Quali saranno le tendenze del marketing e della tecnologia nel 2022?
A questa domanda risponde Gartner, una delle più note società di consulenza strategica a livello mondiale.
Come ogni anno, Gartner ha reso note le sue previsioni, evidenziandone 6.
Eccole:
- I touchpoint digitali e il tracking
- Smart working e nuove opportunità di Advertising
- L’advocacy dei dipendenti
- Il mercato B2B
- I Virtual Influencer
- Generazione Z e Millennial: nuovi acquirenti social
Prima di iniziare l'analisi, una premessa: il futuro del marketing dovrà rispondere al particolare e delicato momento sociale che stiamo vivendo.
Sarà più che mai importante costruire nuove connessioni con partner, clienti, fornitori e dipendenti per poter mantenere la necessaria resilienza in un mercato ancora imprevedibile.
L’emergenza sanitaria che continua a imperversare dal 2020 ha modificato profondamente gli scenari mondiali, accelerando notevolmente la trasformazione digitale. Tornare indietro non è più possibile.
I touchpoint digitali e il tracking
Nel 2022 i touchpoint trasleranno totalmente dal mondo fisico a quello digitale, con sempre più imperante necessità di creare nuove connessioni virtuali con i diversi attori della filiera.
In particolare, l’attenzione sarà dedicata ai seguenti aspetti:
- privacy
- flessibilità sul luogo di lavoro (smart working)
- advocacy dei dipendenti
- Virtual Influencer
- commercio sui social media
- intelligenza artificiale e machine learning per implementare e migliorare le azioni di vendita
Si prevede che, entro il 2023, le percentuali di opt-out da mobile passeranno dall’85% al 60%. Questo perché gli utenti digitali sono sempre più consapevoli che imbattersi in Ads non targhettizzati sulla loro persona significa essere esposti a contenuti di scarsa qualità.
Si tratta di un dettaglio importantissimo, specialmente nell’ottica di generare i nuovi touch point appena menzionati.
Per quanto riguarda i sistemi di tracking online, strettamente interconnessi alle attività di marketing, Gartner sottolinea che il tanto temuto “collasso” non sta assolutamente avvenendo. Almeno un quarto degli utenti continua ancora ad autorizzare il tracking, e altrettanti lo farebbero in determinate situazione.
Tuttavia, l’aspetto della privacy influenzerà le esperienze digitali che i brand saranno in grado di offrire e dovrà quindi essere utilizzato in modo proficuo. Si stima in questo senso che le app e i siti web che offriranno agli utenti reali e convincenti ragioni per l’opt-in registreranno aumenti di revenue sensibili.
Quindi, come comportarsi?
La risposta è realizzare le aspettative degli utenti. I modi per farlo sono diversi, ad esempio:
- offrendo loro motivi vantaggiosi per comunicare i loro dati personali
- semplificando i processi di setting della privacy
- evitando la degradazione dei dati attraverso l’ottimizzazione di targeting contestuale e analisi
Smart working e nuove opportunità di Advertising
Entro il 2023, il volume delle Ads Impression su media come la TV e i canali di streaming negli orari di lavoro (indicativamente, dalle 9 alle 17) subirà un incremento del 60%.
Questo è dovuto al cambio delle abitudini e gli orari di lavoro indotte dalla pandemia. A partire da quest’anno, i professionisti ibridi o che operano in smart working guarderanno il 20% di video content in più (durante il giorno) rispetto a quanto facevano nel passato.
I marketer potranno beneficiare della nuova routine collocando Ads altamente targhettizzati in fasce di programmazione che, fino al 2019, non avrebbero assolutamente performato.
Ultimo fattore: sarà decisivo puntare sull’aspetto audio degli annunci: bisognerà infatti considerare la tendenza, da parte dei lavoratori dinamici, ad ascoltare prima ancora che guardare.
L’advocacy dei dipendenti
Tra le tendenze di marketing per il 2022 figura anche il valore che l’advocacy dei dipendenti potranno garantire al loro marchio.
