L’evoluzione del marketing: dalle 4P alle 7P del marketing mix
Marketing mix, 4P, 7P… se hai avuto a che fare con marketing, strategie e posizionamenti di mercato, probabilmente hai già sentito parlare di questi concetti.
Nell’articolo che stai per leggere andremo a esplorare questi concetti, esplodendoli punto dopo punto, anche grazie all’esperienza degli esperti Naxa.
Continua a leggere per scoprire:
Cos’è il marketing mix
Il concetto di marketing mix è una pietra miliare del marketing e del business. Venne originariamente proposto da Philip Kotler nel 1960 ed è rimasto sostanzialmente inalterato per decenni.
Con questo si intende l’insieme degli strumenti necessari alla pianificazione e all’attuazione di uno specifico piano di marketing, mirato a specifici obiettivi e a uno specifico pubblico.
Quando il marketing mix ha successo? Quando la strategia raggiunge gli obiettivi previsti. Questo, a sua volta, accade quando le 4P del marketing sono perfettamente calibrate tra loro.
Un attimo… le 4P del marketing? Di cosa si tratta?
Con 4P del marketing facciamo riferimento ai 4 pilastri del marketing, che se calibrati al meglio in una strategia porteranno questa al successo.
Cosa sono le 4P del marketing
Come abbiamo appena detto, le 4P sono i 4 principali pilastri del marketing: prodotto, prezzo, punto vendita e promozione.
Andiamo a vederli uno a uno.
Product, il prodotto (o servizio)
Il prodotto è sempre stato il punto di partenza per una strategia di marketing. “È sempre stato”, al passato, perché in effetti oggi non è più così (ne parliamo più avanti). Anzi, a dire il vero, per noi di Naxa, non è mai stato così. Dopotutto, la prima cosa che comanda ogni strategia di marketing è il target, l’audience, il pubblico. Ma appunto, ne parliamo più avanti.
Nella tradizione del marketing, il prodotto (o servizio) è il primo step. Il marketer deve quindi capire quali sono i suoi benefici, che necessità permette di soddisfare a chi acquista e a chi vuole rivolgersi.
Price, il prezzo (che è anche un canale di comunicazione)
In base al prodotto (e all’audience), il marketer dovrà definire un prezzo.
Il prezzo non è solo una questione di soldi. Il prezzo è anche (e soprattutto) una leva di comunicazione, un fattore che permette di incidere sul valore percepito di un prodotto (o di un brand).
La valutazione del prezzo comprende, oltre all’analisi prettamente business dei costi di produzione e distribuzione, anche le scelte più “markettare”, come il posizionamento rispetto ai competitor e gli eventuali sconti o promozioni.
Place, il “luogo”, quindi punto vendita o canale distributivo
Il “luogo” è “dove” i clienti possono trovare il prodotto. Comprende la scelta dei canali distributivi: i punti vendita fisici, la vendita online tramite e-commerce o marketplace, e molto altro.
Promotion, ossia la promozione
L’obiettivo della promozione è comunicare al pubblico il valore di un determinato prodotto o servizio. La promozione comprende la comunicazione aziendale, la pubblicità online e offline, e più in generale, la strategia media e PR.
L’evoluzione del marketing: le 7P
Di recente, al fine di migliorare ulteriormente le strategie di marketing sia per precisione che per potenzialità di redemption (e in questo caso le nostre due P sono del tutto casuali), i marketer hanno aggiunto tre ulteriori direttrici sulle quali pianificare le azioni. Si è passati dalle “semplici” 4P del marketing mix alle nuove, e più precise, 7P.
Le 7P del marketing mix rispondono alle condizioni sempre più mutevoli di un mercato che non è mai stato così veloce, in particolar modo perché ormai intrinsecamente connesso alla tecnologia e all’evoluzione delle comunicazioni.
Queste ultime, in particolare, consentono ora di targettizzare la propria utenza di interesse in modalità che, per precisione e ricchezza di dettagli, sono del tutto incomparabili a ciò che i marketer “di un tempo” hanno mai conosciuto.
Quali sono le 7P del marketing mix?
Oltre ai già citati prodotto, prezzo, punto vendita e promotion, le 7P del marketing mix prevedono l’inserimento di ulteriori parametri discriminanti nella creazione di strategie efficaci.
People, le persone, l’audience, il target
Persone, non semplicemente intese come clienti o consumatori, quanto piuttosto come personale umano che gestisce e lavora in un’azienda.
Ciascuno di essi va considerato vitale per il raggiungimento di specifici obiettivi di marketing, a prescindere dal suo ruolo o dalla sua collocazione nella scala gerarchica dell’organizzazione.
Senza le persone giuste neppure il brand più famoso non avrà successo, e la ragione è semplice: gli esseri umani sono parte del marchio esattamente quanto i suoi prodotti o servizi. Ecco dunque che, nel mercato attuale, è il vantaggio competitivo interno rappresentato dal capitale umano a fare la differenza.
Process, ossia il processo
Si intendono in questo caso i processi organizzativi e i sistemi che influenzano la creazione del prodotto o l’esecuzione del servizio.
Se questi non sono fluidi e ineccepibili, inevitabilmente la qualità della proposta commerciale finirà col risentirne, e con essa la reputazione del brand.
Oggi, le aziende operano in modo sistematico per ridurre al minimo il margine di errore, contenere le spese economiche e temporali e per massimizzare i profitti offrendo al contempo soluzioni sempre più personalizzate sul singolo utente.
Physical Evidence, ossia evidenza fisica
Questo parametro identifica la prova dell’esistenza materiale di un prodotto in quanto tale e persino di un servizio.
Anche quando quest’ultimo è intangibile, la sua evidenzia fisica è riscontrabile nella percezione che il brand che lo eroga lascia nella mente del consumatore o, più semplicemente, nel contesto del mercato.
In buona sostanza, la Physical Evidence è un fattore fortemente interconnesso al cosiddetto branding: se un marchio è conosciuto, la sua evidenza fisica è confermata.
Conclusione
Le 4P del marketing, prodotto, prezzo, punto vendita e promozione, sono solitamente indicate come marketing mix. Si tratta degli elementi chiave di una strategia di marketing.
Tuttavia, con l’evoluzione della disciplina, non possiamo più considerare solo questi 4 elementi come i punti cardine. Ecco che sono stati quindi inseriti altri 3 parametri, ovvero le persone, il processo e l’evidenza fisica.
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