Social Media: trend per il 2021
A un paio di mesi dall’inizio del 2021, possiamo finalmente avere una buona idea di quelli che saranno i principali trend relativi ai social media che ci accompagneranno da qui alla fine dell’anno.
In questo pratico articolo, ci proponiamo quindi di offrirti una panoramica delle tendenze da tenere d’occhio non soltanto perché relative alle attività di digital marketing da attuarsi sul breve e medio termine, ma anche perché rappresenteranno quasi certamente la base su si svilupperanno anche i trend dell’anno a venire.
La capacità di interpretare e addirittura predire l’andamento di settore è stata infatti senza dubbio alterata dallo scossone provocato dalla pandemia di COVID-19 che, a partire dal 2020, ha costretto marketer e aziende a correre ai ripari. Tuttavia, i prossimi mesi serviranno a valutare come sia opportuno procedere per “aggiustare” le proprie strategie adeguandole alle effettive necessità del mercato.
Vediamo dunque cosa sarà opportuno tenere a mente per i nostri progetti di social media marketing presenti e futuri.
Più attenzione alla comunicazione e all’informazione, meno alla vendita
La prima tendenza per il 2021 per quanto riguarda i social media è relativa a un marcato “shift” nella loro modalità di utilizzo. Dall’anno in corso e probabilmente anche dai primi mesi del prossimo ci si attende che le imprese sfruttino queste piattaforme principalmente per comunicare, conversare e informare i loro clienti e prospect, prima ancora che per cercare di vendere qualcosa a tutti i costi.
La pandemia ha, in effetti, modificato in modo brusco la relazione tra brand e consumatori: questi ultimi prestano ora molta più attenzione alla qualità del servizio e alla capacità di ascolto del marchio, e molta meno alla proposta commerciale fine a sé stessa. Operare bene in questo senso oggi permetterà una maggiore conversione e fidelizzazione domani.
Spazio al nostalgia marketing
Questo trend sta già prendendo piede, e nuovamente la ragione è emotiva e legata ai profondi cambiamenti sociali che l’epidemia di Coronavirus ha portato con sé: in un mondo in cui uscire, viaggiare e intrattenere relazioni sociali è diventato estremamente difficile, il digitale va a sostituire l’incontro face-to-face e aiuta anche a sognare e ricordare “i bei tempi passati”.
Ai brand si consiglia dunque di puntare molto su una comunicazione che evochi forti reazioni emotive, che favorisca la nostalgia positiva e la speranza, e che sia profondamente sentimentale. Perché? Perché nei momenti di incertezza tutti noi abbiamo bisogno di connetterci a qualcosa che consideriamo consolante, familiare e sicuro, e il passato – i ricordi – hanno proprio questo scopo.
Una curiosità: il nostalgia marketing è stato già utilizzato con successo in passato. Non a caso, durante la grande depressione americana degli anni Venti e, in termini più globali, nel corso della grande recessione internazionale dei primi anni Duemila.
Un marketing social più consapevole dal punto di vista sociale
È ormai noto che i consumatori siano sempre più socially-conscious, e si tratta di un dettaglio che i brand non possono più ignorare.
La coscienza sociale collettiva sta generando impatti notevoli sulla politica, sulla reputazione dei marchi e sulla società nel suo complesso, e questo significa che argomenti come la salute mentale, l’educazione, la finanza, l’inclusività, gli stili alimentari alternativi, l’ecosostenibilità sono ormai discussi quotidianamente sui social media.
I nuovi consumatori, i millennial, considerano questi argomenti cruciali: qualunque azienda sia anche solo tangenzialmente coinvolta in essi dovrà quindi operare di conseguenza, e studiare strategie di marketing mirate che tengano in considerazione anche questi importanti aspetti della nuova società.
Attenzione alle fake news
Il paradosso creato dai social media è che si sono, nel corso del tempo, rilevati piattaforme perfette per la diffusione di disinformazione e notizie false. Il potenziale conversazionale altissimo e una sostanziale mancanza di controllo da parte di un team di moderatori composto da persone reali ha reso il problema imperante e, molto spesso, addirittura incontenibile.
Sta (anche) alle aziende contribuire a risolvere il problema, attraverso una comunicazione e un marketing improntati alla verità, alla trasparenza, all’evidenza scientifica e alla precisione assoluta.
Mai sentito parlare di memetic media?
Il termine “memetic media” fa riferimento ai celebri “meme”, ossia a quei contenuti di natura generalmente umoristica che vengono diffusi in rete attraverso la rielaborazione creativa di scene prelevate da film, programmi TV o video musicali, diventando virali.
Le statistiche ci dicono che il 55% degli utenti tra i 13 e i 35 anni utilizza meme con frequenza settimanale, e che tali percentuali sono salite del 26% negli ultimi 13 mesi. Il trend non è quindi destinato a diminuire, anzi!
I meme possono impattare l’utenza in merito a opinioni, decisioni e abitudini d’acquisto, e dovrebbero essere dunque considerati nell’ambito di una strategia di social media marketing efficace. Connettere il proprio target di riferimento attraverso meme virali può aiutare il brand, purché l’azienda sia sempre completamente consapevole di tutti i significati che quel meme implica. Attenzione, dunque!
Altre tendenze da tenere d'occhio
Quelli che vi abbiamo illustrato sono, a nostro avviso, i cinque trend fondamentali per i social media del 2021 e che non dovrebbero quindi trascendere dalle strategie di marketing digitale delle organizzazioni.
Tuttavia, non sono gli unici. Concludiamo quindi il nostro articolo con un rapido excursus delle altre tendenze da tenere d’occhio:
- Focus sulle 4C dopo l’esperienza Coronavirus: Community, Cleanliness, Contactless e Compassion. Cosa significa, in breve? Che la maggior parte dei consumatori (per la precisione, il 78% secondo Social Media Today) si aspetta che i brand offrano non prodotti, ma vere e proprie soluzioni che contribuiscano a rendere la vita quotidiana più facile e sicura, attraverso una corretta comunicazione, prodotti e servizi senza contatto, salubrità/sicurezza e compassione intesa come capacità di comprendere le reali esigenze degli utenti.
- Un social sempre più gaming: rispetto allo scorso anno, ben il 32% in più di utenti di età superiore ai 13 anni si descrive sulle piattaforme social con il termine “gamer”. Chiaro è che i giochi online stiano rappresentando una grande forma di distrazione in questo particolare momento, e i brand dovrebbero approfittare di questa tendenza concentrandosi su soluzioni e messaggi che ingaggino questa particolare categoria di pubblico.
- Coproduzione tra brand e utenti: si chiama anche remixing, e consiste nel rielaborare o anche solo rilanciare prodotti digitali della propria community per coinvolgerla ancora di più, fidelizzarla e convincerla. Remixing significa però anche fornire al proprio target di riferimento template su cui basare i loro contenuti, siano essi testuali, fotografici o video, così da creare connessioni sempre più organiche tra marchio e cliente.
- L’old school marketing approda sui social: radio, live tv, real-time footage permettono di mantenere un contatto con il mondo “reale” e con la componente umana che sta al di fuori delle nostre case. L’old school marketing, ossia i contenuti che vedono protagoniste le persone e non le macchine, è tornato in auge soprattutto nell’ultimo anno ed è approdato sui social media, che vedono ora un’impennata nel gradimento di strumenti come i podcast. La produzione di questi contenuti è dunque favorita per creare engagement e fidelizzazione.
Su quali trend punterà la tua azienda nei prossimi mesi? Quali tra le tendenze che abbiamo elencato è in grado di integrare nella sua strategia di social media marketing?
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