LinkedIn stima che quando un operatore condivide un contenuto legato al brand, questo potrà raggiungere una click-through rate superiore del 200% rispetto alla semplice condivisione da parte dell’azienda.
La ragione è legata al fatto che il dipendente è una persona, e che la sua credibilità e percezione positiva di un messaggio, di un prodotto o di un marchio sono considerate importanti da parte dei clienti e dei lead.
Le aziende potranno fare leva su questo valore per incrementare la fiducia nel brand da parte dei suoi consumatori.
Il 2022 sarà quindi l’anno in cui la cosiddetta employee advocacy raggiungerà una dimensione nuova nella gestione e distribuzione del brand content sui social media.
Il mercato B2B
Entro il 2025, 1 impresa B2B su 5 utilizzerà l’intelligenza artificiale e il machine learning per ottimizzare la gestione dei customer journey digitali. In particolare, la tecnologia mirerà a rallentare e migliorare i percorsi d'acquisto e per creare connessioni tra i clienti e i responsabili commerciali di un'azienda.
Questa è la prosecuzione di un trend che ha preso vita dall’inizio della pandemia, e che pone l’ecommerce in vetta ai canali d’acquisto favoriti dagli utenti.
Entro il 2023 si presume avverrà il sorpasso del commercio digitale rispetto a quello umano.
Ma attenzione: gli acquirenti continueranno a essere più soddisfatti se potranno interagire con persone reali, anche attraverso i device online.
Di conseguenza, Marketing e Sales dovranno unire le forze per dare vita a strategie integrate che, oltre ad offrire una UI di alto valore, comprendano anche interazioni umane capaci di rendere il processo d’acquisto fluido, personalizzato ad efficace.
In particolare per le aziende B2B, l’obiettivo sarà bilanciare il customer engagement digitale con il rapporto umano nei momenti cruciali delle fasi d’acquisto.
I Virtual Influencer
Entro il 2026, i chief marketing officer dedicheranno il 30% del budget messo a disposizione per influencer e celebrità ai cosiddetti Virtual Influencer.
Si tratta di personaggi fittizi (animati) creati da agenzie di marketing e PR che andranno a rappresentare il brand (marchi di portata internazionale come Renault*, KFC e LG li stanno già impiegando), a prescindere dal suo settore. *Nell'immagine qui sopra Liv, il Virtual Influencer ufficiale di Renault.
Già estremamente popolari in Asia, tali figure si stanno espandendo rapidamente negli Stati Uniti e sono destinati ad approdare a breve anche in Europa.
Il futuro prossimo includerà quindi personaggi animati ai quali i brand affideranno i loro messaggi, peraltro a un costo inferiore di quello che dovrebbero investire su influencer o celebrità in carne e ossa.
Il tutto, senza il rischio di scandali o scivoloni che potrebbero renderli impopolari. Ovviamente, massima cura dovrà essere sempre e comunque dedicata alla qualità, autenticità e correttezza del messaggio che i Virtual Influencer saranno incaricati di trasferire.
Generazione Z e Millennial: nuovi acquirenti social
Entro il 2026, la cosiddetta Generazione Z – così come i Millennial – preferirà acquistare sui social rispetto ai ben noti canali di e-commerce ora in vetta alle preferenze.
L’incremento stimato è pari al 60%, ed è il risultato dell’incoraggiamento all’acquisto da parte di player sempre più potenti e pervasivi come Instagram, Twitter e TikTok.
Di conseguenza, marketer e aziende si troveranno a dover ripensare l’intero processo di customer experience e di design per favorire esperienze d’acquisto soddisfacenti su questi canali, attraverso percorsi semplici ma arricchenti per l’utente.
Nel 2022 bisognerà quindi accrescere la qualità delle pagine prodotto sui social media, offrendo messaggi davvero capaci di rispondere alle esigenze di questi nuovi acquirenti. Il tutto manifestando sempre la massima trasparenza in termini di tutela della privacy.
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