Cos’è l’AI-generated internet?
Con il termine AI-generated internet ci si riferisce alla crescente presenza di contenuti generati dall’intelligenza artificiale sul web. Essenzialmente, ci troviamo quindi di fronte a un numero progressivamente maggiore di contenuti prodotti non da esseri umani, ma da algoritmi di generazione del linguaggio, reti neurali e altre tecnologie AI.
Per “contenuti” si intende, in questo caso, un po’ di tutto: articoli blog, testi SEO, notizie su giornali online e webzine, recensioni, descrizioni di prodotti e persino content multimediali come immagini, clip musicali e video che possono essere utilizzati per scopi educativi, informativi, di marketing o meramente creativi.
L’AI-generated internet non è quindi un possibile sviluppo tecnologico, ma una realtà già presente sul web che navighiamo ogni giorno e sta rivoluzionando il modo in cui i contenuti online vengono creati e consumati.
Se, da un lato, esso permette di realizzare un’enorme quantità di contenuti in modo rapido, riducendo i costi e accelerando i processi di produzione, l’altra faccia della medaglia è fatta di nuove sfide e questioni etiche legate all’autenticità, alla qualità e alla responsabilità dei contenuti stessi.
Come ChatGPT ha reso l’AI-generated internet una realtà
Anche se l’intelligenza artificiale esiste da decenni, a cambiare le regole del gioco è stato ChatGPT, il modello di lingua sviluppato da OpenAI e basato sull’architettura GPT (Generative Pre-trained Transformer). In estrema sintesi – e anche se ormai tutti sanno come funziona - ChatGPT è addestrato a generare testi coerenti e contestualmente rilevanti in risposta a un input di testo umano. Può inoltre simulare una conversazione human-to-human rispondendo a domande, offrendo informazioni e considerazioni e partecipando a dialoghi sugli argomenti più disparati. L’influenza di ChatGPT sull’AI-generated internet è significativa, e le ragioni sono facilmente intuibili: dal momento che il modello può produrre testo semantico e coerente, viene ormai utilizzato sempre più su larga scala per realizzare contenuti di ogni tipo, dagli articoli blog alle risposte a FAQ, dalle e-mail automatizzate alla newsletter, dai post destinati ai social media alle strategie di marketing, e molto altro ancora. Le aziende che scelgono di utilizzare ChatGPT in collaborazione con – o, nei casi peggiori, addirittura in sostituzione di – professionisti umani lo fanno per diversi motivi, primo fra tutti la riduzione dei costi legati alla creazione di contenuti. A questo vantaggio va associata la rapidità tipica del modello, che permette alle aziende di mantenere elevati ritmi di produzione eliminando le fasi di revisione e finalizzazione dei contenuti (o quantomeno limitandone l’esigenza). Ecco quindi che, senza aumentare la loro forza lavoro, le organizzazioni possono ora disporre di uno strumento nato per generare e gestire anche grandi volumi di contenuti in tempi incredibilmente ridotti. Tuttavia, non è tutto roseo come sembra, anzi. Tipicamente, i contenuti generati dall’AI senza un’attenta e accurata opera di supervisione e revisione umana sono caratterizzati da inesattezze, imprecisioni, errori grossolani in termini di sintassi e linguaggio e persino vera e propria disinformazione. Il principale rischio legato all’AI-generated internet è proprio questo: il degrado complessivo dei contenuti presenti sulla rete e le conseguenze che tale deterioramento qualitativo potrebbe avere sugli utenti.