Da dove prende le informazioni ChatGPT (e perché conta per il tuo business)
Per oltre due decenni, la visibilità online è stata sinonimo di una cosa soltanto: comparire tra i primi risultati di Google. In pratica, chi riusciva – con tecnica, capacità di scrittura e molto impegno - a conquistare quella posizione privilegiata otteneva traffico, opportunità commerciali e crescita.
Lo scenario sta però cambiando rapidamente. Contrariamente al passato, in cui gli utenti effettuavano le loro ricerche online digitando query, le richieste passano oggi sempre più di frequente dagli assistenti vocali – modelli linguistici come ChatGPT – che vengono “incaricati” di individuare risposte e soluzioni. In questo passaggio silenzioso ma dirompente si afferma quindi un nuovo intermediario tra brand e clienti: l’intelligenza artificiale.
Di riflesso, cambia anche la domanda chiave che le aziende si pongono: da “come farmi trovare?” a “come farmi scegliere?”. Essere indicizzati non basta più: bisogna diventare la fonte che le AI riconoscono come affidabile e autorevole.
A seguire, analizzeremo le fonti da cui ChatGPT prende realmente le informazioni, quali indagini indipendenti hanno fatto emergere nuovi scenari e perché tutto questo sta ridisegnando le regole del gioco per la SEO e per la strategia digitale delle imprese.
Siamo ufficialmente entrati nell’era dell’AEO, e stiamo vivendo una trasformazione che nessuna organizzazione strutturata può permettersi di ignorare.