engine Optimization è una leva preziosa per:- Presidiare query frequenti (es. “Quanto costa un impianto fotovoltaico?”, “Come si fa la fatturazione elettronica?”).
- Comparire in snippet, box informative e ricerche vocali.
- Rafforzare la credibilità del brand, poiché chi offre una risposta chiara viene percepito come competente.
GEO per comunicare autorevolezza
A differenza di SEO e AEO, che lavorano nel qui e ora del motore di ricerca, la GEO gioca una partita più ampia e strategica: posizionarsi come fonte attendibile per le AI generative che rispondono agli utenti. Questo approccio ha un impatto più profondo e duraturo, dal momento che consolida la reputazione del brand come punto di riferimento autorevole nel proprio settore. Investire nella Generative Engine Optimization significa:- Scrivere contenuti utili, ben strutturati e facilmente “leggibili” dai modelli AI.
- Costruire un archivio di risorse informative che può essere citato, riassunto o linkato da assistenti intelligenti.
- Contribuire alla nuova catena di valore della conoscenza digitale.